Salvate il Salento, dalla Xylella e dai turisti

testo e foto di MARCO FIORLETTA*

(immagine d'apertura da pixabay)


Il Salento se non ci fosse bisognerebbe inventarlo. Ma il Salento non è l'assoluto, non è eterno, non si rigenera per intervento divino. È una terra bella, ricca di tutto, erò questo tutto va protetto, principalmente dagli umani.

Tornare in questa terra dopo tanti anni è stato entusiasmante, bellissimo, commovente, non solo perché Salento è diventato sinonimo di vacanze. Arrivare e sbattere la faccia sugli ulivi bruciati dalla xylella è stato doloroso. Non vedere più le distese verdi di alberi centenari che caratterizzano questa terra è stato come ricevere uno schiaffo a mano aperta sul viso. Di quelli che ti lasciano le cinque dita sulla guancia come un marchio. Perché si sia arrivati a questo punto lo dovranno dire gli esperti. Quali errori sono stati fatti nell'affrontare il male degli ulivi? E da chi? Avremo mai risposte? Probabilmente no, visto come vanno le cose in Italia. Fortunatamente consola, chi guarda dall'esterno, vedere nuovi getti crescere intorno alle piante secche, ma tra quanti anni torneranno a fruttificare? E i coltivatori come faranno fino ad allora?


salentoulivijpg


Bello il mare, bellissimo. Spiagge, scogli, spiagge e scogli insieme, l'imbarazzo della scelta. E cosi capita anche di arrivare su una spiaggia libera, quasi nascosta anche se vicino agli stabilimenti balneari. Tranquillità, spazi ampi, mare pulito, ma ... C'è sempre un ma in tutte le storie. Alle spalle della spiaggia ci sono dei resti di costruzioni abbandonate, ricettacolo di immondizie che i turisti lasciano dietro di loro a testimonianza del rozzo passaggio. Insomma, come quelli che scrivono il nome sui monumenti.

I ruderi non sono antichi e non abbelliscono il luogo, anzi, sono pericolosi come da cartelli inchiodati sui muri pericolanti. Eppure hanno una qualche utilità. Giorno dopo giorno vengono tolti un tot di blocchetti per fissare gli ombrelloni e impedire che il vento li porti via. Blocchetti che restano poi abbandonati sulla spiaggia insieme a cicche di sigarette. Onestamente devo dire che la spiaggia l'abbiamo trovata sempre pulita, con i secchi dell'immondizia regolarmente vuotati. Quindi: non è abbandonata a se stessa. Di conseguenza si comprende ancor meno perché l'amministrazione locale non affronti il problema dei ruderi.


rudejpg


Non posso dire di aver trovato un paese, piccolo o grande, sporco. Anzi, consiglierei i candidati alla poltrona di sindaco di Roma di venirsi a fare un giro in questa meravigliosa terra del Sud tanto bistrattato. Gente gentile, accogliente, rispettosa del turista e delle sue esigenze. Tranquilli, ci sono anche le eccezioni, non viviamo nella perfezione. Va migliorata la cultura dell'accoglienza che non è solo servire il caffè con il sorriso sulle labbra. In una famosa cittadina sulla costa, da cui mancavo da almeno 15 anni, non sono riuscito a fare una foto tanta era la quantità di tavoli, sedie, ombrelloni, gazebi, esposizione di mercanzia varia da rendere addirittura difficile camminare. Per non parlare della Chiesa principale stipata di visitatori, molti di una ignoranza crassa, senza che nessuno si preoccupasse di regolare il flusso dei turisti. Tutti bellamente accalcati senza mascherina, il che mi ha indotto ad interrompere la visita e poi ad abbandonare la cittadina.

ruderijpg

Un plauso invece ai frati Francescani della Basilica di Santa Caterina d'Alessandria che per far entrare i visitatori all'interno richiedono il Green Pass. Il rischio, anche a leggere le cronache estive dal Salento, è che questa splendida terra si trasformi in un grande "divertimentificio" e che si snaturi. Così come è già successo a molte località costiere della Sardegna.


*MARCO FIORLETTA (Ho passato una vita all'Unità. Appassionato di storia senza distinzione di epoca. Grande lettore. Per anni ho tenuto un blog con discreto seguito. Nato nel 1956, porto il 44 di scarpe)