Monti, metti una sera dopo il Covid - un racconto fotografico

di IKONICA*

Una sera, passeggiando per fotografare il rione Monti dopo il Covid-19.

Si scende da via Cavour, proprio dove c’è l’uscita della metro B, e si arriva in Piazza della Suburra, nel cuore di quello che era un quartiere malfamato in cui ancora oggi è possibile incrociare prostitute. 


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Salendo su via Urbana ci si imbatte in un negozio del Bangladesh il cui proprietario si allena in strada sollevando pesi autocostruiti, e proteggendosi le mani con un paio di guanti male in arnese.


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Non più rumore di movida, non più turisti chiassosi in cerca di birra, vino e cibo spazzatura. Ora si sente il rumore dei passi, il ticchettio di scarpe con il tacco.

Su via degli Zingari c’è una piccola galleria d’arte, e un negozio di antiquariato un po'
male in arnese. Le auto parcheggiate sono una nota stonata. Lungo tutta la strada piante di gelsomino in fiore che, uscendo da un piccolo spazio tra i sanpietrini, arrivano fino al tetto profumando l’aria. Vanno su, in alto, sono una nuvola bianca inebriante.

Poco più in la, seduti sulla soglia di un negozio, due ragazzi. Lei messicana lui francese. Si sono conosciuti a Roma innamorandosi. Sono lì a godere della reciproca vicinanza, bevono birra e parlano. Raccontano di come si sono incontrati e di quanto sia bella Roma. Non c’è timore. 


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Poco più avanti una barberia ancora aperta con l’ultimo cliente. 

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Camminando avvolti dal profumo del gelsomino si arriva in via del Boschetto. È semi deserta, si 
sente una coppia parlare.


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Più avanti, una ragazza fotografa uno scorcio con il cellulare.

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Poco più in là una persona affacciata alla finestra tiene in braccio un cagnolino. Ci avviciniamo, vede la macchina fotografica e si ritrae.


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Salendo su per via del Boschetto un piccolo negozio di abbigliamento espone i capi di vestiario
con listino prezzi. Mascherina sette euro, catenella reggimascherina 25 euro.

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Si scende verso via dei Serpenti da via Ciamarra, guardando in alto si vedono tele bianche dove sono scritte poesie in romanesco ispirate al Virus.



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Da via dei Serpenti si arriva in piazza della Madonna Ai Monti. Uno dei luoghi della movida romana più caciarona. Ora semideserta e silenziosa. 


Imboccando via Baccina si è di nuovo avvolti dal profumo del gelsomino. Non c’è più nessuno. Poco più in là una scala dove delle ragazze sedute parlano e fumano. Sono due amiche, vengono dai castelli romani. Un saluto, due chiacchiere e di nuovo avanti.

Di li a poco, sulla sinistra, una stradina immersa nel silenzio, sui davanzali fiori a non finire.


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Via Baccina è leggermente in salita e curva verso sinistra, inizia una leggera discesa alla fine della 
quale si vedono i resti del Foro di Augusto; sono li, dietro un muro tra le case. Da via Baccina si sbuca in via Tor De Conti. A sinistra si scende verso i Fori imperiali, a destra si risale fino alla Salita Del Grillo dove c’è l’omonimo palazzo del Marchese.


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Scendiamo sui Fori Imperiali. Coppie che passeggiano in mezzo alla grande bellezza. Non sono i
soli,  poco più in la una famigliola in bicicletta. Sono tante le biciclette che passano sui Fori. Quelle con la pedalata assistita e poi quelle sgangherate dei ragazzi che consegnano cibo, neri, nord africani e mediorientali. 


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Non hanno la pedalata assistita. Si vede la fatica sui volti che passano.




*IKONICA (E' un' associazione culturale fotografica fondata da Angelo Franceschi, nata dal desiderio di condividere e divulgare la passione ed il talento per la fotografia. Organizza corsi, workshop, uscite fotografiche, mostre, seminari a tema e viaggi destinati a tutti, dai principianti ai professionisti)

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