RECENSIONE - Un lago allegro, il Garda a passo d'uomo

SINTESI - Una guida intelligente per scoprire il Garda, il più grande lago italiano, che Goethe definì “un magnifico spettacolo naturale”. Un percorso di 190 chilometri da scoprire a piedi, in 12 tappe da fare tutte di seguito, oppure scegliendo di volta in volta il tracciato più interessante o più adatto alla propria forma fisica. Tutti i consigli per scoprire uno dei territori più ricchi di storia e di bellezza del nostro Paese.


di FABIO ZANCHI* 

(foto da Pixabay) 


È bello il Garda, forse il più bello. Senz’altro è il più grande, con i suoi 370 chilometri quadrati che si incuneano tra Lombardia, Trentino-Alto Adige e Veneto. Dove lo trovi un altro lago che va dai larghi orizzonti di Peschiera ai gelidi venti alpini di Riva del Garda che fanno la felicità di migliaia di appassionati velisti? Forse è l’unico lago, il Garda, che non evoca malinconia. Anzi. Per tutto l’anno è teatro di allegre migrazioni, soprattutto nei fine settimana, quando i veronesi si riversano sulla sponda bresciana e i bresciani su quella veronese. I mantovani si dividono equamente fra l’una e l’altra. Dall’alto, i trentini assistono con rassegnazione montanara: per loro l’evento più significativo è legato alla discesa delle genti germaniche, affezionatissime al loro Gardasee.



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(Desenzano)


Per me il Garda non è mai stato soltanto una meta turistica. L’ho frequentato per tutta la prima parte della mia vita, quando d’estate venivo intruppato con i miei cugini e affidato alla nonna Maria, la nonna di tutti noi. Con lei ci si trasferiva dai Boschetti, una famiglia contadina che per arrotondare il bilancio nei mesi estivi affittava le numerose camere (senza bagno) della loro casa, a Lonato, sulla sponda meridionale del lago, un largo golfo che va da Desenzano a Salò. La vita del villeggiante, fatta di sole, bagni e lunghe giornate sui sassi del Lido, a me non diceva proprio niente. La trovavo noiosissima. Al contrario, la corte dei Boschetti mi attirava tantissimo. Loro avevano una stalla con sei vacche e altrettanti vitelloni, una mula di nome Nina e quattro maiali rinchiusi in un recinto a ingrassare. Il capofamiglia, signor Giovanni, aveva tre figli, Piero, Cesco e Roberto, che lo aiutavano nei campi e nelle vigne che attorniavano la fattoria. Ben presto entrai a far parte della forza lavoro della fattoria, risalendo tutto il cursus honorum, da manovale nella stalla a trattorista. La sera, finito il lavoro nei campi, andavamo tutti al lago a rinfrescarci, con gran nuotate in allegria, proprio mentre i turisti, compresi i tedeschi ormai abbrustoliti dal sole, tornavano alle proprie case o nei campeggi lì intorno.

Quello, per anni, è stato il mio Garda. Nel corso del tempo, poi, ho apprezzato anche il lato turistico del vivere quei luoghi. Ma quell’imprinting è stato decisivo per godere il lago da un punto di vista assolutamente inedito, eccentrico rispetto a quello più scontato e diffuso. Un modo altrettanto suggestivo e interessante per conoscere il Garda l’ho ritrovato nella guida “Il grande giro del Garda”, di Giorgio Barchiesi, Terre di mezzo editore (140 pagine,  17,10 euro online): 190 chilometri ad anello intorno al lago, come spiega il sottotitolo. Da percorrere a piedi.


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(Limone)


La guida è molto accurata. Vien da dire che il percorso, organizzato in dodici tappe che risalgono il Garda da Peschiera a Riva, scendendo poi da Gardone, Manerba e Sirmione per tornare a Peschiera, viene raccontato passo passo, con minuziosità e rigore. Poco incline a divagazioni, fin dall’inizio il testo mira a fornire le informazioni più utili ai camminatori. Per intenderci: come vestirsi, quali scarpe usare (mai partire con calzature nuove), come riempire lo zaino. Lo stesso percorso viene diviso a seconda delle esigenze e delle caratteristiche fisiche di chi parte: due giorni, quattro giorni, una settimana, una toccata e fuga. Per ogni tappa c’è un profilo altimetrico, la distanza, la percentuale di sterrato e di strada asfaltata, il livello di difficoltà, il dislivello. La scheda introduttiva comprende anche indicazioni su segnaletica, mezzi pubblici, indirizzi delle varie Pro loco e indirizzi per dormire.


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(Sirmione)


Dato che il Garda è generoso di storia, non mancano i riferimenti ai luoghi più interessanti e suggestivi. Brevi accenni alla gastronomia, dato che il focus della guida è esplicitamente concentrato sulle esigenze del camminatore. Se proprio si vuole, una critica si può fare alla mancanza di attenzione alla ricca e gustosa produzione di vini Doc, per un lago che ha tra i suoi paesi più noti Bardolino e Lugana: gli altri ottimi vini sono il Chiaretto, il rosso dei Colli morenici, il Groppello, il Custoza, il Garda Merlot. Si tratta però di un lieve difetto, per una guida davvero ben curata,  per come riesce efficacemente ad accompagnare l’escursionista.

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(Il Grande giro del Garda   di Giorgio Barchiesi   ed. Terre di mezzo   pagg.140   euro 17,10)


Una parola merita la generosa produzione di Terre di mezzo. Nella parte finale della Guida c’è l’elenco dei vari Percorsi. Per citarne solo alcuni: Sardegna a piedi, Sulle strade dei Valdesi, Guida alla Via Vandelli, Italia coast to coast, dall’Adriatico al Tirreno. Numerosi i titoli dedicati ai “Cicloviaggi”. Per chi decida di mettersi in cammino lungo le vie storiche dell’Europa, una cartina molto chiara è dedicata ai Cammini da scoprire con le relative Guide. Il Grande giro del Garda è un ottimo allenamento per ulteriori traguardi.

 

*FABIO ZANCHI (Da piccolo guidava trattori e mietitrebbie. Da giornalista, prima all’Unità e poi a Repubblica, ha guidato qualche redazione. Per non annoiarsi si è anche inventato, con Nando dalla Chiesa e altri spericolati, il Controfestival di Sanremo, a Mantova)

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