Diciottesima tappa, Rovereto-Stradella - Dalle vette alpine al ricordo di Stradivari

di STEFANO ELMI* 

Le vette alpine rimangono a guardare i corridori allontanarsi come reduci da una battaglia. Una battaglia fatta a colpi di pedale su e giù per i passi sferzati dal maltempo.

Davanti a loro solo grande pianura, dal sollievo altimetrico, ma dalle infinite strade che corrono dritte fra argini e file di pioppi coi loro pollini simili a fiocchi neve. Terreno ideale per esteti di fughe solitarie su lingue d’asfalto ruvido battute dal sole, che ricordano le giornate estive dell’infanzia e della giovinezza. 


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(Rovereto)


La pianura, quella Padana, scorre fra capannoni-scatolone, pompe di benzina e piccoli villaggi dagli innumerevoli portici e dalle case basse, come unico riparo durante le giornate di nebbia invernali. Villaggi che videro passare condottieri diretti alla conquista dell’Italia, gli stessi in fuga una volta depredata e conquistato quello che c’era da conquistare.

 I villaggi si fanno città e si arriva a Cremona, la città dove nacque un certo liutaio che porta il nome di Antonio Stradivari. Non distante dal centro città scorre il grande fiume, il Po. Il Mississippi d’Italia con le sue piene, le sue secche, le sue golene, i suoi casolari, i suoi argini, i suoi pioppi ben allineati, i suoi battelli, i suoi ormai rari ponti di barche, i suoi pescatori solitari e le innumerevoli storie che qua scorrono dettate dal ritmo delle sue acque lente e sinuose. 


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(Cremona)


Si attraversa il Po e si passa in Emilia. Terra di lotta fra preti e sindaci comunisti, anche se un po’ più a est di Piacenza.

Però i romantici della fuga avranno il loro bel daffare perché l’arrivo è situato a Stradella, cittadina dell’Oltrepo Pavese, là dove le file dei pioppi e gli argini che delimitano le acque pigre della grande pianura produttiva e dormiente si trasformano a poco a poco in colline che ricordano che l’Appennino non è così lontano, o molto più semplicemente ricordano che solo una minima parte d’Italia vive in pianura.

*STEFANO ELMI (Nato a Barga - Appennino Tosco-Emiliano -  il 4 Luglio del 1982. Ama scrivere e andare in bicicletta, fare trekking e sci-alpinismo. Il suo diario di bordo si chiama scritti maiali.com. Di recente, a seguito di un suo viaggio esplorativo in bicicletta fra Canada ed Alaska, ha scoperto che “In Alaska fa caldo”e ne è nato un libro edito da Ediciclo)


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