Razzìa di tartufi nel Parco degli Abruzzi

di REDAZIONE

Dopo giorni di indagine e appostamenti andati a vuoto (gli agenti hanno usato anche un drone) i guardiaparco del Pnalm di Opi e Pescasseroli hanno bloccato un uomo che tornava con cani e vanghetta da una fruttuosa "caccia" abusiva: dai tasconi del gilet sono usciti cinque chili di tartufo nero invernale, ovviamente sequestrati.

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La raccolta del tartufo nel Parco infatti può essere fatta solo da persone autorizzate e nel territorio di residenza (il tartufaio invece veniva dal Frusinate), per un massimo di 2 chili a persona al giorno. L'Abruzzo peraltro è zona rossa Covid, e l’uomo non avrebbe dovuto sconfinare dal Lazio. In più, sarebbe vietato ai non autorizzati uscire dai sentieri e girare coi cani; infine la mole di tuberi sequestrata gli ha procurato una denuncia anche per danneggiamento di habitat naturali. Il tartufo infatti, ricorda la direzione del Parco degli Abruzzi, a livello ipogeo svolge un ruolo importante per il trasferimento dei nutrienti tra piante anche differenti in una vasta rete di interscambio ancora da “decifrare” totalmente.


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