Undicesima tappa, Perugia-Montalcino - La polvere Eroica e il verde del Gladiatore

di DONATELLA ALFONSO*

La Val d’Orcia è entrata nel patrimonio dell’umanità Unesco per una ragione specifica: il suo silenzio. Perché non bastano i disegni delle colline, il verde e l’argento degli sfondi, il vapore delle vasche termali che si fanno piazza come a Bagno Vignoni, il perdersi dei passi sui lastricati dei borghi e l’invito indiscutibile delle cantine - è terra di Brunello e altri vini nobili questa, mica storie – a renderla unica. E’ che quel silenzio è una parte del paesaggio, dell’essenza dei luoghi: ma ci sono due rumori pronto a sottolinearlo, due rumori del passa e vai delle ruote, il sibilo che segna il velocissimo scorrere delle ruote sottili sull’asfalto e poi il rumoreggiare delle pietre e della polvere che si spostano sotto la pressione del pedale: perché nel percorso dell’undicesima tappa del Giro 2021, da Perugia a Montalcino, si corre sia sull’asfalto che sulle strade bianche, ma anche sul lastricato medievale dell’arrivo.


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(Bagno Vignoni     foto pixabay)


Sono 162 chilometri, sì, ma ammesso che ci sia tempo per i corridori di guardarsi intorno non solo il percorso risulta affascinante, ma sicuramente il più “mosso” dell’intero percorso rosa. La provincia di Siena è quella dell’Eroica, la corsa sulle strade bianche che si snodano nel Chianti e dintorni a partire dal borgo di Gaiole, che dal 1997 ha tolto dalla nostalgia l’idea anche un po’ folcloristica che si potesse tornare a correre sulle due ruote come nei primi decenni del Novecento, per diventare non solo una specialità da appassionati di storia e di storie, ma trasformarsi anche in una vera e propria competizione sportiva, come le Strade Bianche che il 6 marzo scorso, sull’anello in partenza e arrivo da piazza del campo a Siena, ha visto trionfare Mathieu van der Poel seguito da Mathieu Alaphilippe e Egan Bernal. Come dire, qui si parla di ciclismo completo, altro che nostalgia, con i protagonisti del Giro a giocarsela anche tra i boschi: considerando che l’altimetria ci parla di quasi 2500 metri di dislivello, e quattro diversi percorsi sterrati per 35 chilometri totali, sugli ultimi 70. Tra i boschi, mentre volpi e istrici occhieggiano, e tra salite e discese, ci sarà da giocarsela.


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(Val d'Orcia     foto pixabay)


E allora, prima del brindisi finale a Montalcino (chi tra i viaggiatori in terre toscane non ha ricordi della mitica enoteca sulla piazza, merende e vino rosso?) considerato anche che la dicitura completa della tappa è Perugia-Montalcino- Brunello Wine Stage di Montalcino, ci sarà da ubriacarsi di fatica sul su e giù del percorso. Si parte da Perugia, e si procede in piano e comodi intorno al Lago Trasimeno, ma la testa della corsa si dirige già a nord, verso la Toscana: ecco Chiusi con le sue eredità etrusche, Chianciano e poi lungo la via Cassia un assaggio di immensa bellezza procedendo verso San Quirico d’Orcia. La casa del Gladiatore Massimo Decimo Meridio, insomma, ottima indicazione per chi dovrà vedersela davvero con un percorso da gladiatori, da lì a poco: alle porte del borgo, infatti, si trova il grande cancello in mattoni (lungo la provinciale 416) affiancato da due cipressi che dà accesso ad un’azienda agricola: lì il regista Ridley Scott aveva ambientato le scene con la casa di Russell Crowe presa d’assalto e la moglie e il figlio uccisi.

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(Montalcino)


Si prosegue per Torrenieri e si comincia a vedersela sullo sterrato, con tanto di discesa, si torna in pianura a Buonconvento – da quelle parti non si dimentichi, per chi smonta dalla bici o proprio non ci sale, una deviazione verso   la trecentesca Abbazia di Monte Oliveto Maggiore, in mezzo al paesaggio unico al mondo delle Crete – e poi, dopo Bibbiano, nuovamente lo sterrato, voilà: e per essere più completi, c’è anche un passaggio a livello nel verde che precede l’attraversamento del fiume Ombrone, a segnalare la vicinanza delle terre di Maremma, in provincia di Grosseto. 

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(La casa del Gladiatore)


Non vi basta? E allora, sempre nel bosco, facciamola, tra una curva e l’altra, una bella salitina da 6 chilometri, con una pendenza fino al 16%: un allenamento per giocarsi il Gran Premio della Montagna al passo del Lume Spento , roba da eroi (e non a caso siamo nel percorso dell’Eroica), per poi ridiscendere verso la Val d’Orcia. Ma non crediate che sia finita: il cartello di Montalcino è ingannevole, non si entra in città ma si svolta per Castelnuovo dell’Abate per l’ultima sfida sullo sterrato. E ancora, tra una salita e una discesa, si torna a Montalcino dove le strade strette e lastricate – e in durissima salita – permetteranno di salutare il vincitore. Brunello a parte, se si farà consigliare dal Gladiatore potrà raggiungere i Campi Elisi, nel finale del film: i campi sotto la Pieve di Corsignano, nel territorio di Pienza. E non dite che non sentite la voce di Lisa Gerrard sullo sfondo.


*DONATELLA ALFONSO (Nata a Genova nel 1957. Giornalista, scrittrice e curiosa - delle persone e della storia - per natura e per professione. Confida di tornare a viaggiare oltre i confini)

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