Oman: mirra, canali e tartarughe sontuose.

di ANNAMARIA GALLO

Era nato a sud, nella vecchia capitale Salalah,  e viveva nel palazzo con sua madre, una delle mogli del Sultano. Studi all'Accademia militare, in seguito economia nel Regno Unito...  Poi un periodo così così fino a che nel 1970,  a ventinove anni e con un piccolo aiuto dell'Inghilterra, spodestando il padre salì sul trono dell'Oman. Nelle sue mani, le mani di Qābūs bin Saʿīd Āl Saʿīd, il paese è diventato la Svizzera del Levante Arabo.

Nel suo primo discorso chiese aiuto al popolo; all'ospedale - magnifico, modernissimo - diede il nome della prima bambina nata lì. Una bambina, non un eroe dell'Islam, né un condottiero o un generale.

L'anno successivo a quello del suo insediamento tutti i bambini, tutte le bambine andavano a scuola e, come in Danimarca, piccoli bus colorati raccoglievano i giovani omaniti per portarli nelle classi in tutte le parti del paese.

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Gli omaniti sono belli, ben mischiati per via della posizione, un crocevia a cavallo tra lo stretto di Ormuz e il mare Arabico. Africa e India, a nord la Persia. Un vortice tranquillo di pescatori, pirati e allevatori, neri col naso camuso ed ariani, piuttosto alti e, ovvio, con occhi di velluto.

A nord e a sud le montagne, paesaggi marziani, il Paese di Bengodi per geologi e troupe cinematografiche. Il paese è quello da cui partivano mirra, incenso ed oli profumati, arrivavano allora fino al Mall del Circo Massimo per la gioia delle matrone romane... dove un macellaio di Capua o un mercante di ambra, tra una biga e l'altra, avrebbero potuto acquistare un souvenir per figlie o le amanti. Olio di rosa, per esempio.

Wadi Dawkad, gli alberi dell'incenso... Cercateli. C'è un'oasi carovaniera, si chiama Shisr Wubar. Nelle oasi - ovunque nel mondo, deserti caldi o freddi, dappertutto - si poteva entrare solo dopo aver deposto le armi. Nel luogo salvifico per tutti, il posto diverso dal mondo reale, tutti, uomini ed animali, cercano conforto e il conforto è il contrario del conflitto. 

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Già, a proposito di oasi, anche Bahla lo è. Patrimonio UNESCO per i suoi mattoni crudi, le fondamenta in pietra e le dimensioni colossali. I Banu Nebhan la edificarono e se la tennero per tre secoli a partire dal Xll...  Le fortezze dell'Oman. Un oasi fortificata, una contraddizione in termini.

Se vi aggrada la preistoria andate a Bat ma se vi piacciono i centri commerciali ce ne sono di lussuosi, tutti ugualmente griffati, a Muscate, la capitale. Io prediligo il vecchio mercato, vicino al porto. Li c'è sempre il suk e ci si trovano boccette smerigliate, piccole e piene di oli profumati di rose e di agrumi. Lì di fronte, sempre illuminato come un eterno pavese, uno degli yacht della famiglia del sultano...  Quel genio illuminato è morto da poco, senza lasciare eredi diretti.  Aveva detto che se la sua famiglia non si fosse messa d'accordo in 72 ore aveva pronta da anni - era malato da tempo -  la lettera con su scritto il nome del successore designato... Si sono messi d'accordo e pare che il religioso alla notizia abbia sorriso... Avevano scelto come avrebbe deciso lui. Chissà. 

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La Via della Mirra  era una delle più frequentate dell'antichità e il Sultano la rilanciò;  cercate il profumo Amuage... Nato nel 1983, dopo che  Qābūs  aveva scritturato alcuni tra i migliori nasi del mondo perché lo inventassero, oggi da prodotto di nicchia è diventato un luxury brand ed ha i suoi punti vendita negli aeroporti, a via Montenapoleone, nei centri commerciali di Dubai, lì, vicino alla pista da sci coi pinguini esterrefatti. 

In Oman si può fare trekking e anche per visitare gli antichi villaggi degli Aflaj serviranno un paio di buone scarpe da passeggio.  Chilometri di gallerie per non sprecare acqua e le oasi di montagna, un antico, complicato sistema di stivaggio e distribuzione dell'acqua. Aridocolture millenarie, patrimonio dell'umanità, terrazze e fonti, muretti, scale, datteri e fiori, una delle cose più commoventi che abbia visto in vita mia. 2.500 metri di canyon, secondo solo a quello statunitense, ma frequentato molto meglio. Lassù vive beata una comunità di capre, ben nutrite dalle merende dei turisti, e ci si può trovare un solo negozio di souvenir che è un tetto di lamiera dove le donne e le bambine vendono fili di lana intrecciati. Non sai che farne, però un portachiavi non si nega a nessuno, anche se quelle lane grezze pizzicano tra le dita, perché le donne sono timide e belle, non ti assillano. Da qualche anno anche i loro figli vanno a scuola, domani sarà migliore.

 A la Corniche c'è un forte portoghese ma non è il solo luogo cinto da mura:  a cavallo tra quei mari edificare fortezze è sempre stati un must. Prenderete un caffè (che non a caso si chiama Coffea Arabica) con una pasta scura e strana, si fa una pallina, si mette in bocca e lì si scioglierà  al calore della bevanda. All'ombra delle mura rosa di Nizwa, la capitale antica. Certo una cosa ben diversa dall'espresso o dalla Moka, ma qui siamo dove tutto il caffè ebbe inizio... Assaggiare necesse. Cercatelo nel mercato, tra anfore vere che, davvero, tengono l'acqua in fresco anche sotto al sole.

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 Barriera Corallina, vista una le hai viste tutte, pesci colorati;   ma qui, Ras al Jinz, le tartarughe vanno a riprodursi, a un'ora da Muscat, è una gita da non perdere anche perché in barca vi offriranno datteri morbidissimi e ripieni... Pistacchi, profumi e tartarughe che nuotano sontuose.

Il museo accanto al Palazzo reale è completo, elegante, suggestivo ed è stato progettato ed allestito da due donne, giovani ed europee...  La Svizzera del Medio oriente.


*ANNAMARIA GALLO (Roma, 1957. Insegna geografia da quarant'anni e negli ultimi lo ha fatto in carcere. Viaggia sola, col marito, con le figlie... Tra poco coi nipoti)


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