La recensione - Scalinate di Roma, saliescendi tour

di MASSIMILIANO DI GIORGIO*

Ci sono scalinate che hanno avuto una gran fortuna iconografica. Penso a quelle di Montmartre, a Parigi, fotografate da Robert Doisneau. O alla celebre scalinata del film la Corazzata Potemkin (a Odessa, in Ucraina). E certamente a Trinità dei Monti, recentemente al centro di un dibattito sulla necessità o meno di chiuderla con una cancellata, dopo l’ultimo restauro.

Nella Capitale, città dei Colli - che sono ben più dei sette classici - esistono decine e decine di scalinate. Eppure, tranne rari casi, non diresti che Roma sia fatta a scale, per parafrasare il titolo del libro di Alessandro Mauro ("Se Roma è fatta a scale", edizioni Exorma), che ora Roma Report ripubblica a puntate qui). Forse perché a Roma c'è così tanto da vedere e offrire che vatti a ricordare pure delle scale… O ancora meglio, perché sulle scale si va a piedi, mentre i romani e gli italiani in genere sono sempre meno pedoni.

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(Roma, foto da pixabay)

“Se Roma è fatta a scale” propone in tutto 77 luoghi, ma è Mauro stesso a scrivere che il numero non è definitivo, e l’esplorazione della città potrebbe portare ad ad altre scoperte.

“Sin dai primi giri, e dai primi testi, è apparso chiaro che andando avanti a scrivere di scale ne sarebbe in qualche modo venuto fuori un discorso su Roma: magari piccolo, e sicuramente parziale, ma inevitabile”, scrive l'autore. “Alla base delle scale c’è la città, sopra pure; le scale stesse, ogni gradino, sono città, e appartengono a tutti. Non si scappa”.

Le scale, dice ancora l’autore, sono praticamente l’unica zona urbana sottratta alle auto. E forse anche alle bici, pur se è meno complicato incollarsi una due ruote su una rampa che lo scooter o la macchina. Nel libro si va e si viene tra centro e periferia, non c’è un criterio architettonico o storico, forse è semplicemente in quell’ordine che sono state scoperte dall’autore. 

Ogni scheda è un piccolo elegante racconto non solo della scalinata, ma di quel che ispira. A me ha provocato subito un esercizio di memoria, cercare di ricordare tutte le scale percorse, ma anche di curiosità. E non vedrei male uno scale-tour per la città.

*MASSIMILIANO DI GIORGIO (Roma, 1965. Ha lavorato negli anni Novanta all’Unità, poi all’agenzia Reuters. Dal 2019 è un freelance. Scrive praticamente di tutto, tranne che di sport)


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