Il Salone dei ragazzi con Guzzanti e Littizzetto. Alla scoperta della nuova Lonely

testo e foto di MANUELA CASSARA' *

(cronache semiserie su libri e viaggi dal Salone di Torino)

Primo giorno, anzi primo pomeriggio della giornata d’inaugurazione del Salone del Libro, 14 ottobre.  Primo giorno di resoconti per Foglieviaggi.  I diciottomila metri quadri mi erano sembrati relativamente non affollati. Ma, pandemia o non pandemia, immagino che un tardo giovedì pomeriggio non sia un metro per l’affluenza. C’erano stati, rapidi e indolori, gli sbandierati controlli largamente annunciati: prima il Green Pass, poi il biglietto. Posso però dichiarare, almeno per quello che mi riguarda, missing in action per quello della temperatura.


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Mia prima, nonché unica per quel giorno, presentazione: "Sulle vie del mondo" della Neos Edizioni, ultimo numero delle raccolte antropologiche Pagine di Viaggio dopo i precedenti (in ordine di apparizione, erano stati: "La via del fiume", "Metropolis", "Sull'isola").

Racconti. Un genere che non va sottovalutato. Perché come dice l’editrice Silvia Ramasso, “il racconto è un genere letterario che pretende raffinatezza di scrittura”. Storie di memoria, di territorio, con l’intento “di fare un mondo migliore, di far conoscere l’altro”. Si succedono sul palco, molto ma davvero molto brevemente, il tempo a disposizione, un’ora, è poco, gli autori dei racconti, inclusi quelli delle edizioni precedenti.


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(Con un libro puoi viaggiare)

Rimane il tempo per un giretto, tanto per familiarizzare con la gargantuesca planimetria del Salone. Nello stand del Corriere della Sera, circondata da un nutrito gruppo di visitatori, Luciana Littizzetto, in veste di autrice, racconta il suo libro sull’affido: "Mi fido di te", edito da Mondadori. Un tema che la riguarda da vicino, che riguarda molti da vicino; da maneggiare con cura, perché parla di persone di cui prendersi cura, che hanno bisogno di cure. Parla di fare, di essere, famiglia. E anche un single, o una single,  può essere famiglia, se c’è amore.

Alla ricerca dell’ufficio stampa, incuriosita dall’inconfondibile voce di Sabina Guzzanti, ero passata davanti al Palco Live, dove avevo fatto un veloce dietrofront. Non che non ami la Guzzanti. Anzi. Fatele fare le imitazioni della Meloni, della Raggi, di D’Alema… ma qui, almeno così en passant, mi era sembrato stesse soffiando vento sulla fiamma dei No Vax: microchip nei vaccini... Dai! dati i recenti violenti sviluppi, la cosa mi aveva infastidito. Per onestà: non ho ascoltato abbastanza per confermarlo. Molto probabilmente, stava solo presentando il suo libro, "2119, la disfatta dei sapiens" che per quanto distopico mi suona però polemicamente politico.


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Secondo giorno, venerdì 15.  Un’errata corrige sull’affluenza a questo punto è necessaria. E si capiva già dal metrò affollato, in direzione Bengasi, fermata Lingotto, dove erano scesi in molti: adolescenti a branchi, file ordinate di bimbetti marcati stretti dagli insegnanti, già provati di primo mattino, qualche anziano colto e perditempo. Mi ero incolonnata nella fila giusta, Professional, preposta anche al pass Stampa/Blogger. Il piazzale brulicava di scolaresche, per lo più. Un’orda che si muoveva al ralenti, dentro una serpentina che si snodava come un girone dantesco. Ci vogliono dedizione e rassegnazione per acculturarsi. Fortuna che è autunno e il sole non incoccia, come dicono a Roma.

Stessi controlli di ieri, diciamo scorrevoli. Stessa mancanza di controllo della temperatura. Allora, non era stato un caso. Una volta dentro vorrei spendere due paroline sull'inquinamento acustico. Bisogna abituarcisi. Per quanto i piccoletti si muovano composti, sono pur sempre piccoletti. E sono tanti.  Comunque fanno tenerezza, così, tutti ordinati, compìti, mascherati. Come dei piccoli Jessie James. Il mio ordine del giorno suggeriva la presentazione di "A cavallo di un pennello:  viaggio tra gli Atlanti dei luoghi letterari, al Lab 4 del Padiglione 2. Già a trovarlo c’era voluto un certo impegno. Un’ amena stanzetta color gelato di fragola, arredata con cuscini in ordine sparso sul tappeto, affollata  di creaturine la cui età massima non credo superasse i  7 anni.  Ero sicuramente fuori target e, comunque, non mi sarei mai più rialzata.


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(Manga heroes)

Mi era sorto il sospetto che forse anche il secondo appuntamento, "Nella storia e nelle storie, in viaggio con gli Atlanti" potesse essere rivolto alla stessa audience. Meglio verificare: visto che pure il Salone Giallo, dove si sarebbe svolto tre ore dopo, pure era rosa sorbetto. Consiglio non richiesto agli organizzatori: se chiamate un salone “giallo” dipingetelo anche di giallo, è più immediato, credetemi. Avuta la conferma che si trattava di evento solo per scolaresche e docenti, quindi a me precluso, avevo deciso di fare di necessità virtù e di esplorare il padiglione, in sistematica modalità “fiera”: Quella alla quale mi avevano abituata trent’anni di lavoro nel campo della moda,  e cioè esplorarla quasi fosse la “griglia” degli investigatori forensi di C.S.I.

Girovagavo attratta dai titoli, sopraffatta dall’abbondanza, un po’ piacer mio, un po’ per fare piacere a Foglieviaggi, quindi con un occhio a quelli da comprare e uno a quelli di viaggio. Riguardo alla planimetria, non semplicissima, ho avuto la sensazione che le più importanti case editrici avessero, per così dire, valenza da specchietti per  allodole, facessero da poli d’attrazione intorno ai quali erano stati raggruppati, democraticamente, gli stand degli editori minori. Così voglio credere e così spero, perché se così fosse mi sembra cosa buona, intelligente e giusta. Una piccola, doverosa, nota di apprezzamento, per gli organizzatori.


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(I nuovi della Lonely)

Salvo qualche eccezione, il Padiglione 2 mi è sembrato si rivolgesse ai giovani, ai piccolissimi. Libri, ma anche giochi, gadget formativi e educativi.  Passata davanti alla Valentina Edizioni,  mi era piaciuta la parete con la scritta "Con un libro puoi viaggiare", contenta che avesse attratto un gruppo di bimbetti festosi, mentre nel dirimpettaio Manga Heroes  si era creato un cluster di teenagers come c’era da aspettarsi.

Mi aveva poi attratto lo stand EDT, per via del marchio LONELY PLANET in bella vista. Un’intera parete stipata con guide che chiunque abbia viaggiato e non sia un adolescente, ha imparato a usare e ad amare. Un tempo non si partiva senza una in valigia. Mi ero sempre chiesta, in questi ultimi anni, come se la cavasse, la Lonely, in quest’era digitale dove notizie e informazioni sono a portata di smartphone, ovunque, in ogni angolo del globo. E così ho deciso di scoprirlo, con qualche domanda diretta alla loro responsabile Marketing, Tiziana Mascarello. La signora, gentilmente, mi ha tranquillizzato, “aggiorniamo le guide ogni due anni, senza contare gli aggiornamenti digitali”.  Due anni. Però. 


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Mi aveva attirato una serie di loro pubblicazioni dai nomi intriganti, che facevano pensare ad un cambio di rotta. O comunque a una linea editoriale intelligente e integrativa: "Come diventare scrittore di viaggi", "Fuori rotta", "I viaggi cambiano la vita". .  E su questo siamo tutti d’accordo. Al che la Mascarello aveva tenuto a precisare: “Durante il Covid, abbiamo anche proposto dei libri fotografici, ispirazionali. Se non puoi uscire, magari, pianifichi”.  Una via di mezzo tra un coffee table book e una patinata rivista di viaggi, per sognare, farsi ispirare, scoprire nuovi orizzonti. E per farli scoprire anche ai bambini, con una linea a loro dedicata “per incuriosirli, per spingerli a osservare anche la semplice realtà quotidiana” con l’occhio amorevole, curioso e meravigliato, di un esploratore. E chissà, un giorno, di uno scrittore.

*MANUELA CASSARA’  (Roma 1949, giornalista, ha lavorato unicamente nella moda, scrivendo per settimanali di settore e mensili femminili, per poi dedicarsi al marketing, alla comunicazione e all’ immagine per alcuni importanti marchi. Giramondo fin da ragazza, ama raccontare le sue impressioni e ricordi agli amici e sui social. Sposata con Giovanni Viviani, sui viaggi si sono trovati. Ma in verità  anche sul resto)


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