Lettera ai viaggianti dal quarto Mago

di GIGI SPINA*

Caro Vittorio Ragone, sono il quarto dei Re Magi (non ho mai saputo se si dice Re Mago o Re Magio; a me, se proprio vuoi saperlo, piacerebbe Re Maggio, come se fossi uno della famiglia di Pupella, Beniamino, Dante e tanti altri).

Il quarto, sì, perché io sono quello sempre in ritardo. Nella foto che mi hanno scattato oggi, come vedi, sono inginocchiato, mentre i miei tre vispi colleghi ostentano schiena dritta e doni in mano. Giuseppe sembra bloccarli, perché loro vorrebbero toccare tutto e, con queste infezioni che girano, non vorrebbe facessero guai.

Io sono inginocchiato, quasi sdraiato, e mi scambiano sempre per un mendicante. Invece sono uno dei quattro, partiti insieme e giunti dopo un lungo viaggio, che prima o poi ti racconterò per il tuo blog, anche se in realtà vedo che ci sono viaggiatori molto più letterati e organizzati di noi.

Io sono nato così, inginocchiato e modesto, sempre un po’ sotto tono: preferisco l’understatement del fare all’ostentazione dell’apparire.

Come, penso, molti dei tuoi viaggiatori, nonché viaggiatrici e, mi voglio rovinare, anche lettori e lettrici.

Perché per viaggiare non sempre si deve avere una méta, il viaggiare si giustifica da sé, nelle tracce che cerchi e lasci, nei sentieri che pratichi, nelle vie che percorri.

E sono sicuro che se qualcuno chiede a un vero viaggiatore, o viaggiatrice: “Ma tu, dove stai andando?”, la risposta sarà: “Te lo dico come dove arrivo, e dove quando … anche se la risposta sarà sempre sbagliata”.

Un abbraccio forte, Direttore, anche da inginocchiato, anzi sdraiato…


*GIGI SPINA (Salerno, 1946, è stato professore di Filologia Classica alla università Federico II di Napoli. Pratica jazz e tennis. Gli piace pensare e scrivere, mescolando passato e presente)   


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