Mav di Ercolano, a cavallo di un drone sulle antiche domus

di TINA PANE*

A cominciare dalle lettere di Plinio il Giovane, c’è una vasta letteratura e filmografia che si è occupata dell’eruzione del Vesuvio del 79 d.C., quella che ha seppellito Pompei, Ercolano e Stabia  consegnandoci una prodigiosa testimonianza della vita com’era allora. I disastri naturali, si sa, colpiscono molto l’immaginazione, ma poi la curiosità dei posteri si allarga a macchia d’olio, perché tutto ciò che è narrazione del passato esercita un fascino incredibile sulle nostre menti e, in questi tempi amari, pure sui nostri cuori.

Quindi, in attesa di conquistare il Green pass Covid e mentre continuiamo ad annusare la primavera da finestre e balconi, possiamo imbarcarci in viaggi di fantasia supportati dalla tecnologia. Che ne dite allora di fare un virtual tour nel Golfo di Napoli per entrare nelle lussuose ville che gli antichi Romani si erano fatti costruire qui, da Baia a Oplontis? Oppure di immergervi nella vita quotidiana di Pompei, Stabia, Ercolano, prima che l’eruzione cancellasse tutto?

ercolano teatrojpeg

Il MAV  - Museo Archeologico Virtuale - fa al caso nostro.

Il museo come è noto sorge a Ercolano, su un’area di 5.000 metri quadri, distribuita su tre livelli, e vicinissimo agli Scavi Archeologici. Al suo interno, attraverso ricostruzioni scenografiche, interfacce visuali e ologrammi, il visitatore è condotto in una dimensione virtuale, dove sperimenta in modo ludico ed interattivo le nuove opportunità che la tecnologia multimediale offre alla fruizione del patrimonio archeologico. E grazie a più di settanta installazioni multimediali si immerge nella vita, nei colori, nei suoni e nello splendore delle più belle città romane della Campania felix: oltre a Pompei ed Ercolano, anche Baia, Stabia e l’isola di Capri.





È giovane il MAV, ma in dodici anni di vita - oltre a una serie di prestigiose collaborazioni per mostre nei principali musei del mondo -  ha saputo dotarsi di sempre nuova tecnologia, per rendere l’esperienza del visitatore totalmente interattiva: virtual drone sulle città, realtà aumentata, approccio multisensoriale e soprattutto la possibilità di costruirsi il percorso di visita secondo il proprio gusto, in completa autonomia.

esterniMAV-4124jpg

Una nuova frontiera dell’esperienza museale, dunque, che spettacolarizza la divulgazione scientifica aggiungendo alle tante narrazioni già disponibili del nostro glorioso e mai abbastanza indagato passato, quella offerta dal futuro, che come sappiamo, è 5.0.

Nelle more della riapertura, un museo così advanced non poteva stare con le mani in mano. E quindi propone ogni fine settimana dei virtual tour, acquistabili da singoli, da gruppi e da scolaresche. Sabato 1° maggio l’appuntamento è alle 19 con “Eruzioni vesuviane”, sulla benemerita piattaforma Zoom e con una guida che interagisce con i visitatori, per visitare i luoghi pubblici (teatri, terme, fori), le Domus private, la pittura pompeiana ed ercolanense e la Villa dei papiri.

Il giorno dopo, domenica 2 maggio, alla stessa ora, il viaggio a ritroso si intitola “Lusso e ville nel Golfo di Napoli”, per scoprire, o riscoprire, un’area che per bellezza naturalistica e clima i Romani avevano scelto come luogo di villeggiatura, evasione e godimento. E qui, nell’attesa di programmare visite reali, c’è solo da rosicare.

Pompei foro 1jpg

Anche se tutti non vediamo l’ora di fare la valigia e partire, la fruizione del patrimonio culturale non sarà più la stessa dopo la pandemia. Perché le nuove tecnologie offrono alla museografia delle prospettive di sperimentazione e di possibilità didattiche fino a oggi inimmaginabili, restituendoci visioni ed emozioni virtuali che addirittura possono superare quelle reali.

Dunque, se pensate di venire da queste parti, il consiglio è: prima fatevi una visita virtuale e poi varcate l’ingresso degli Scavi. Io lo feci in quest’ordine portandoci i figli bambini, una decina di anni fa, e fu un successo, di apprendimento e intrattenimento.


* TINA PANE (Napoli, 1962. Una laurea, un tesserino da pubblicista e un esodo incentivato da un lavoro per caso durato 30 anni. Ora libera: di camminare, fotografare, programmare viaggi anche brevissimi e vicini, scrivere di cose belle e di memorie)

clicca qui per mettere un like sulla nostra pagina Facebook
clicca qui per rilanciare i nostri racconti su Twitter
clicca qui per consultarci su Linkedin
clicca qui per guardarci su Instagram