NUOVI ORIZZONTI - Cronache marziane, un po' italiane
di SANDRO CENCI*
Avviso ai naviganti: ci hanno cambiato l’orizzonte. E’ successo giovedì 18 febbraio, alle 21.55. A quell’ora stavo con il naso incollato allo schermo, mentre Perseverance si appoggiava sul suolo di Marte, nel cratere Jezero. Gli ultimi sette minuti avevano lasciato tutti senza fiato. La sonda, in quei sette minuti, sarebbe dovuta passare da una velocità di 20mila chilometri all’ora a zero, per non schiantarsi. Una scommessa paurosa, così come l’impresa che l'ha portata a viaggiare per 203 giorni, lungo una rotta di 470 milioni di chilometri. Alle 21.55 di quel 18 febbraio è cambiato tutto. Per noi, per i nostri figli, per i nostri nipoti. Per il nostro mondo, sempre più simile a quel “pallido puntino azzurro” di cui parla l’astronomo Carl Sagan. Così piccolo, così grande.
Missione Perseverance: che cosa ho provato
Io adoro l’Universo, sin da quando ero piccolino: immaginare altri mondi è stata ed è, per qualche ragione che non saprei dire, una componente fondamentale del mio “essere io”. La mia poesia preferita è sempre stata l’Infinito di Giacomo Leopardi. Quei riferimenti agli “interminati spazi”, agli “infiniti silenzi” e alla “profondissima quiete”, mi hanno sempre precipitato in una voragine di pensieri in cui viaggiavo tra mondi i più diversi, che la fantasia rendeva veri. E dopo Leopardi c’è stato il “Pale Blue Dot” di Carl Sagan, quel genio visionario, che ha voluto regalarci qualche riferimento concreto perché l’umanità potesse valutare il proprio posto nell’Universo e farci capire quale sia la rilevanza, in un contesto più grande, delle nostre beghe casalinghe. Sagan richiese, e ottenne, a prezzo di qualche lotta, che la sonda Voyager 1, girasse la fotocamera, quando era al di là dell’orbita di Nettuno (6 miliardi di km!), e la puntasse in direzione della Terra. Ed eccolo qui, il “Pale Blue Dot”:
(Pale Blue Dot, Piccolo Puntino Blu - NASA/JPL)
Lo vedete quel puntino al centro della banda marrone sulla destra? Quella è la Terra, quella sei tu, sono io, siamo tutti noi. Difficile, almeno per me, non provare un senso di sgomento. Leggere le parole di Carl Sagan in proposito apre la mente a valutare in modo nuovo le nostre esistenze, e la nostra stessa specie, con la sua capacità di spingere lo sguardo al punto di potersi voltare indietro a contemplare il suo punto di origine, vedendolo esattamente per quello che è: un nulla all’interno dell’immensità del cosmo.
La passione del ragazzino che ero non si è mai spenta, e mi ha portato, tutte le volte che potevo, a seguire in diretta gli eventi delle varie missioni spaziali, perché ciascuna di queste disvela un piccolissimo pezzo della meraviglia che ci circonda. Così ho seguito Curiosity su Marte, New Horizons nel fly-by di Plutone, Rosetta nel suo tentativo di atterraggio sulla cometa Churyumov-Gerasimenko, la sonda Huygens atterrata su Titano. Tutte le volte ho provato un senso di ammirazione per quello che stavamo (sì, stavamo!) facendo, di invidia per le persone coinvolte nell’avventura, e di gratitudine per essere vivo quando queste meraviglie accadono. E così è stato anche la sera dell’ammartaggio di Perseverance. Ho seguito insieme ad alcuni miei colleghi tutta la diretta della NASA-JPL, e non mi vergogno a dire che mi sono commosso. Sarà sicuramente anche per l’età, ma credo che qualcosa di quel ragazzino che si “spaura” nel contemplare l’immensità del cosmo sia rimasto in me, accompagnato, però, da una nuova consapevolezza: la curiosità umana è una forza che non può essere imbrigliata.
A CHE PUNTO SIAMO - La ricerca della vita nel Sistema Solare
La ricerca della vita nel cosmo è uno dei motori primari della attività di esplorazione dello spazio. Pensare di essere soli nell’Universo è qualcosa difficile da accettare: sarebbe come pensare a una serra infinita nella quale ci sia un solo vaso con una pianta viva all’interno. E’ naturale che queste ricerche si svolgano innanzitutto nei nostri dintorni, e cioè nel Sistema solare, il che non significa necessariamente sui pianeti, ma anche in habitat diversi come alcune lune di Giove e Saturno. Per quanto riguarda i pianeti ci sono indizi intriganti provenienti da Venere e da Marte e addirittura da Plutone: Venere è certamente un mondo ostile, almeno al suolo. Temperature di centinaia di gradi e pressioni insostenibili all’interno di un’atmosfera corrosiva rendono l’ipotesi della vita laggiù improponibile. E tuttavia... si sono registrate tracce di fosfina, negli strati alti dell’atmosfera venusiana. La fosfina è un composto che sulla Terra può essere prodotto da forme di vita, che ha fatto nascere l’idea di una possibile presenza di vita nelle nuvole di Venere. E’ da dire che le indagini sono ancora in corso, vi sono ricercatori che dubitano che ciò che si è rilevato sia effettivamente fosfina, e quindi tutta la teoria è da considerarsi puramente ipotetica, al momento.
Per quanto riguarda Marte, la ricerca della vita (o di sue tracce fossili) ha qualche probabilità in più di essere accertata. Si è detto dello scopo primario di Perseverance, e non a caso è stata fatta ammartare all’interno del cratere Jezero, che ospitava qualche milione di anni fa un vasto lago, e cioè acqua, l’elemento principale associato alla vita, almeno così come la conosciamo noi. Si faranno ricerche di strati sotterranei di acqua, che su Marte esistono certamente, e nel contempo di campioni fossili che potrebbero essere presenti vista la natura del cratere nel passato. In effetti, il cratere Jezero si trova nel delta di un antico fiume e, almeno sulla Terra, il delta è un luogo ricchissimo di vita. Se, come è ragionevole ipotizzare, questa condizione valesse anche per Marte, allora sarebbe legittimo aspettarsi la presenza di campioni fossili derivati dalla presenza di vita passata sul pianeta. Non poteva essere scelto luogo migliore, per Perseverance.
(Il cratere Jezero, dove lavorerà Perseverance NASA/JPL – Caltech/ASU)
(Il delta del cratere Jezero NASA / JPL / University of Arizona / Seàn Doran)
Marte e Venere non sono gli unici corpi del Sistema Solare potenzialmente atti a ospitare la vita sia pure non al suolo, o in un lontano passato. La sorpresa più grande viene da Plutone, un pianeta nano oggetto della visita della sonda New Horizons nel luglio del 2015. Ebbene, si ritiene che Plutone possa ospitare o aver ospitato un oceano d’acqua al di sotto della sua superficie, rendendolo, in ipotesi, potenzialmente adatto alla presenza di vita, certamente impossibile alla superficie, date le temperature estremamente basse (-228 °C) lì presenti.
(Plutone visto da New Horizons
NASA/APL/SwRI)
La ricerca della vita si basa essenzialmente sulla ricerca dell’acqua che ne costituisce la precondizione essenziale. Questo stesso principio costituisce il motore fondamentale delle ricerche su alcune lune di Giove e di Saturno.
Europa
Europa è una luna di Giove, cioè orbita intorno al gigante gassoso, ed è considerato il migliore tra i posti possibili nel Sistema solare, per ricercare la vita. Questo è sorprendente, perché Europa si trova ad una distanza enorme dal Sole, ed è un mondo ghiacciato, sottoposto a temperature difficilmente compatibili con la vita. Eppure… eppure si ritiene che al di sotto della superficie ghiacciata della luna esista un oceano di acqua liquida contenente il doppio di tutta l’acqua presente in qualsiasi forma sulla Terra. Il meccanismo di formazione di questo oceano è basato sulle forze di marea, che la presenza di un corpo enorme come Giove impone alle sue lune. Durante la rotazione intorno a Giove, la luna viene sottoposta ad una sorta di tira e molla, deformandosi continuamente. Tale continua deformazione genera calore interno, e questo calore scioglie il ghiaccio dall’interno trasformandolo in acqua liquida, e acqua significa potenzialmente vita. E’ in corso di preparazione una missione della NASA che dovrà stabilire le caratteristiche di abitabilità di Europa e del suo oceano. Il nome di tale missione è Europa Clipper, e il suo lancio è previsto per gli anni ’30 di questo secolo.
(La superficie ghiacciata di Europa NASA/JPL/DLR)
Encelado
La missione Cassini ha scoperto che anche su Encelado, una delle lune di Saturno, potrebbero esistere le condizioni favorevoli alla vita. Sono state infatti scoperte tracce di composti organici disciolti nel ghiaccio della piccola luna (circa 500 km di diametro) che fanno ipotizzare la presenza di amminoacidi al di sotto della superficie, dove si ritiene esista un oceano di acqua liquida, come su Europa. E, come sempre, l’acqua è una precondizione per la presenza di vita.
(Encelado NASA/JPL/Space Science Institute)
IL CONTRIBUTO ITALIANO
L’ammartaggio di Perseverance è stato seguito attraverso le antenne del Sardinia Deep Space Antenna (SDSA) dell’ASI, situato presso Cagliari, che è diventato un tassello della rete Deep Space Network della NASA, la quale ha il compito di mantenere le comunicazioni con le missioni sparse per l’Universo, e non solo quelle della NASA.
Perseverance è un tassello di una missione molto più complessa, denominata “Mars sample return” che, come si è detto, ha lo scopo di riportare sulla Terra i campioni del suolo marziano che Perseverance preleverà durante le sue peregrinazioni alla ricerca di tracce di vita. Il contributo italiano in queste futura missione allargata è estremamente rilevante, in particolare grazie alla Leonardo, l’azienda leader nei settori dello Spazio e della Difesa che, nel suo sito di Nerviano (Milano), ha il compito di sviluppare i prototipi dei due bracci robotici di questa futura missione. Il primo di questi bracci sarà relativamente piccolo (110 cm), avrà 6 gradi di libertà e sarà montato sul rover dell’ESA specificamente disegnato per prelevare dai siti di stoccaggio, mediante una pinza, i campioni preparati da Perseverance. Il secondo braccio, più grande e con 7 gradi di libertà, supererà i 200 cm di estensione e sarà installato sul Sample Retrieval Lander della NASA: avrà lo scopo di prelevare i campioni posti sul rover dell’ESA per spostarli nella capsula che sarà successivamente lanciata in orbita, per tornare poi sulla Terra. Sempre Leonardo, attraverso Thales Alenia Space, fornirà il sistema di comunicazione per l’ERO (Earth Return Orbiter) ovvero la sonda che riporterà i campioni sulla Terra.
Questi contributi sono solo una piccolissima parte dell’impronta italiana sull’esplorazione spaziale, un’impresa che ha dato importanti risultati nel passato e che offre delle grosse opportunità nel futuro per la nostra industria: che si parli della realizzazione del modulo Columbus per la Stazione Spaziale Internazionale, realizzato a Torino, o della futura missione Artemis per riportare (e mantenere) l’uomo sulla Luna, si tratta di attività sempre più legate a stabilire e mantenere una presenza umana permanente nello spazio e su altri corpi celesti intorno a noi. Questi processi hanno subito un’accelerazione con la comparsa sulla scena di figure visionarie capaci di imporre una prospettiva del tutto nuova alle attività legate allo spazio, consentendo di orientare e ispirare nuove generazioni verso l’esplorazione alimentata dalla curiosità e dall’intelligenza, che vanno però contemperate da una parallela visione etica che mantenga l’uso sempre più esasperato della tecnologia sotto controllo al fine di un progresso effettivo di tutta l’umanità. Sono sfide importanti, e belle, che noi vecchi lasciamo alle giovani generazioni.
Passeggiare nello spazio
Tutto lascia pensare che entro breve tempo sarà possibile un turismo spaziale. I primi segnali ci sono già stati. Dal 2001 al 2009, per esempio, sette turisti hanno soggiornato nella Stazione Spaziale Internazionale. Un privilegio riservato a pochi, dato che hanno dovuto sborsare ben 20mila dollari a testa. Ma senz’altro ne è valsa la pena.
Altro dato: ben 700 persone hanno già pagato mille euro di acconto per prenotare un volo su SpaceshipTwo per un’esperienza eccezionale. A sei persone per volta sarà possibile volare a 100 chilometri di altitudine. E per tre ore, dai dodici oblò della navicella spaziale potranno godersi la visione della Terra immersa nel buio. Secondo Elon Musk, uno fra gli imprenditori più visionari, il 2021 è l’anno dell’inizio del turismo spaziale. Una meta sempre più a portata di mano.
*SANDRO CENCI (Folgorato in giovanissima età da una incurabile curiosità per tutto ciò che riguarda l’Universo e da una straripante passione per l’Astrofisica, si è però dedicato a materie più “terrestri” come l’Ingegneria, che gli hanno consentito di mantenersi agganciato agli sviluppi dei vari programmi spaziali sia pur senza mai parteciparvi in prima persona. Sigh! Lavora in un’Azienda leader nei settori della Difesa e dello Spazio e, da quel punto di vista privilegiato, osserva con emozione e passione i cambiamenti epocali che si stanno verificando nella corsa spaziale, dai primi bip bip dellO Sputnik alle missioni multinazionali verso altri mondi, alle prime realizzazioni del turismo spaziale)
clicca qui per mettere un like sulla nostra pagina Facebook
clicca qui per rilanciare i nostri racconti su Twitter
clicca qui per consultarci su Linkedin
clicca qui per guardarci su Instagram
RIFERIMENTI
Siti
https://www.esa.int/: il sito dell’ESA, l’agenzia spaziale europea.
https://www.asi.it/: il sito dell’Agenzia Spaziale Italiana ricco di approfondimenti sui contributi italiani passati, presenti e futuri all’esplorazione spaziale
https://www.nasa.gov/: il sito ufficiale della NASA
https://www.jpl.nasa.gov/: il sito ufficiale del Jet Propulsion Laboratory, i creatori di Perseverance
https://it.wikipedia.org/wiki/Pale_Blue_Dot#Riflessioni_di_Sagan: la pagina di Wikipedia dove si possono leggere le riflessioni di Carl Sagan sul Pale Blue Dot
https://hubblesite.org/: il sito del telescopio spaziale Hubble
http://en.roscosmos.ru/: il sito della ROSCOSMOS, l’agenzia spaziale russa
https://global.jaxa.jp/: il sito della JAXA, l’agenzia spaziale giapponese
http://www.cnsa.gov.cn/english/: il sito della CNSA, l’agenzia spaziale cinese
https://europa.nasa.gov/: il sito della missione Europa Clipper della NASA
https://mars.nasa.gov/mars2020/: il sito della missione Mars 2020, di cui Perseverance è un primo tassello, della NASA
https://it.wikipedia.org/wiki/Vita_su_Europa: la pagina di Wikipedia dedicata alle ipotesi circa la vita su Europa
https://it.wikipedia.org/wiki/Encelado_(astronomia): la pagina di Wikipedia dedicata ad Encelado
https://www.nasa.gov/mission_pages/newhorizons/main/index.html: la pagina del sito della NASA dedicata alla missione New Horizons, per Plutone ed oltre