Fiamme e versi, tre artiste ritraggono la poesia di Luciana Frezza
di REDAZIONE
Fiamme e versi, così tre artiste visive celebrano una scrittrice che ha lasciato una traccia di affetto sulla scena romana.
Questa sera (mercoledì 8 dicembre, alle 18,30) alla Antica Fornace del Canova, a Roma, sarà ricordata Luciana Frezza, traduttrice dei simbolisti francesi e lei stessa poetessa di grande fascino. L' occasione saranno le opere esposte in una mostra, “Comunione col fuoco, il segno della poesia”, aperta fino all’11 dicembre: creazioni di Maria Pina Bentivenga, Elisabetta Diamanti e Natalia Lombardo ispirate ai versi di Frezza, scomparsa nel 1992, sono alla Fornace dal 25 novembre.
La poetessa sarà ricordata dallo scrittore Elio Pecora e dalla storica dell'arte Penelope Filacchione. Vanessa Giovagnoli e Marcello Murru leggeranno alcuni versi. A lei il primo dicembre scorso è stata intitolata una strada nella siciliana Cefalù, luogo del cuore al quale dedicò il libro d'esordio pubblicato nel 1958.
(“Alla poesia” di Natalia Lombardo)
“Comunione col fuoco”, l'esibizione, è una rappresentazione del rapporto che si è stabilito fra le tre artiste e la poetessa. Il fuoco, matrice della Fornace medesima, è l'ardore poetico che bruciò nella vita di Luciana Frezza. Questo filo conduttore connota anche l’installazione delle artiste, con pannelli di carta da acquarello lunghi quasi cinque metri che come vessilli verticali ondeggiano dall’alto.
("Lanterna" di Maria Pina Bentivenga)
Bentivenga, Diamanti e Lombardo (figlia di Luciana Frezza) si sono ispirate a una o più composizioni poetiche. La prima si è fatta "guidare" da questi versi di Sento mutarsi:
Sento mutarsi il battito del tempo
come fa il treno se lascia
la rassegnata pianura
dove inavvertito
lungamente strisciò
ormai nebbiosa e strana
memoria mentre divora
oggi domani fatti rocce e ombre.
("Impermanenza" di Elisabetta Diamanti)
Con occhi di maga, a primavera
giovinezza mi guardi,
m’invidi questa corolla di respiri
questa felicità
che vaga incolore nel vento
come un anello a te rubato:
quale dolore con canti
e riso tra gli spini
dovrò donarti per sfamare
la tua celeste ignoranza?
Natalia Lombardo infine ha scelto le risonanze di "Alla poesia".
Docile ti seguirò
sussurrante ruscello
che porti la mia immagine fonda
nei cieli più rari
dove il vento appena sparte vapori
di canapa bionda
o quando l’acqua flagella
nei luoghi ove cose morte
marmi sepolti da foglie
contorte da una gelida lava
vivono vita che scorre
col fragore d’una celeste cascata;
o fra stagioni sorelle
che chiamano le più lontane
Ritrarre il mondo materno "è stato difficile ma anche molto emozionante - ha raccontato Natalia Lombardo - come se la avessi di nuovo presa per mano, lei che era così lontana da anni".
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