Khaled Hosseini: un barlume di speranza per Kabul
di REDAZIONE
La Bbc ha intervistato Khaled Hosseini, l'autore de "Il cacciatore di aquiloni", sul ritorno dei talebani e le scene "surreali" della presa di Kabul.
L'INTERVISTA DELLA BBC A HOSSEINI

Un' intervista amara, nel corso della quale però Hosseini confessa di nutrire ancora "un barlume di speranza": il costume, la società in Afghanistan nel corso di vent'anni - dice in sostanza - hanno subito "grandi trasformazioni". Il paese "non è più quello del 2001", è "in gran parte giovane", ricco di "figure professionali urbane", e fra loro "tante donne che lavoravano per il governo o per organizzazioni non governative".
Una nazione più laica e moderna: e la presenza di nuovi protagonisti potrebbe spingere i Talebani a "adattarsi alla nuova situazione", è la speranza di Hosseini. In ogni caso, dice, milioni di persone laggiù "non hanno scelta". E il presidente Biden e il segretario generale della Nato dovrebbero chiedersi se davvero è valsa la pena abbandonare "i grandi miglioramenti avvenuti in venti anni" in termini di conquiste civili, libertà delle donne e della stampa e così via. Tutti progressi che potrebbero essere spazzati via, adesso, in poche settimane.
La Bbc ha intervistato Khaled Hosseini, l'autore de "Il cacciatore di aquiloni", sul ritorno dei talebani e le scene "surreali" della presa di Kabul.
L'INTERVISTA DELLA BBC A HOSSEINI
Un' intervista amara, nel corso della quale però Hosseini confessa di nutrire ancora "un barlume di speranza": il costume, la società in Afghanistan nel corso di vent'anni - dice in sostanza - hanno subito "grandi trasformazioni". Il paese "non è più quello del 2001", è "in gran parte giovane", ricco di "figure professionali urbane", e fra loro "tante donne che lavoravano per il governo o per organizzazioni non governative".
Una nazione più laica e moderna: e la presenza di nuovi protagonisti potrebbe spingere i Talebani a "adattarsi alla nuova situazione", è la speranza di Hosseini. In ogni caso, dice, milioni di persone laggiù "non hanno scelta". E il presidente Biden e il segretario generale della Nato dovrebbero chiedersi se davvero è valsa la pena abbandonare "i grandi miglioramenti avvenuti in venti anni" in termini di conquiste civili, libertà delle donne e della stampa e così via. Tutti progressi che potrebbero essere spazzati via, adesso, in poche settimane.
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