Verdelli, vita da giornalista nel paese dell'Acido

di MANUELA CASSARA'*

Un mosaico di storie di varia umanità, articoli scritti nell'arco di quarant'anni di vita professionale che ci ricordano casi che fanno parte della nostra, di storia: le vicende più umane, quelle  eclatanti, quelle strane e aberranti, gli incontri, i personaggi, ma soprattutto la vita delle persone, descritta dalla penna di un giornalista che ha fatto del rigore e dell'attenzione ai particolari il suo stile. Si parla di "Acido - cronache italiane anche brutali", presentato da Walter Veltroni, assieme all'autore Carlo Verdelli, nel Foyer del Centro Congressi del Salone del Libro di Torino domenica 17 ottobre: un racconto a due voci, in cui Veltroni ha sottolineato l'onestà intellettuale di un professionista, e Verdelli ha raccontato la sua passione. 

“I dettagli, i dettagli quando scrivi sono sempre importanti” spiega.   “A Iacopo Melio, il politico-attivista in sedia a rotelle, ho chiesto: 'Quanto pesi?'  '25 chili', ha risposto.”  Venticinque chili! ora che si sa, quel piccolo, fragile essere acquista la forza di un gigante. 

I dettagli aiutano a mettere le cose in prospettiva. A capire. “Una famiglia è stata brutalmente assassinata in 53 minuti. Anche la sinfonia N.4 di Gustav Mahler dura 53 minuti”.  Cinquantatre minuti di furore omicida, contro i genitori. Il furore di Pietro Maso.

Due dei quaranta capitoli. Nella serie Il Caso e' chiuso, quello di Maso,  stanno Rosa e Olindo, il Buon papà di Motta Visconti, Vallanzasca. Sotto la voce I Lottatori, quella di Melio, stanno Zanardi,  Patrik Zaki, Maria Grazia Cutuli... La loro forza, l'esempio. Ce ne sono altri, di capitoli, che Verdelli ama ricordare: la partita di calcio tra Gassman e Gianmaria Volontè mentre giravano l'Armata Brancaleone;   l'incontro con Lucio Dalla, personaggio che lo affascina, lo conquista; la descrizione di Matteo Salvini politicante in embrione, con la carriera ancora in divenire.


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(foto Salone del Libro di Torino)


Ho aperto con quei due primi esempi per arrivare ad un punto che a me sembra centrale, un altro dettaglio che fa la differenza. E che riguarda Verdelli personalmente. L' incontro è finito. Veltroni chiede se ci sono domande e si fa avanti, timida, una signora: “Quel suo capitolo, Casa Repubblica, è stato un vero pugno allo stomaco. Mi può dire qualcosa di più?”. 

“Come dicevo, i dettagli: 25 chili, 53 minuti. Aggiungo: 8 minuti per licenziare un direttore. Otto minuti. Di più non posso e non voglio dire, se non che è stato doveroso scriverlo, questo capitolo. 'Acido' sarebbe stato incompleto senza quel pezzo”.

La storia di questo penultimo capitolo la conosciamo. La direzione editoriale del Gruppo Gedi, un’ora prima dell‘avvicendamento fra Elkann e De Benedetti, alle 14,02 del 23 aprile 2020, aveva scelto quello stesso giorno per licenziare il direttore di Repubblica, Carlo Verdelli appunto, dopo appena un anno. Tempo cronometrato per il licenziamento: dalle 14,02 alle 14,10. Un tempismo doloroso perché sincronizzato con le minacce di morte subite nel corso di quei mesi, che lo davano appunto per “morto” proprio quel giorno. Scelta legittima nella sostanza - un direttore è licenziabile in ogni momento, se così decide la proprietà; meno nel metodo. La cronaca, in presa diretta, di una giornata da dimenticare. Un pezzo che racconta la passione per quel lavoro che lo accompagna da una vita. “ Una carriera a zig zag, un po’ ubriaca, perché sono instabile, curioso”.

Verdelli ha una voce pacata, sottotono. Sembra prendere la parola a fatica, ma poi, trascinato da quella passione, la voce si alza, le parole si fanno precise, concise. Il contrasto con Walter Veltroni è evidente. Veltroni è suadente. E’ un politico di lungo corso, sa come tenere vivo l’interesse del pubblico, come dire le cose giuste con le pause giuste; ma è anche un amico, un ammiratore.  Il suo rispetto per Verdelli è genuino: “ 'Acido', che ci mostra un giornalismo non complice, anche brutale, è scritto da una persona di grande mitezza, di grande spina dorsale. E’ un libro di grandissima umanità”. 


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"Acido" di Carlo Verdelli      Feltrinelli editore      pagg.‎ 304      euro 18,05


Giornalismo - si fanno coro a vicenda - più che mai sotto attacco, basta riflettere sulla violenza di cui sono stati oggetto i giornalisti in questi ultimi giorni. Con i social media diffusori di sospetto, di rabbia e ignoranza, è il momento di fare attenzione nel comunicare notizie e fatti con responsabilità.

Per esempio, spiega Veltroni: “Parte un twitter che rimbalza tra 600 persone, e un grande giornale gli corre  subito dietro, lo riprende, ne fa un titolone. Fonte: 600 su 60 milioni!” La verità distorta diventa realtà. Come oggi, quando si parla di No Vax. Sembra che il paese sia fatto di No Vax, mentre l’87% ha scelto invece di vaccinarsi  ” Non è un caso - commenta Verdelli - che per la prima volta un Premio Nobel per la Pace venga dato a due giornalisti”. No, non è sicuramente un caso. "Il giornalismo, aggiunge,  è dinamite" . Può essere usato per portare alla luce cose necessarie, indispensabili ma può essere deflagrante, e distruggere, creare scompiglio. Maneggiare con cura.

Repubblica, mi viene da dire, ha perso un uomo per bene.


*MANUELA CASSARA’  (Roma 1949, giornalista, ha lavorato unicamente nella moda, scrivendo per settimanali di settore e mensili femminili, per poi dedicarsi al marketing, alla comunicazione e all’ immagine per alcuni importanti marchi. Giramondo fin da ragazza, ama raccontare le sue impressioni e ricordi agli amici e sui social. Sposata con Giovanni Viviani, sui viaggi si sono trovati. Ma in verità  anche sul resto)


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