LO STUDIO / Cosenza food&wine. Il sogno di un marchio unico per il turismo di qualità

di PAOLO VELTRI*

Un territorio ricco di prodotti eccellenti, in cui la quota di imprese agricole è simile a quella delle industrie. E dove il turismo può ricoprire un ruolo ancora più rilevante. La provincia di Cosenza,  700 mila residenti, presenta però una densità abitativa minore alla media italiana ed è evidente qui il fenomeno dell’invecchiamento. E’ quel che raccontano le pagine del recente rapporto “Destinazione Cosenza” realizzato dal Censis per la Camera di Commercio locale.



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(Vigneti a Lappano)


 Secondo il rapporto – che contiene anche una survey su un campione di 1.000 persone residenti nella provincia di Cosenza – l’elevata dispersione della popolazione nell’area cosentina e la “rarefazione” del sistema insediativo “rappresentano oggettivamente un handicap per quelle che, fino ad ora, sono state le regole dello sviluppo e della crescita, fortemente centrate sul ruolo delle grandi città, dei sistemi metropolitani e sulla disponibilità di infrastrutture materiali e immateriali”. Ci sono comunque ampi margini di miglioramento della filiera turistica, secondo il Censis, soprattutto “se si osserva il fenomeno turistico dal lato della presenza straniera negli esercizi ricettivi”. In Italia sono il 50% del totale dei turisti nelle strutture, qui in provincia gli stranieri sono il 12,4. Spiccano buoni risultati, dunque, nell’agroalimentare e nella riorganizzazione dell’offerta turistica di qualità: “Le vocazioni produttive del territorio cosentino - si legge nel rapporto - hanno mostrato una dinamica interessante nella creazione di valore, emergono in particolare alcuni processi di integrazione che mettono insieme agricoltura e turismo e trovano un contesto favorevole alla promozione di prodotti locali”.


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L’impatto economico dei prodotti a denominazione di origine protetta (Dop), a indicazione geografica protetta (Igp) e riconducibili a specialità tradizionali garantite (Stg) è stato quantificato per il 2018 in 14,9 milioni di euro, di cui 12,5 mln in ambito “food” e 2,4 mln in ambito “wine”. L’incremento osservato fra il 2017 e il 2018 è stato del 22,1%, con una variazione positiva molto più elevata rispetto a quella registrata in altre province calabresi.



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 Anche il settore vinicolo è in crescita nella provincia di Cosenza, che conta due produzioni Doc, il Savuto e Terre di Cosenza. Altri piccoli imprenditori cercano poi di risalire la china puntando sul rosso calabrese: “Noi siamo produttori di vini cosiddetti naturali – spiega Pierpaolo Greco, socio di una azienda vinicola di Celico – e nel mercato locale c’è grande difficoltà ad essere distribuiti, prevalgono ancora, con tutto il rispetto, modelli industriali. I nostri sono vini di nicchia, paradossalmente è più facile vendere all’estero”. L’azienda produce tra Castrovillari e la Presila 2500/3000 bottiglie annue e il 40% di queste è destinata principalmente al mercato statunitense e svizzero. “Proposte per migliorare? Bisogna stare tutti dietro un unico scudo, un brand. Non serve -  aggiunge Greco - partecipare alle fiere internazionali ma serve affidarsi anche agli influencer: penso all’avvocato Robert Parker (celebre critico), invitiamolo qui e vedrà che rimbalzo ci sarà”.


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(fonte: rapporto Censis su Cosenza)


 Abbiamo poi contattato una celebre azienda di terza generazione che opera a Belmonte dal 1910 nella trasformazione dolciaria dei fichi Dop e di altri prodotti. “Lo spopolamento delle campagne alcuni anni fa – ci dice Gerardo Colavolpe – aveva reso difficoltoso il reperimento del fico, noi non lo coltiviamo. Attraverso le opportunità garantite dai fondi comunitari abbiamo però lavorato molto per incentivarne la produzione, coinvolgendo coltivatori e chi aveva terra incolte per mettersi a lavoro. Abbiamo detto in pratica: coltivate alberi di fico e poi saremo noi a comprarlo”.

Oltre ai prodotti che hanno ottenuto la certificazione Ue, come ad esempio le clementine di Corigliano e Rossano o la liquirizia, il mercato nazionale richiede tanto olio e frutta (albicocche, nettarine, pesche). Che corrisponde ad altrettanta forza-lavoro. “La produzione agricola – sostiene Francesco Cosentini, direttore regionale di Coldiretti e vicepresidente della Camera di Commercio – rappresenta il 7% del PIL regionale”. Siamo una regione particolarmente contadina ma, come evidenza il Censis, dovremmo avere maggiore consapevolezza e migliori infrastrutture per essere posizionati nel mercato". Quali sono le difficoltà? “L’eccessivo frazionamento della proprietà fondiaria e la scarsa propensione alla cooperazione sono fattori che vanno contrastati. Noi – aggiunge Cosentini - puntiamo ad una maggiore aggregazione dell’offerta perché oggi l’azienda agricola locale è piccola rispetto alla media nazionale, spesso produce senza programmazione e senza guida. Questo determina il confluire sul mercato di prodotti simili o sovrapponibili offerti a prezzi diversi. Si finisce a fare la guerra tra poveri”.


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(Vigneti a Castrovillari)


Coldiretti Calabria, che rappresenta e difende gli interessi degli agricoltori, da poco ha presentato delle osservazioni, inviate a Regione e Mipaaf, sulla proposta del disciplinare di produzione per il riconoscimento DOP del Cedro. Non sono mancate le polemiche. “Abbiamo chiesto di cambiare il nome da Cedro di Santa Maria del Cedro a Cedro della Riviera dei Cedri e di allargare l’area di produzione fino a Paola perché sono stati esclusi anche Fuscaldo e Guardia Piemontese”.


*PAOLO VELTRI (Giornalista pubblicista, laureato in Relazioni internazionali all'Università della Calabria, si occupa, attraverso riviste, testate giornalistiche e una trasmissione radiofonica, di temi culturali e problemi legati allo sviluppo sociale ed economico della Calabria. Collaboratore di Bottega editoriale in qualità di addetto alle comunicazioni media al Salone internazionale del libro a Torino nel 2014 e 2016, presso Lingotto Fiere. Ha ricoperto il ruolo di addetto marketing e comunicazione per il progetto "Villa Rendano" a Cosenza. Dal 2016 è addetto stampa del Festival leggere&scrivere, organizzato dal Sistema bibliotecario di Vibo Valentia. Da gennaio 2017 è consulente autonomo nell'ambito della comunicazione istituzionale)


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