Alaska, l'ultima Frontiera / 2

di BILL BARTLETT*

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Qualsiasi tratta dell'Alaska Railroad è un viaggio nella bellezza. Bastano poche miglia e tutto quel che c'è di speciale, tutto ciò che la natura ha da offrire, si restituisce a chi guarda: ghiacciai, fiumi, animali selvatici, gole, cime innevate, vallate, cascate. 

20-Train2jpg(Alaska Railroad  foto di Bill Bartlett)

La meta successiva è il grande, il selvaggio Denali.  Ci si alza presto, si fa colazione e alle 8,15 parte il Denali star che - sì, come gli altri treni finora  - arriva in perfetto orario, alle 15,40.  Se non avete soldi da buttare,  accordatevi con un Uber che per dieci euro vi verrà a prendere e vi porterà fino a poche miglia a sud del Parco McKinley. Soggiornare DENTRO il Parco, intatto e rigidamente regolato, è costoso, anche ottocento euro a notte. Le Denali cabins, invece,  costano attorno ai 140-150 euro. C'è un pub dove non si mangia affatto male, molto popolare fra le guide e i calorosi abitanti del posto.  Ma quel che è più importante, il mattino dopo dalle Denali cabins potrete arrivare a piedi al McKinley Chalet resort per essere presi a bordo, alle 6,40 del mattino, dal bus del Denali Wildlife Tours.  Attenzione: NON SERVITEVI di alcun altro tour operator, altrimenti rischierete di arrivare solo fino al Km 83 dell'itinerario. Quello che vi interessa invece è  il tour completo che si spinge fino alla fine del Parco, sono 148 chilometri. Sarà una giornata lunga - 13 ore - ma non la dimenticherete mai più. Il pranzo è incluso.

27-Grizzly1jpg(Grizzly        foto di Bill Bartlett)

I pullman in stile scuolabus non sono di lusso, ma confortevoli quanto basta. In più,  hanno le finestre apribili, particolare fondamentale per chi voglia scattare fotografie. Vedrete gli orsi, fra i quali diversi - quelli grandi, i grizzlies - di oltre 400 chili, e alcuni a meno di cinquanta metri. Quando ci siamo stati noi, abbiamo avuto la fortuna di vedere anche vari alci e due caribu. Quel giorno non siamo riusciti a trovare i lupi, ma tante volpi si. E uccelli. Più volatili di quanti avrei immaginato in una regione così desolata e con inverni tanto rigidi.   L'uccello nazionale d'Alaska, la pernice bianca del Nord, si trova facilmente tutto l'anno. Appartiene alla famiglia dei galli cedroni. Facile anche imbattersi nell'aquila reale: non l'aquila calva, quella dalla testa bianca.

24-Cariboujpg(Caribu      foto di Bill Bartlett)

I Girfalchi, i più grandi del mondo, sono numerosissimi a Denali in ogni momento dell'anno. Il gufo delle nevi,  il cigno trombettiere e lo svasso cornuto qui sono di casa. La nostra guida/autista, molto esperto, riuscì a farceli vedere quasi tutti.

Quel che potreste invece non vedere è il Denali medesimo. Solo il 30% dei visitatori è abbastanza fortunato da viaggiare in un giorno in cui la montagna non abbia la testa fra le nuvole. Solo il 10 % dei turisti riesce a completare l'intero percorso. Se ce la fate e riuscite a ammirare Denali, come accadde a noi - in tutta la sua gloria e per tutto il giorno - entrerete in un ristretto club del 3 per cento. Non so quanto saremmo rimasti delusi se non avessimo potuto osservare la cima nella sua maestosa bellezza, e non lo saprò mai. In ogni caso però la fauna selvatica, così vicina e così ricca, non si dimentica, montagna o non montagna.

22-Denali1jpg(Denali        foto di Bill Bartlett)

Dopo il Denali, altra notte di riposo nelle cabins. Al mattino si fa colazione tardi. Il treno che conduce a nord a Fairbanks,  uno al giorno, non parte fino alle 16. Così non c'è molto da fare se non crogiolarsi nei ricordi dei cinque giorni precedenti.  Si incontra gente da vari paesi, si condivide l'avventura. Il tempo mi torna utile per organizzare in pieno relax le più di mille foto scattate, facendo una prima selezione (ridotte a 500). Io viaggio col MacBook, così posso subito controllare se la caccia è stata fortunata, poche ore prima o il giorno prima. Vivo tutto di nuovo, proprio come sto facendo adesso. 

11-Airport-Fairbanksjpg(L'aeroporto di Fairbanks          foto di Bill Bartlett)

Alla fine il treno arriva e quattro incantevoli ore dopo siamo a Fairbanks: infinitamente più interessante e esteticamente piacevole di Anchorage.  Si fa il check in tardi all' hotel Sophie station Zach’s,  il rinomato ristorante dell'albergo,  è ancora aperto e offre otto portate fra cui scegliere. Facciamo un'ottima accoglienza al cibo, poi ce ne andiamo a passeggio nel quartiere. Il tramonto estivo è previsto intorno alla mezzanotte. A Fairbanks l'Aurora boreale la si può ammirare da metà agosto a metà aprile. Noi la perdemmo, perchè arrivammo troppo presto. Una piccola delusione.03-Paddleboat-Discovery-Fairbanksjpg(La Riverboat Discovery           foto di Bill Bartlett)

Normalmente evito i tour più grandi, o quelli che appaiono troppo commerciali. Fate un'eccezione per la Riverboat Discovery. Vale il prezzo fino all'ultimo centesimo.  Il bel tempo continuò a accompagnare il nostro viaggio quando ci imbarcammmo, e la giornata sul fiume fu splendida.  Anche osservare i cani da tiro di Iditarod allenarsi per l'evento mondiale che vi si tiene ogni anno fu uno spettacolo fuori dal comune. Infine, un ricordo vivido sono i salmoni catturati nel fiume e affumicati a riva su rustiche doghe di legno, dai nativi. 

09-Iditarod-Traing-Fairbanksjpg(Allenamento a Iditarod       foto di Bill Bartlett)

L'approdo al villaggio indiano di Chena fu il momento più bello di questa escursione ricchissima e interessantissima. A Chena abbiamo potuto vedere e toccare come vivessero gli antichi nativi d'Alaska, secondo usi che in parte continuano oggi.  Il luogo,  particolarmente conservato e ben tenuto, riflette la cultura indiana degli Athabascan al meglio.  Osservare la vita in queste terre impietose e gelide fu un'altra bellissima esperienza. Ulteriori trecento foto da gestire, ahimè. Ma ancora un giorno che non dimenticheremo.

26-Athabascan-Native-Alaskanjpg(Il villaggio degli Athabaskan         foto di Bill Bartlett)

Il giorno successivo - l'ultimo -   abbiamo visitato il Museo del Nord, dell'Università dell' Alaska, dove si conserva la collezione più completa di arte e cultura materiale nativa e non nativa.  I manufatti, esposti in un assetto molto semplice, illustrano  duemila anni di cultura locale. Ci passammo varie ore. Abbiamo poi visitato il  centro culturale Morris Thompson:  l'attrazione principale erano tre diorama a grandezza naturale. Nessuna delle esposizioni, naturalmente, può rivaleggiare con quelle di città più grandi e più antiche. Restano impressionanti, per la capacità di contestualizzare storicamente questo territorio così vasto e selvaggio. 

08-FloatPlane-Fairbanksjpg(Idrovolante a Fairbanks        foto di Bill Bartlett)

 Una coincidenza aerea in prima serata per Seattle ci riportò ai cosiddetti "48 di sotto", come vengono descritti gli altri stati Usa da qui. Con tante aree del mondo da esplorare ancora, raramente visitiamo lo stesso luogo due volte. Alaska, l'ultima frontiera, potrebbe essere una eccezione. Sarei felice di tornare a immergermi in quella natura selvaggia. 

(traduzione di Vittorio Ragone)

Leggi la prima puntata

*BILL BARTLETT (Managing Director della Cascade Travel & Photo in Central Oregon, i suoi principali interessi di viaggio sono la storia e l'architettura.  Alaska – L'Ultima Frontiera – è il secondo di una serie di quattro articoli per Foglieviaggi. Il primo si può leggere qui: Texas. Il prossimo racconterà il fiume Mississipi)

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