Erasmus /2 A Liegi, nelle nebbie con Maigret

di MAURIZIO SORRENTINO*

Quanto tempo è passato dall'Erasmus di mio figlio Vittorio a Elche? Un anno? Così mi pare. Bene. È arrivato il turno della sorella.

Le borse per la facoltà di Giurisprudenza sono veramente poche rispetto al numero di studenti. Benedetta è convinta di non farcela. Riesce, invece, ad accaparrarsi uno dei due posti disponibili per due semestri all'ateneo di Liegi, una facoltà, a quanto pare, abbastanza prestigiosa, specie per il Diritto dell'Unione Europea.

Per raggiungere l'indispensabile livello B1 di francese Betti affronta con decisione un corso intensivo con insegnante privata e prende contatti con Michela, la collega che ha ottenuto l'altra borsa per Liegi. Per i misteri della sovraffollata facoltà di Giurisprudenza di Napoli può accadere che due studentesse in corso, al quinto anno di frequenza, non si siano mai incontrate prima. Le ragazze decidono di conoscersi e valutare se cercare alloggio insieme. Va tutto bene: quelle due sembrano separate alla nascita. Michela parte in avanscoperta ad agosto e, col consenso telefonico di Betti, blocca due stanze gemelle nella mansarda di un vetusto caseggiato in centro storico, a Rue de la Cathédrale. Il campus è a Sart Tilman, a venti minuti di autobus, ma anche qui, come ad Elche per Vittorio, agli studenti Erasmus consigliano di alloggiare in città e non nel campus.

nel campusjpg

(Il campus di Sart Tilman     foto di Maurizio Sorrentino)

Questa volta io e mujer non abbiamo la scusa di aiutare Betti a cercare alloggio. Tuttavia conveniamo che, avendo accompagnato il fratello, per par condicio dobbiamo fare altrettanto per Betti. Così ai primi di settembre mujer, Benedetta e io saltiamo su un volo Roma - Brussels lasciando per una settimana a Vittorio la casa, i gatti e la libertà.

Qui in Belgio, a Gembloux, circa un'ora di macchina da Liège, abbiamo una coppia di cari amici. Michele è di Sorrento e sua moglie Patrizia è belga. Almeno una volta all'anno, quando loro sono in Italia, riusciamo a passare una serata insieme. Li abbiamo avvisati per tempo e, da bravi genitori ansiosi, contiamo sulla loro presenza in zona per eventuali difficoltà in cui Betti possa imbattersi.

Michele viene a prenderci in aeroporto e ci accompagna in macchina a Liège, facendo una breve sosta a Gembloux per salutare Patrizia, mostrarci la loro bella casa e l'attività che hanno aperto da poco: ristorazione da asporto e vendita di prodotti alimentari italiani.

Noi abbiamo prenotato un appartamentino a Liège a duecento metri da Rue de la Cathédrale con accesso da En Neuvice e affaccio su Place du Marché.

con Simenonjpg(Con Simenon      foto di Maurizio Sorrentino)

Il nostro bilocale è perfetto, la casa che ospiterà le ragazze a Rue de la Cathédrale un po' meno. Là ci sono due cucine, tre bagni e sette stanze. Altri inquilini, per il momento, sono uno studente belga, una lussemburghese e due erasmus italiani. Le stanze non sono male, ma mancano lenzuola, cuscini e piumone. Bagno e cucina sono sporchissimi.  Mujer assume il comando delle operazioni e, insieme a Betti e Michela, effettua una fondamentale bonifica degli spazi comuni. Io trascorro un'inutile giornata a trasportare sacchi di immondizia e osservare il loro intenso lavoro. Recupererò orgogliosamente il mio ruolo di capofamiglia l'indomani, allorquando, varcata senz'altri indugi la Mosa, consegnerò la mia carta di credito alla cassa del Primark per gli acquisti necessari alla sopravvivenza della figlia nel nuovo domicilio.

Le figlie (ormai Michela è da considerarsi ufficialmente adottata) si organizzano rapidamente per le pratiche burocratiche di iscrizione all'università, abbonamento ai mezzi pubblici e corso di lingua.

Liegijpg

(A Liegi              foto di Maurizio Sorrentino)

A noi resta tempo per andare in giro. Liège conta circa 200.000 abitanti ed è attraversata dalla Mosa. Considerati il clima e la latitudine è una città piuttosto vivace, forse per la presenza di tanti giovani, soprattutto studenti e immigrati. La chiamano "la città ardente", un po' per gli innumerevoli incendi che l'hanno colpita, un po' per questa accesa esuberanza dei residenti. Qui, nella Vallonia francofona, siamo nel cuore dell'Europa, a quaranta chilometri dai confini tedesco e lussemburghese, a trenta dall'olandese Maastricht, croce e delizia per noi europei poveri del Sud. L'ambiente è cosmopolita e in cento metri possiamo imbatterci in olandesi, africani, pakistani, cinesi o italiani come noi; eppure, per contrasto, avvertiamo subito questo senso di Liègeois che accomuna i cittadini di Liegi, il forte legame con la città e con le tradizioni, un'identità di campanile nella città dei campanili.

Il Belgio, d'altra parte, quanto a spirito d'unità nazionale, sta un punto peggio degli italiani: tutto sommato noi meridionali conviviamo con i padani abbastanza pacificamente, rispetto a quel che accade tra valloni e fiamminghi e catalani e castigliani. Betti e Michela toccheranno con mano, studiando il diritto pubblico belga, le mille autonomie che la Costituzione di questo paese ha dovuto concedere per garantire la convivenza di due popoli che hanno veramente poco in comune tra loro (senza contare i nove comuni tedeschi col loro separato Parlamento).

Liegi3jpg

(Liegi              foto di Maurizio Sorrentino)

Noi partiamo alla scoperta della città. D'obbligo una mattinata lungo il fiume, all'enorme mercato di La Batte, almeno un paio di chilometri di banchi coloratissimi, forniti di ogni cosa a prezzi molto convenienti per la zona. Poi scarpe comode per la ripida scalinata che porta a La Montagne de Bueren e a La Citadelle. Ancora la Cattedrale di Saint Paul e la Collegiale di San Barthélemy. Andando a zonzo riattraversiamo continuamente l'enorme, affascinante, Place Saint Lambert, che sorge nel vuoto lasciato dall'antica cattedrale distrutta dal fuoco. I tralicci-scultura che si vedono nella piazza delimitano la pianta della cattedrale perduta. Una tappa in caffetteria a spiluccare una gaufre Liègeoise, quella tonda, alla vaniglia o alla cannella, da non confondere con la gaufre di Brussels che, senza la guarnizione di panna o gelato o cioccolato, non sa di niente. A cena moules-frites, magari al quartiere Le Carrè, centro della movida, regno degli studenti dopo il tramonto, appena superata la piazza della Cattedrale. Oppure boulets à la Liègeoise a Place du Marché con i nostri vecchi amici Michele e Patrizia venuti a trovarci. Infine i miei preferiti: le impasse, i vicoli, spesso ciechi, in cui ti infili e trovi sempre una sorpresa: un bimbo che gioca con la bici in un cortile, una birreria, un gatto nero ruffiano oppure scorbutico.

namur2jpg

(Namur         foto di Maurizio Sorrentino)

Se andate a Liège e come me amate leggere e scrivere andrete in cerca delle tracce di Simenon, in Rue Leopold, in Oltremosa, nelle birrerie, che immaginerete fumose nonostante il divieto di fumo, nella nebbia che sale dal selciato quando, cosa non infrequente da queste parti, al tramonto di una giornata soleggiata una pioggerella sottile viene a cambiare i connotati alla serata. E come me chiederete al vostro compagno o compagna di scattarvi una foto mente sedete accanto alla statua del vecchio Georges.

Di Maigret, a causa, credo, di qualche puntata delle inchieste che la Rai trasmetteva quando ero bambino, mi è rimasta l'immagine di Gino Cervi, pipa in bocca, seduto in un treno. Forse era salito alla vecchia stazione di Palais: ai suoi tempi l'incredibile terminal ferroviario di Liège-Guillemins, progettato da Calatrava, non esisteva.

Proprio da Palais, a cento metri da Place Saint Lambert, mujer e io abbiamo preso un treno con cambio a Guillemins per le nostre escursioni a Namur, capitale della Vallonia, e ad Aquisgrana (in tedesco Aachen, in francese Aix La Chapelle), in Germania. Non ce ne siamo pentiti. Ad Aquisgrana non ci sono solo i resti mortali di Carlo Magno. La Cattedrale, la Cappella Palatina, la Grashaus, il palazzo del Municipio e un centro storico accogliente e ricco di begli edifici gotici avrebbero forse meritato anche un pernottamento.A Namur una simpatica ragazza, tanto magra e gentile quanto energica sui pedali, ci ha scorrazzato per il centro storico in una specie di ciclo-risciò lasciandoci poi proseguire a piedi per la salita verso la cittadella, dalla quale ci siamo goduti un panorama memorabile sulla confluenza della Mosa col Sambre. Birra d'abbazia e cioccolata a go go.

aquisgrana2jpg

(Aquisgrana                         foto di Maurizio Sorrentino)

Siamo curiosi noi. Prima di partire, senza dir nulla a Betti, un salto in autobus a Sart Tilman a vedere il campus lo abbiamo fatto. Se a Elche ci eravamo meravigliati, qui la mandibola ha avuto seri problemi a recuperare la posizione. Impossibile girare tutto il campus. Chilometri di bosco, un parco bellissimo, a ogni dipartimento la sua palazzina nel verde, con i suoi servizi, gli uffici, le biblioteche, le mense, gli alloggi per gli studenti. Per quel che ne so, nulla di paragonabile ad alcuna università italiana: un altro mondo.

Noi siamo ripartiti. Betti e Michela sono rimaste a Liegi per due semestri. Insieme hanno vissuto la tensione dell'attacco terroristico del 2018: tre vittime di cui due poliziotti. Hanno dato esami ed avuto la soddisfazione di sentire i docenti belgi parlare benissimo degli studenti e dei professori di giurisprudenza della Federico II. L'anno dopo sono andate insieme per la ricerca tesi all'università di Lavall, in Canada. Si sono laureate a distanza di una settimana l'una dall'altra e ora sono ancora insieme, a Roma, per la pratica forense all'Avvocatura di Stato. Un'amicizia che penso durerà per la vita.

aquisgranajpg

(Aquisgrana         foto di Maurizio Sorrentino)

E noi? Di tanto in tanto un Lorenzo, un Orlando, un Rupert o un Thanasis, una Anna, una Asia, una Elèni, una Federica o un Loic passa a casa nostra in una tappa di un viaggio low cost e dà un volto e una voce a qualche racconto dei nostri figli. Giovani in gamba, volenterosi, intelligenti, sorridenti. Non possiamo esimerci dal pensare che meriterebbero di più e di meglio delle macerie che stiamo loro lasciando. 

Noi, genitori della generazione Erasmus, ci godiamo i loro progetti, le loro speranze, questi sprazzi di gioventù, questa esuberanza educata.

In fondo siamo convinti che riusciranno a cavarsela, nonostante noi.


leggi anche

Erasmus a Alicante 


* MAURIZIO SORRENTINO (Piano di Sorrento, 1961; quando è sveglio è l'Area Manager Sud della Enifuel Retail; quando sogna si diverte a suonare la chitarra e a scrivere racconti e romanzi; quando vive viaggia)


clicca qui per mettere un like sulla nostra pagina Facebook
clicca qui per seguirci su Twitter
clicca qui per consultarci su Linkedin
clicca qui per guardarci su Instagram