Maraini, Fontana, Mancuso e Verdone: premio Hemingway, i vincitori e le motivazioni

di REDAZIONE

Sarà il presidente del Centro per il Libro e la Lettura Marino Sinibaldi a condurre il Gala del Premio Hemingway 2021, sabato 26 giugno dalle 20 nell’Arena Alpe Adria di Lignano Sabbiadoro. Il premio è organizzato dal Comune e patrocinato dalla regione Friuli Venezia Giulia.

Sinibaldi, affiancato dagli scrittori Alberto Garlini e Gian Mario Villalta e dallo storico dell’arte Italo Zannier, intervisterà i vincitori: Dacia Maraini, Franco Fontana, Stefano Mancuso, Carlo Verdone.


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(Dacia Maraini        foto Fabio Lovino)

Le premiazioni cominceranno venerdì 25 giugno alle 18 con l’artista Franco Fontana, vincitore del premio per la Fotografia, in dialogo con Italo Zannier. Alle 21 sarà il turno della vincitrice del premio per la Letteratura, Dacia Maraini appunto, intervistata da Gian Mario Villalta nell'incontro “Amata scrittura”. Sabato 26 giugno alle 11.30 Simona Regina incontrerà il vincitore del premio Avventura del pensiero, Stefano Mancuso,   nell’evento “Plant revolution”. Gli incontri con gli autori si concluderanno alle 17, con “La carezza della memoria”, quando Alberto Garlini intervisterà Carlo Verdone, premio Testimone del nostro tempo 2021. 

Eventi prenotabili gratuitamente attraverso il sito ufficiale www.premiohemingway.it


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(Franco Fontana)


Qui di seguito i vincitori e le motivazioni:

Premio Hemingway per la letteratura. Dacia Maraini.

"Per aver scritto, con grandissima sensibilità, romanzi capaci di avvolgere i fili di storie affascinanti e tempestose, con una immaginazione che spesso si fa più viva della realtà, e diventa estensione armonica delle voci di donne inquiete e coraggiose. I grandi personaggi dei suoi romanzi - Marianna, Colomba, Isolina -, ci arrivano nel cuore come corpi amati o vilipesi, beatificati o temuti dal mondo maschile, che cercano la felicità dentro le atmosfere e i costumi di una società spesso avversa. Personaggi che con il loro amore possono illuminare le nostre vite, nella concreta ricerca di una emancipazione dello sguardo, per un incontro con l’altro che possa finalmente cambiare le regole del gioco”.

Premio Hemingway per la fotografia. Franco Fontana. 

"Fontana ha assemblato, nel fotolibro 'America', edito da Contrejour di Parigi, una sequenza di immagini sul 'paesaggio sociologico' americano, da lui esplorato in decenni di frequenza e di viaggi nel territorio. Il volume si offre come suggestivo e autorevole, accorato romanzo visivo sul territorio americano ed è culturalmente memore di una specifica iconografia che si è avventurata, dal Novecento a oggi, anche nell’opera di pittori come Hopper, Shahn, Warhol, e di poeti e romanzieri come Agee e Kerouac, che qui iconicamente riemergono nelle sintetiche, metaforiche fotografie dal profilo metafisico, di Franco Fontana”.


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(Stefano Mancuso)


Premio Hemingway Avventura del pensiero. Stefano Mancuso.

“Per averci permesso di cogliere, per mezzo di innumerevoli evidenze, come le piante siano organismi viventi niente affatto inferiori, ma anzi sofisticati e dotati di intelligenza, apprendimento e memoria, che, pur essendo costruite su un modello totalmente diverso dal nostro, potrebbero ispirarci per trovare soluzioni a diversi problemi tecnologici. Grazie alla sua straordinaria avventura scientifica, ci ha insegnato che le piante sono reti viventi che parlano anche alla nostra intelligenza, se siamo capaci di guardare a un regno diverso da quello animale senza pregiudizi, ma con desiderio di conoscenza; e che senza le piante è impossibile immaginare il futuro dell’umanità”.



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(Carlo Verdone     foto di Claudio Porcarelli)


Premio Hemingway Testimone del nostro tempo. Carlo Verdone

“Per aver saputo raccontarci, strappandoci travolgenti risate, i cambiamenti, i tic, le contraddizioni, ma anche i sentimenti e i sogni - non importa se a volte di cartapesta - dell’Italia contemporanea. Artista sensibilissimo, Verdone non ha mai perso il gusto per l’osservazione della realtà, rendendola, grazie a una straordinaria abilità mimetica, con uno sguardo partecipe ma senza sconti, a tratti melanconico e intimo, che parte dalla sua città, Roma, per aprirsi una riflessione cinematografica e letteraria di grande valore, che parla direttamente al cuore del pubblico e che nello stesso tempo permette di riflettere sullo stato della commedia umana, colta spesso nell’esatto momento in cui accade. Si può ridere contro, si può ridere alle spalle, Verdone riesce invece nel miracolo di farci ridere insieme, affratellati, dentro una luce divertita e sorniona che riscatta le nostre fragilità”.



(fonte: uffici stampa Volpe&Sain e  Pordenonelegge)


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