Verdone, Sgarbi e Zerocalcare, al Salone in cerca di mattatori

di MANUELA CASSARA'

(cronache semiserie su libri e viaggi dal Salone di Torino)

Terzo giorno di Salone. Ormai posso dire che la planimetria non ha più segreti. In compenso, rispetto al programma, continuo ad avere la stessa sensazione di bulimica fibrillazione che mi pigliava nei Dept. Stores di Tokyo, quando la vastità dell'offerta mi paralizzava, perché superava di gran lunga il bisogno. Di buonora al computer ho messo in pratica il mio lungimirante suggerimento: carta e penna, anzi Word alla mano, taglia, incolla e evidenzia, voilà, un programmino ad incastri cronologici. Solo che oggi è sabato e la folla si è decuplicata. Fatto che fa saltare il primo incontro, quello con Francesco Carofiglio.


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Segue l'incontro a tema Ecommerce e cloud. Appuntamento delusione: ero stata fuorviata dalla parola Cloud.  In realtà si parla di librerie e di distribuzione dei libri, nell'era dell'e-commerce. E la cosa, pare, non interessa a nessuno. Lo dico per la cronaca, ma nel Pad3 non si sgomita, almeno al mattino, nonostante ci siano Sellerio e La Nave di Teseo come polo attrattivo. Piccola sosta doverosa da Contrasto, libri di fotografia; tutti i miti del beneamato compagno di vita, nonché fotografo.  Alle 12, nella sala Azzurra, ci sarà Vittorio Sgarbi per raccontare il genio di Caravaggio. Sono le 11 ma c'è già la fila. Alla quale non mi unisco. Pur essendo un affabulatore affascinante quando parla d'arte, personalmente preferirei che la smettesse di sbraitare, oso dire senza cognizione di causa se non la voglia di buttarla in caciara, su vaccini e politica.


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Procedo senza meta, il programma mattutino scandisce il tempo ma preferisco questo girovagare curioso. Si fanno incontri interessanti. Sono alla ricerca di future letture, di future recensioni per questo sito, anche. M'incuriosisce "Un Amore a Hydra' , attratta più dal fatto che con Foglieviaggi ci sta, essendo un' isola greca, che dalla storia, che ha fatto cassetta: l'amore di Leonard Cohen per la bionda Marianne, quella di So Long Marianne... Chiedo all'editrice di Scritturapura, Eva Capirossi (a proposito, che bella cosa tutte queste donne editrici) se pubblica anche libri che parlino di viaggi, o comunque di luoghi lontani, ed eccone tre, "Diabolika" - fatti storici e reali ambientati nella Torino nera -, "Madame Dostoevskaja" scritto da un'artista provocateur negli anni '80 della pre perestroika e: "Un anno a Tokyo", che m'intriga, nonostante di libri sul Giappone ne abbia letti parecchi. Questo perché Eva mi racconta un aneddoto per me inedito e simpatico:  pare che a Tokyo si possano devolvere le tasse a favore di un'altra regione. Dopodiché, la favorita ringrazia facendo recapitare al contribuente un pacco dono con i suoi prodotti tipici. Per lo più mangerecci. Potrebbe essere un' idea. Penso alle delizie made in Puglia, Sicilia, Campania; secondo me raccatterebbero alla grande.


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Proseguendo,  incontro una lunga serpentina di persone in fila rassegnata. Per chi, per cosa? chiedo ad un tizio con lo zainetto: "Per Zerocalcare" mi risponde, con uno sguardo che però dice anche "hei madamin, guarda che c'è la coda,". Mi inibisce talmente che non faccio a tempo a chiarire se fanno la fila per incontrarlo nel vicino stand della Bao, o per prenotarsi a "BAOtiful",   la presentazione che si terrà nel grande Auditorium alle 18,30. Santa pazienza, sono solo le 11,45. Zerocalcare lo adoro, io lo adotterei, ma non ho questa dedizione. Già così mi sembra di essere alle Poste il giorno della pensione.  

Intanto, in quello stesso Auditorium, alle 14 c'è Massimo Giannini che presenta Carlo Verdone, con il suo "La Carezza della Memoria", secondo libro autobiografico. La fiumana di gente stava per scoraggiarmi. Poi anni di mestiere hanno preso il sopravvento; pass e tesserino stampa alla mano, cellulare in mano aperto su il mio post, sfacciataggine di default, sono riuscita ad ottenere un posto, senza prenotazione. E in prima fila. E' stato come essere al cinema. Verdone è un mattatore vero, sincero, con la mimica e i tempi comici dei suoi personaggi. Racconta il libro, ed è già una sceneggiatura. Non sto ascoltando, sto vedendo il film.


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"Quando giri sei legato ai voleri della produzione. Ma la scrittura è piena libertà. Il libro mi rappresenta in pieno". L'editore dopo "La casa sopra i portici" ha dovuto attendere nove anni , prima di pubblicare il secondo: "Ma cercavo un'idea solida". La pandemia, una scatola di ricordi e di fotografie, una chiacchierata con Paolo Sorrentino, hanno fatto da innesco. " Carlo - mi ha detto - questo non deve essere un periodo perso, ma anticipato. Facciamoci trovare pronti per quando finirà" . E così è stato. Dice anche la sua sui No Vax:  "Ci ho provato a ragionarci, ma quando senti parla' de microchip nel cervello, che je puoi di'!" Il pubblico applaude. Un'ora è volata. La sensazione di aver salutato un amico. Fuori, la ressa per accaparrarsi una copia firmata.


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Mi è andata meno bene quando ho cercato di entrare nella sala Azzurra per sentire David Quammen, l'autore di "Spillover", libro del 2012 , profetico e scientifico, su come nasce una pandemia. Argomento decisamente di attualità, come si evince dalla folla ammassata già un'ora prima. O sei tra i primi o hai la prenotazione; ma senza, come nel mio caso, non entri. Lo spocchioso signore all'entrata è severo e manco gentile. Quello preposto alla vendita delle copie firmate, nemmeno. È Adelphi, mica uno qualsiasi. Me ne vado pensando: intanto l'ho già letto. Ecco.


*MANUELA CASSARA’  (Roma 1949, giornalista, ha lavorato unicamente nella moda, scrivendo per settimanali di settore e mensili femminili, per poi dedicarsi al marketing, alla comunicazione e all’ immagine per alcuni importanti marchi. Giramondo fin da ragazza, ama raccontare le sue impressioni e ricordi agli amici e sui social. Sposata con Giovanni Viviani, sui viaggi si sono trovati. Ma in verità  anche sul resto)


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