Sesta tappa, Frasassi-Ascoli Piceno - Dalla carta di Fabriano al miracolo della Fioritura

di ANGELO MASCOLO*

Grotte di Frasassi-Ascoli Piceno: 160 km. Se provate a percorrere questo spazio, soprattutto seguendo le vie polverose e fuori mano delle campagne attraversate dalla carovana del Giro d’Italia, vi trovate trasportati in un’altra epoca. Anzi, in mille epoche differenti. La preistoria con le ciclopiche grotte di Frasassi, epicentro del Parco Naturale Regionale Gola della Rossa e di Frasassi, che ogni anno attirano visitatori e appassionati; la storia antica con la città di Matelica rifondata dai romani dopo la battaglia di Sentino del 295 a.C.; il medioevo con Fabriano e la produzione di carta, che ha rivestito la città di splendore e fama in tutto il mondo, o con la roccaforte di Gualdo Tadino e le sue acque minerali dalle quali si produce un’ottima birra; il rinascimento rigoroso ed elegante di Ascoli Piceno, arrivo della sesta tappa di questo giro.

SCHEDA - ASCOLI PICENO
SCHEDA - LE GROTTE DI FRASASSI

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Nel mezzo la schiena possente dell’appennino umbro-marchigiano che fa da sfondo a tutta la tappa. Una natura in più punti aspra, inaccessibile, cresciuta intorno alla guardia silenziosa dei Monti Sibillini che con la cima del Vettore sfidano il cielo con 2476 metri sopra il livello del mare. E proprio in mezzo a questi giganti di roccia carsico-calcarea spuntano tavolati e distese di una bellezza miracolosa. Una bellezza che si identifica in un nome preciso: Castelluccio di Norcia. 

SCHEDA:   FABRIANO

SCHEDA: MATELICA


30 km da Norcia, città natale di quel Benedetto fondatore del monachesimo occidentale, che inebria con i profumi del suo centro medievale e i suoi salumi famosi in tutto il mondo. Sul pianoro di Castelluccio, a un’altezza di oltre 1400m che sembra quasi un affronto alle asperità dell’alta montagna, ogni anno si rinnova uno spettacolo di incomprensibile perfezione: tra maggio e luglio si impone il famoso fenomeno della «Fioritura», quando fioriscono all’unisono fiori di lenticchie, fiordalisi, genziane, margherite, narcisi, papaveri, ranuncoli, violette ed altre specie floreali, trasformando questa distesa in un vastissimo caleidoscopio di colori, e creando un’esplosione degna di una famosa opera impressionistica.


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SCHEDA: CASTELLUCCIO DI NORCIA


Castelluccio però è una parentesi. Un attimo di dimenticanza nel paesaggio montuoso e senza respiro dei Sibillini. La strada continua a salire per toccare e superare quota 1500m di Forca di Presto, uno dei valichi d’accesso ai campi di Castelluccio assieme a Forca di Gualdo. Nelle memorie di Candido Augusto Vecchi si racconta che in una tormentosa notte di gennaio dell’anno del Signore 1849 proprio su queste alture fosse passato Giuseppe Garibaldi, con le sue camicie rosse e il tricolore, sognando Roma capitale dopo il fallimento della repubblica romana dell’anno prima.

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L’appenino umbro-marchigiano percorso e sovrapposto dai colori dei ciclisti e delle ammiraglie non è mai solo una questione di montagna. Qui, infatti, rocce e valichi, aspri e duri, aprono alla dolcezza di paesaggi delicati e dolci. E stanno lì a insegnare, con un mentore d’eccezione come i Monti Sibillini, che l’asperità forma e prepara a godere fino in fondo della vera bellezza del creato.


*ANGELO MASCOLO (Sono archeologo, giornalista e scrittore. Ho collaborato con i quotidiani «Roma», «Metropolis» e «Il Mattino». Nel 2016 il mio romanzo "Palestra Italia" si è classificato secondo al Premio Letterario RAI «La Giara». A novembre 2017 è uscito «La primavera cade a novembre», giallo edito dalla casa editrice Homo Scrivens, arrivato alla seconda ristampa, che ha ottenuto diversi riconoscimenti a livello nazionale)

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