Guida turistica al Purgatorio / 3 Praticamente il West

di PAOLO BIROLINI

 

Non c’è, e non c’era, abbastanza spazio. Questi primi cinquecento metri sono come una quinta teatrale, una rappresentazione scenografica dello spazio insufficiente: oltre la strada, le facciate di palazzi vuoti, muri di tufo, botteghe di elettrauto esposte.Oltre quello che vedete non c’è niente. Da una parte la ferrovia, dall’altra il fiume. Nessun margine di espansione.

Sta tutto in quello che vedi. Tutto quello che vedi è tutto quello che, miseramente, esiste. Non dovete deprimervi in questo primo pezzo di strada. L’aria depressa è fatta apposta per scoraggiare il turista, come i divieti di transito ai pedoni sulle arcate del ponte. Qui non li amano i turisti, i forestieri, quelli che arrivano da oltre il ponte. Fanno questa barriera di tristezza, di assenza. Percorrete questi cinquecento metri e fottetevene.

Saltate la caserma dei carabinieri, che tanto non ce ne sono, né dentro né fuori. Saltate il palazzo moderno con i cartelli di studi legali e commercialisti, sono vuoti. Solo un pensiero a quello che fu il mio primo dentista, ospite da tempo della collina antistante, il mio primo terrore, il mio primo vero dolore, subito dopo le cinghiate di mio padre. Ma poi saltate. Non è ancora il Purgatorio, è il Limbo.



Sapete dove comincia davvero il Purgatorio? 200 metri dopo, dove adesso c’è un garage per camion. Sulla sponda destra non è cambiato nulla, (anzi è cambiato tutto dal novembre ’80, ma questo è un capitolo a parte), fondamentalmente la sponda destra erano, sono e saranno sempre le Palazzine, l’INA Casa, il luogo del privilegio per noi della Rive Gauche. Il Purgatorio comincia col Cinema Lora. È lì che nasce la Grande Scimmia, è lì che le anime del Purgatorio hanno sviluppato il loro immaginario collettivo, i desideri, il sogno, la trasgressione, il peccato, il pentimento.

Il cinema Lora fissava e segnava il nostro calendario. La domenica mattina, il giovedì pomeriggio, la domenica mattina, il giovedì pomeriggio e così all’infinito. Si, lo so, c’era anche il cinema Saffa, ma quello era per la domenica sera con la famiglia, una roba da giorno di paga del genitore.

Certo, un osservatore superficiale potrebbe obiettare che le mattinate della domenica al cinema Lora fossero meglio paragonabili all’inferno che al Purgatorio. Ma si tratterebbe di battuta banale. Troppo semplice liquidare quella platea come composta da diavoli. Bisogna pensare al rito, alla preparazione della domenica mattina. Bisognerebbe partire dalla zuppa di latte, dai soldi affidati al fratello maggiore, dal percorso sempre uguale, dai salti sempre uguali, dalla bancarella che vendeva giochi di una povertà inimmaginabile ai più, dai biglietti d’ingresso rossi che, una volta entrati, se ci sputavate sopra e li attaccavate al sedile anteriore, in trasparenza si vedeva una sirena seminuda. Alla maschera armata di frusta, all’uomo delle gassose, ai western sempre uguali.

Quando siete all’altezza del cinema Lora dovrete fermarvi, fotografare il sito o fotografarvi col sito alle spalle. Immaginare il giovedì popolare, coi peplum, (siamo già nella prima adolescenza del mondo), con la ragazza dagli occhi di ciliegia brutta come l’inferno che fumava le vostre sigarette e un po’ vi toccava, un po’ si faceva toccare. Ma immaginarvi anche un periodo, l’unico, in cui il Purgatorio è appartenuto alla città, un periodo in cui tutte le città facevano estati in piazza e rassegne cinematografiche in periferia, in cui un sindaco ebreo e comunista e africano ha immaginato di rinfrescare persino le anime di quel purgatorio.

Non funzionò molto. Non funzionò per niente. Alla proiezione di Novecento c’eravamo io e l’uomo delle gassose. Il mio immaginario cambiò, il quartiere restò uguale. Ma voi annotatevi il cinema Lora, mettete la foto su Instagram, anche se si vede solo un camion, allo stesso modo di quella che mettete in costume sul mar Rosso o accaldati sotto la Tour Eiffel. Lì abbiamo imparato il West, tutto quello che di selvaggio poteva riservarci il proseguimento di quella prima visione.

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1) Il prologo
2) Strada o fiume?


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