Highgate (4.4.92)
di GIGI SPINA*
Nel 1970 lo tenevo sotto il braccio, per rassicurarmi; nel 1992, sapendo che era ormai morto, andai a fargli visita, per rispetto, non più per devozione. Davanti alla sua tomba capii perché da quelle parti piove quasi sempre …
Sì, ci sono stato.
Sulla tomba di Karl Marx.
A vedere chi c'era sepolto.
Un uomo con la moglie.
E l'amata figlia.
Anch'io ero un uomo con la moglie.
E ce n'era un altro dopo di me.
Anche lui versava la sua sterlina.
A una ragazza in nero.
Per conservare almeno il ricordo.
Alla terra, ci pensava la pioggia.
Ai comunisti iraniani, un uomo barbuto.
Con fiori freschi tra le scure dita.
L'uomo con la moglie
scattava foto alla gran testa.
L'uomo ch'ero io
leggeva l'epigrafe
con occhio professionale.
La pioggia di Highgate
scendeva distratta.
Piogge di tutto il mondo, unitevi
- mi venne di pensare,
mentre l'uomo scattava foto alla moglie.
La ragazza pallida
contava le sterline della giornata.
si riprometteva di andare dal parrucchiere
la mattina seguente
o farsi un bagno caldo
per togliersi l'umido dalle ossa
il suo ragazzo passava a prenderla alle nove
il padre avrebbe brontolato ancora
per via del licenziamento
la madre era stanca di lavare le scale
ad East Finchley, Northern line
trentasette sterline era quasi incredibile
per un muro caduto, un muro da restaurare
per conservare almeno il ricordo.
Alla terra, ci pensava la pioggia.
All'amore, ci pensava il ragazzo.
A fuggire, non ci pensava più.
*GIGI SPINA (Salerno, 1946, è stato professore di Filologia Classica alla università Federico II di Napoli. Pratica jazz e tennis. Gli piace pensare e scrivere, mescolando passato e presente)
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