"Verde è meglio", i colori dell'idrogeno su Nuova Ecologia

di REDAZIONE

L’Europa mette sul piatto 470 miliardi di euro per finanziare la crescita dell’idrogeno; ma solo quello verde cura la febbre del pianeta. E' questa la tesi di Nuova Ecologia nel numero di maggio,  dedicato ai colori del vettore energetico al centro del dibattito sul rilancio e la decarbonizzazione dell’economia.

La compatibilità ambientale della produzione di questo gas inodore, insapore e incolore viene indicata per convenzione internazionale secondo una scala a colori: verde, grigio, blu, viola e nero. Secondo Legambiente e la sua rivista "è per almeno tre di questi colori è falso ce possano aiutare a traghettare l’Italia verso gli obiettivi di decarbonizzazione". 

"L’idrogeno verde - argomentano gli ambientalisti - è prodotto da fonti rinnovabili, usando elettricità verde per alimentare l’elettrolisi dell’acqua, e rappresenta attualmente meno dell’1% dell’idrogeno prodotto e usato a livello mondiale. Quello nero viene estratto dall’acqua usando la corrente prodotta da una centrale elettrica a carbone o a petrolio. Quello grigio è derivato dallo scarto produttivo di una reazione chimica o dal metano o da altri idrocarburi: è il 99% della produzione mondiale, 44 milioni di tonnellate ottenute per il 90% da reforming principalmente del metano, per il 7% da gassificazione del carbone e per il 2% da elettrolisi. Quello blu dovrebbe nascere da un processo alimentato da fonti fossili ma, a differenza del grigio, la CO2 sarebbe catturata e immagazzinata con un processo che però consumerà parte dell’energia impiegata. Viola sarà quello prodotto tramite elettrolisi dell’acqua usando elettricità prodotta dal nucleare".

Secondo Nuova Ecologia "è falso anche che l’idrogeno verde possa essere la soluzione a tutti i problemi climatici ed energetici: perché i suoi processi di produzione richiedono un grande dispendio di energia ed è quindi opportuno concentrarne l’utilizzo solo per quei punti di consumo difficilmente riconvertibili con le rinnovabili, come i poli siderurgici o la mobilità pesante come quella navale e aerea". "Falso", infine, anche "che sia necessario sviluppare l’idrogeno grigio e blu in attesa che quello verde diventi economicamente sostenibile".

Il mensile prosegue con un’inchiesta sui cantieri che verranno con l’approvazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza e sulla necessità di un confronto con le comunità locali per prevenire conflitti sociali sulle opere da realizzare. 

(fonte: ufficio stampa di Legambiente)