"Descri-vedendo" a Napoli, un progetto inclusivo nella cappella Sansevero

di TINA PANE*

Il piccolo e prezioso Museo Cappella Sansevero a Napoli, dove è conservata la famosissima statua del Cristo velato - opera dello scultore Giuseppe Sanmartino - propone al suo pubblico di turisti e residenti un nuovo progetto di inclusione.

Dopo Sansevero in LIS (che offre visite guidate speciali a persone sorde) e dopo Sansevero in Blu (dedicato ai ragazzi con disturbo dello spettro autistico), viene ora presentato il progetto "DescriVedendo Sansevero", rivolto alle persone con disabilità visiva.

L’iniziativa, che parte in questo mese di dicembre a ridosso della Giornata Internazionale dei diritti delle persone con disabilità che ricorre oggi 3 dicembre, è stata realizzata in  collaborazione con l’Associazione Nazionale Subvedenti OdV, già molto attiva a Milano, dove ha realizzato percorsi dedicati agli ipovedenti al Castello Sforzesco, a Brera, al Museo Diocesano e in altre sedi museali della regione.


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(La cappella San Severo)


L’obiettivo, spiega Maria Alessandra Masucci, presidente del Museo, è “recuperare l’ordinario in questo periodo particolare inserendo nell’offerta culturale ordinaria del nostro museo concrete possibilità di inclusione per le persone con disabilità”.

Le fa eco Rosa Garofalo, responsabile dei progetti dell’Associazione Nazionale Subvedenti: “Il filo conduttore della nostra attività è il rispetto della dignità di queste persone, che non hanno bisogno di nuovi diritti, ma di accedere a quelli già esistenti”.

Da queste premesse nasce un tour speciale, caricato sull’audioguida del museo, della durata di circa 25 minuti, in cui le opere e la magnificenza della cappella barocca vengono presentate dalla voce dell’attore Riccardo Mei che, dopo una descrizione preliminare dell’ambiente, racconta le tre opere principali: il Cristo velato, la Pudicizia e il Disinganno, fornendo tutti i dettagli morfologici e simbolici e inquadrando il contesto storico-artistico.


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(Il Disinganno)


Il testo dell’audioguida è frutto di un lungo lavoro, che applica un vero e proprio metodo messo a punto dall’Associazione Subvedenti: si parte con lo studio dell’opera, si definiscono i contenuti da trasmettere, si valuta il testo descrittivo sottoponendolo a persone normovedenti e ipovedenti e alla fine di queste verifiche successive si arriva alla sua validazione.

“La descrizione di un’opera attraverso il linguaggio non è cosa da dare per scontata” –spiega Marco Boneschi, ideatore del progetto ed egli stesso ipovedente. “Nelle opere pittoriche, per esempio, l’errore più frequente è quello di descrivere soggetti e sfondi senza parlare della luce”.

In Italia le persone ipovedenti sono circa un milione e mezzo, e tra esse la maggioranza sono anziani, quindi spesso anche con ridotta mobilità. Per accoglierli al meglio, il servizio dell’audioguida realizzato per il Museo Cappella Sansevero è disponibile in maniera permanente e senza necessità di prenotazione, e viene offerto gratuitamente alle persone con disabilità certificata, mentre anche il personale del museo è stato formato per potere correttamente entrare in relazione con queste persone.


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(Rosa Garofalo, Marco Boneschi e Maria Alessandra Masucci)


C’è solo da augurarsi che una buona pratica di inclusione, i cui costi sono “assolutamente sostenibili” a parere della presidente di Cappella San Severo, possa trovare applicazione anche in altri musei di tutto il territorio nazionale.

Ed è alla fine suggestivo che pur servendosi della tecnologia il racconto della bellezza sia affidato a uno strumento antico e facilmente conservabile e riproducibile: il linguaggio, forse la nostra migliore invenzione!

 

 

 * TINA PANE (Napoli, 1962. Una laurea, un tesserino da pubblicista e un esodo incentivato da un lavoro per caso durato 30 anni. Ora libera: di camminare, fotografare, programmare viaggi anche brevissimi e vicini, scrivere di cose belle e di memorie)


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