I talebani prendono Kabul, il presidente Ghani fugge nel Tajikistan

di REDAZIONE

Le milizie talebane sono entrate nella capitale dell'Afghanistan, Kabul, "da ogni parte"  - dopo la caduta nelle ore precedenti di Mazar-i-Sharif e di Jalalabad: l'annuncio è stato dato nella mattinata italiana di ferragosto dal ministero degli Interni afghano. Nel pomeriggio italiano, poi,  i talebani secondo Reuters hanno preso il controllo del palazzo presidenziale,  dopo  che il presidente Ashraf Ghani Ahmadzai aveva lasciato il Paese diretto in Tajikistan. Per alcune ore erano intercorsi "colloqui" tra i ribelli e il governo di   per una "resa pacifica". 

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Ghani nei giorni scorsi aveva rifiutato di fare un passo indietro. E anzi, in un discorso rilasciato ieri, aveva incitato le strutture militari a "riprendere la mobilitazione". Un appello inascoltato, e un presidente sempre più debole e isolato dai cosiddetti signori della guerra.  Secondo fonti diplomatiche citate dai media internazionali, sarà l'ex ministro dell'Interno afghano ed ex ambasciatore in Germania Ali Ahmad Jalali a guidare il governo di transizione. Ma i talebani rifiutano questa mediazione, e hanno chiesto la resa incondizionata.  L'ex presidente in un tweet ha annunciato la formazione di un Consiglio di coordinamento per consentire un passaggio pacifico dei poteri.  Karzai ha chiesto a quel che resta del governo e ai talebani di mantenere una condotta equilibrata.


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I ribelli avevano catturato poche ore prima Jalalabad senza incontrare resistenza, assicurandosi così il controllo della strada che conduce a Peshawar, Pakistan, una delle principali vie di comunicazione del paese. Mazar-i-Sharif era stata catturata invece sbabto sera.  Entrambe si sono arrese. 


La presa di Jalalabad nell'annuncio di Al Jazeera

 


Il portavoce degli studenti islamici Zabihullah Mujahid a nome dell'Emirato aveva prima ingiunto ai militanti di "attendere alle porte della città", di fare di Kabul "zona sicura" e di non consumare vendette.  Poi ha annunciato l'ingresso dei militanti nelle aree di Kabul "da cui il nemico si è ritorato", ma con lo scopo di "evitare furti e rapine". Ai talebani è stato ordinato di non far del maleai civili e di non entrare nelle case private. 

Al tramonto - riporta il New York Times - il traffico nella capitale è impazzito,  folle crescenti si riversano nelle strade o cercano di dirigersi verso l'aeroporto,  mentre grupopi di combattenti talebani girano in città su moto, pick up della polizia e perfino un Humvee delle forze di sicurezza afghane.

Gli Stati Uniti hanno accelerato l'evacuazione del personale diplomatico e presidiano l'aeroporto e la propria ambasciata. Un gruppo di diplomatici sono stati trasferiti in una sede sicura nei pressi dell'aeroporto. Nella zona civile dello scalo, lunghe code ai check in nella speranza che i voli previsti in uscita partano davvero.  Anche le altre ambasciate, inclusa quella italiana, si danno da fare nei limiti del possibile per trasferire personale e afghani che hanno collaborato con le forze straniere. Le previsioni dell'intelligence - una resistenza della capitale nell'ordine di mesi - sono tutte saltate davanti alla debacle della struttura istituzionale e di sicurezza messa in piedi in questi anni di presenza occidentale in Afghanistan. 


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