Arrivederci al Salone, dal green tandem Frittella-Vianello ai Travel stories award

di MANUELA CASSARA'*

E il settimo giorno, domenica, la blogger si riposò. Perché sabato era stato intenso. Peccato, per domenica, perché non sarebbero mancati gli incontri stellati. Forse avrei potuto assicurarmi un posto per l'osannato Michel Houellebecq, o per Alicia Giménez Bartlett, o per Vecchioni, Saviano, Gabriele Muccino, ma lo vedo improbabile: l'affluenza è stata superiore persino a quella di sabato, e persino più alta dell' edizione del 2019. Il tanto contestato Green Pass, più che un limite, deve aver fatto da incentivo. E' stato la spinta ad allargare finalmente i propri orizzonti, per incontrare, curiosare, ascoltare, comprare.


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(Andrea Vianello e Marco Frittella)


Torniamo perciò a dove ci eravamo lasciati, a sabato, giornata come dicevo altrettanto impegnativa, che si era conclusa con un incontro allo Spazio Rai con Marco Frittella, volto televisivo e autore di "Green, la mappa delle eccellenze italiane" . Ce le aveva spiegate con l'aiuto di Andrea Vianello, direttore di Rainews 24.  Se così fosse, se cotante fossero, ci sarebbe da stare allegri. "È una forma di Made in Italy ambientale - aveva esordito l'autore - siamo un paese virtuoso che ricicla al 72%. mentre la media europea è del solo 36%."  Si fa fatica a crederci: penso alla Germania. Ma lo scetticismo non mi porterà da nessuna parte. Invece è un fatto che l'economia green nostrana abbia un fatturato di 59 miliardi, che dia lavoro a 205.000 persone, di cui il 47% giovani sotto i 35 anni. "Sono tante le nostre eccellenze in materia green. E non solo al nord, come nel Trevigiano dove la percentuale raggiunge il 90%, ma pure al Sud, anche se al Sud è più a macchia di leopardo".

E allora come la mettiamo con la Terra dei Fuochi, con le discariche abusive? Frittella anticipa le obiezioni di Vianello, si fa la domanda e si dà anche la risposta: "È che il sud soffre di carenza d'impianti". In compenso, penso io, maligna, non difetta di insediamenti mafiosi. Ma, avverte, ci sono i furbi, quelli del "greenwash": tanta fuffa, magari un bel packaging riciclabile e poca sostanza. Occhio, quindi. Stiamo attenti a non farci infinocchiare. E per saperne di più, leggiamo il libro e teniamoci informati.


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(Il logo di Travel stories award)


Lunedì sembra il day after, tanto è tranquillo. Arrivo alle 12, il tempo di farmi un giretto e qualche acquisto, prima della consegna del Travel Stories Award, premio GIST (Gruppo Italiano Stampa Turistica) alla sua prima edizione. La sala del Caffè Letterario, siamo nel padiglione Oval, è semivuota. Pochi i presenti che, sottoscritta a parte, scoprirò poi essere coloro che riceveranno i tre premi assegnati da una giuria che si definisce di qualità: autori, giornalisti, fotogiornalisti. Uno per ognuna delle tre categorie, come dovrebbe evincersi dal nuovo logo, che vorrebbe essere evocativo di un viaggiare con i sensi. "Perché i sensi - ci spiega la presentatrice, la giornalista Cinzia Galletto - portano a scoprire persone e paesaggi, ma anche a conoscere meglio se stessi. La pandemia ha stimolato la voglia di fughe, che potevano essere anche solo sui libri, e ha rinnovato quella di viaggiare".


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Il primo premio, per la categoria UDITO va a Maurizio Dimaggio, voce storica di Radio MonteCarlo, che parla con la voce di uno che sa di averla bella. Dimaggio sempre in viaggio è una trasmissione che compie 33 anni e che la vince, tra gli altri, su competitors quali On the road  di Radio Popolare e Percorsi Italiani di Rai Radio Live.


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(Travel stories award, la premiazione)


Il premio per TATTO va ad Hervé Barmasse, autore e alpinista della Valtournanche, uno che ha aperto nuove vie sul Rosa e sul Monte Bianco, che si è fatto il Karakorum, ha traversato la Patagonia più estrema, ha esplorato le remote montagne della Cina e del Pakistan, per non parlare delle sei cime del Cervino, che per lui sono casa. Lo vince con "La Montagna dentro", un libro autobriografico e intimo, che racconta la sua vita di uomo, di scalatore e di persona che ha imparato ad ascoltare non solo la montagna ma prima di tutto se stesso. Hervé non c'é, ma al suo posto, a ritirare il premio, c'è una gentile signorina della casa editrice Laterza. Momento d'imbarazzo quando le chiedono: "Cosa direbbe Hervé?  " Non saprei - risponde soave - non l'ho mai incontrato". A questo punto sono perplessa: ma se è un libro-operazione che per leggerlo richiede l'uso, se non sbaglio, della vista, perchè vince il premio nella Categoria Tatto? "Perché un libro si sfoglia con le mani" il tono della gentile signora Galletto è paziente, ma sottintende: "Come fa a non capirlo?"

Infine terzo e ultimo il premio a Claudio Pellizzeri, personaggio a 360°, scrittore, fautore e promotore del viaggio introspettivo e non edonistico, blogger con 67.000 follower su Instagram, ma soprattutto globetrotter, con alle spalle tre anni in solitaria in giro per il mondo, dove ha toccato 5 continenti e attraversato 44 Paesi, il tutto senza mai mettere piede su un aereo. Il suo è un premio nella categoria VISTA (non chiedo perchè, per esempio, non lo danno ad un fotografo. Forse sono troppo razionale) e lo vince per il suo ultimo libro Sempre dalla parte dei sogni, anche se gli sta particolarmente a cuore "Il silenzio dei miei passi", libro di incontri sul cammino di Santiago, percorso con il voto del silenzio, comunicando unicamente, lui, con dei bigliettini.


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(Stefano Tiozzo, a destra nella foto)


Il pomeriggio si chiude, per me, con Stefano Tiozzo, già autore di L'anima viaggia un passo alla volta. Torinese, ex dentista diventato dapprima fotografo paesaggista, si scopre appassionato viaggiatore e affabulatore di luoghi, scoperte e incontri.   Oggi, diventato vegetariano in corso d'opera, ci propone il suo ultimo libro: Una Storia d'Amore, avventure di un vegetariano in viaggio. "Non è per fare proseliti, ma può anche essere una guida per tutti coloro che fanno questa scelta", che certo non semplifica la vita, specie se in viaggio. Un libro che mette in prospettiva quanto siano la cultura e le usanze a decretare la mangiabilità o meno di qualcosa. "In India inorridiscono di fronte all'uccisione di un vitello, che è persino proibita dalla costituzione, noi ci sconvolgiamo davanti alla mattanza di delfini alle isole Far Oer, dove quel cibo è vitale. Essere vegetariani è sempre un atto di amore: verso noi stessi perché è una dieta più salutare; verso gli animali, per salvarli dagli allevamenti intensivi, o verso la Terra, perchè è una scelta anti inquinamento. Come ha scritto anche Jonathan Safran Foer, "possiamo salvare il mondo prima di cena". Food for thought, si direbbe da quelle parti.

Prima di chiudere questo resoconto della giornata, due paroline di critica, ma solo perchè costruttiva, altrimenti non mi permetterei mai, sull'organizzazione. Almeno fino a quando dura la pandemia, per favore, chiedo a mani giunte, aggiungete qualche freccia per l'individuazione delle sale più gettonate; per favore, aggiungete anche un paio di casse per pagare nei punti ristoro, per alleggerire le file. E magari qualche seduta e tavolino in più, per distanziarli. Così sembrava di mangiare un panino nella metropolitana di Londra, durante la rush hour. 


Guarda IL FOTO RACCONTO di GIANNI VIVIANI



Chiudo in bellezza queste personali,  talora temo irriverenti, impressioni e riflessioni dal Salone del Libro con le parole di Alessandro Bergonzoni, colte sabato 16 nello Spazio Rai: "Lingua in spalla e gambe al vento. Tutti i ragazzi devono avere il diritto di fare ciò che vogliono in tutti gli angoli del mondo. Viaggiate, ingranditevi, espandete, scaturite, trascendete, marciate, pretendete, ululate alle lune piene: siete opere d'arte, patrimonio dell'umanità, stupitevi di sostanza, non di apparenza".

Non sono magnifiche? Le scriverei sulle pareti della cameretta di mio nipote, se ne avessi uno.


*MANUELA CASSARA’  (Roma 1949, giornalista, ha lavorato unicamente nella moda, scrivendo per settimanali di settore e mensili femminili, per poi dedicarsi al marketing, alla comunicazione e all’ immagine per alcuni importanti marchi. Giramondo fin da ragazza, ama raccontare le sue impressioni e ricordi agli amici e sui social. Sposata con Giovanni Viviani, sui viaggi si sono trovati. Ma in verità  anche sul resto)


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