L'Ispra e le spiagge italiane: sono piccole discariche di plastica monouso

di REDAZIONE

Per la campagna di divulgazione  dell'ISPRA  (l'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) sugli ambienti marini, è online dal 12 agosto un documentario dedicato all'invasione delle plastiche in mare, che definisce le spiagge italiane "piccole discariche di plastica monouso". 

Il 90% di questi materiali - ricorda l'istituto governativo - arriva da appena 10 corsi d’acqua che attraversano soprattutto l’Asia e l’Africa". La presenza dei rifiuti in mare costituisce un rischio incalcolabile per l'ecosistema marino:  concimi, pesticidi, sostanze chimiche plastiche e microplastiche sono le tossine che attaccano e condannano al degrado le acque e le spiagge.




In Italia, la strategia di contrasto agli inquinamenti è coordinata dal Ministero della Transizione Ecologica (MITE) e sostenuta dal Sistema Nazionale di Protezione Ambientale (SNPA), costituito da ISPRA e dalle ARPA, con il coinvolgimento delle amministrazioni centrali e locali, delle Universitá e di enti di Ricerca.  In particolare, si prova a ovviare alla minore attenzione che normalmente i cittadini - pur nella crescita dell'attenzione all'ambiente - riservano all'emergenza mare rispetto agli interventi sulla terraferma.





La campagna di divulgazione dell'Ispra è nata appunto da questa convinzione di "trascuratezza" generale intorno alle tematiche marine: il nucleo centrale sono i video che periodicamente  l'ente pubblica. Si va dalla necessità di restauro dei fondali marini al monitoraggio delle meduse, dai relitti sommersi all'ecologia delle spiagge. 

Secondo l'Annuario ambientale italiano in cifre, la quantità di rifiuti ritrovati sui nostri litorali è ingente, con valori medi, nel 2018 e 2019, pari rispettivamente a 462 e 413 rifiuti ogni 100 metri.Il litorale adriatico è il più compromesso. E la categoria di rifiuto più ritrovata è la plastica monouso.