De Haan, in tram lungo le spiagge del mare del Nord

di GIULIA GIGANTE*

C’è sempre un’eccezione che conferma la regola. E sul mare del Nord in Belgio l’eccezione è De Haan (in fiammingo) - Le Coq (in francese), cioè Il Gallo. La piccola città protesa su una grande spiaggia bianca ha mantenuto lo charme della Belle Époque, quando a soggiornare nel locale Grand Hotel Belle Vue e a passeggiare sul suo lungomare erano Stefan Zweig e Albert Einstein, il pittore James Ensor e lo scrittore Maurice Maeterlinck. Se De Haan è l’unica località della costa belga a essere scampata miracolosamente alla massiccia e impietosa opera di cementificazione, che ha deturpato il litorale trasformandolo in una successione sconfortante di condomini decisamente brutti, lo deve alla sua storia un po’ particolare.

IMG_0876jpeg

Pur trovandosi nelle Fiandre, infatti, la città nasce – per volere di Leopoldo II – come località destinata principalmente a brussellesi francofoni. La stazione balneare, costruita secondo le precise indicazioni del re, che aveva dato in concessione alcuni suoi possedimenti, venne pomposamente inaugurata nell’estate del 1888. Il primo nucleo di case di villeggiatura fu ideato da un gruppo di famosi architetti dell’epoca che si ispirarono al modello della francese Arcachon. Il quartiere, che ancora oggi porta il nome di La Concession, conserva quasi intatta l’atmosfera di fine Ottocento con le sue ville a graticcio in stile anglo-normanno, ornate dai caratteristici tetti rossi, logge, porticati in legno, torrette, e i bei giardini che le circondano. Una legge ad hoc ha permesso a De Haan di sfuggire alla speculazione edilizia che ha rovinato il resto della costa.

villajpg

Il nome di De Haan-Le Coq deriva da un’antica leggenda secondo cui fu un coraggioso pennuto a indicare con il suo canto la via verso la terraferma a un gruppo di naufraghi sopravvissuti a una tempesta. Lo sforzo gli risultò fatale, ma i marinai furono salvi.

Il modo più bello per arrivare a De Haan è il tram della costa (Kusttram), che corre lungo tutto il litorale belga, da De Panne (al confine con la Francia) a Knokke (al di là della quale iniziano i Paesi Bassi), lungo un tracciato di 67 chilometri che in totale prende un po’ più di due ore, e si ferma in tutte le 67 località costiere. La stazione di De Haan, in puro stile Belle Époque, è rimasta esattamente come alla fine dell’Ottocento.

E il mare? Com’è il mare su cui si affaccia De Haan?


tramcopstajpg

Per capirlo occorre innanzitutto fare un’astrazione ed entrare in un altro spirito. Dimenticare per un attimo l’idea che noi mediterranei abbiamo del mare e di tutto ciò che vi è associato: in primis il colore azzurro e il sole, poi le calette, le ore passate in ammollo e le lunghe nuotate. Il mare del Nord è un’altra cosa, ma ha una sua bellezza, diversa.

marenordjpg

La «costa» (la Côte), come la chiamano semplicemente i belgi, è costituita da immense distese di sabbia chiara, dune punteggiate da ciuffi d’erba e un mare color del cielo, quindi tendenzialmente grigio. Il flusso delle maree modifica continuamente il paesaggio, allungando e restringendo le spiagge, creando giochi di luce tra le strisce di sabbia bagnata e i bagliori all’orizzonte, aprendo o chiudendo passaggi e portando a riva molluschi di ogni tipo. Le spiagge, spesso battute dal vento, invitano a lunghe passeggiate – a piedi o a cavallo -, a raccogliere conchiglie (ce ne sono tantissime) e a fare provvista di iodio.

marenord2jpg

Poco importa che raramente si riesca a stare in costume e che, per godere di un po’ di relax, ci si debba spesso rintanare in apposite tendine che riparano dal vento. Nelle giornate di sole, i bar litoranei permettono di abbronzarsi e di guardare il mare ben protetti da pareti di vetro mentre si beve una birra di abbazia o si mangia una gaufre. Insomma, andare sulla “costa” può essere un’esperienza piacevole e molto intensa se si va nel posto giusto. E il posto giusto in Belgio è De Haan.

*GIULIA GIGANTE (nata a Napoli, vive attualmente a Bruxelles, ama andare alla ricerca di nuovi mari, venti e conchiglie, di altri modi di vivere e di pensare, di tracce di passati remoti e recenti. Conosce dieci lingue, ma a tutte preferisce il russo ed è convinta, con Dostoevskij, che “la bellezza salverà il mondo”)

clicca qui per mettere un like sulla nostra pagina Facebook
clicca qui per rilanciare i nostri racconti su Twitter
clicca qui per consultarci su Linkedin
clicca qui per guardarci su Instagram