Dai Jetsons a Blade runner, arriva (ma quando?) l'auto del futuro

di REDAZIONE

Quando si parla di auto volanti, le citazioni d'obbligo sono casa Jetsons, il cartoon Usa che in Italia è diventato "I pronipoti", o Blade Runner, con Harrison Ford che sfreccia fra i grattacieli sotto la pioggia perenne della sua distopica Los Angeles. 



Ma in realtà nel mondo dell'impresa "visionaria", da Google a Tesla, il sogno di spostare la mobilità quotidiana dagli ingorghi di terra agli spazi aerei è un campo di lavoro concreto da più di dieci anni. Prototipi,  joint venture fra aziende, furto di cervelli per copiarsi idee e progetti. Una corsa avveniristica e paraspionistica nella quale i big player sembrano credere, anche davanti a un mare di difficoltà tecnologiche, giuridiche e politiche. 


BLACKFLY





Alle auto volanti  il New York Times ha dedicato un articolo ( https://www.nytimes.com/2021/06/12/technology/flying-cars.html?action=click&module=Top%20Stories... per gli abbonati) concentrato sulla figura di  Marcus Leng, inventore canadese e amministratore delegato di Opener, che ha progettato BlackFly,  il più avanzato al momento, almeno stando agli annunci, fra i progetti di velivolo individuale.  "Elegante, a forma di cono", "non un elicottero, non un aereo", così il NYT descrive Blackfly: "E' un incrocio tra i due, con uno scafo ricurvo, due piccole ali e otto rotori rotanti allineati sul muso e sulla coda".  Ammettendo la stranezza dell'oggetto, Leng è comunque convinto che la sua creatura "cambierà il modo in cui avviene il trasporto". Obiettivo condiviso da Sebastian Thrun, altro ingegnere-inventore d'avanguardia: "Il nostro sogno è liberare il mondo dal traffico" . 


HEAVISIDE



Nel caso di Opener - racconta ancora il New York Times - si sta provando a costruire un aereo per persona sola che potrebbe essere utilizzato nelle grandi aree rurali - "essenzialmente un'auto volante privata per ricchi", commenta il giornale (e infatti i primi esemplari costeranno oltre 150mila dollari).   Altre aziende invece "stanno costruendo veicoli più grandi che sperano di utilizzare come aerotaxi urbani nel 2024, una sorta di Uber per i cieli". 


WISK

   


E' il caso di Kitty Hawk gestita appunto da Thrun, professore di informatica della Stanford University che ha fondato il progetto di auto a guida autonoma di Google. E' dal 2009, racconta il New York Times, che Page e Thrun lavorano al progetto denominato Heaviside. 

Naturalmente, spesso i visionari lanciano il cuore troppo in là rispetto all'ostacolo. Le difficoltà infatti sono mille. La prima fra tutte: come andrebbe regolato l'uso delle macchine volanti? Basta il "codice" degli aerei ultraleggeri? Ovviamente no, se  l'esigenza è rendere di massa e scorrevole la mobilità sopra e dentro le metropoli. E quando si convinceranno i governanti a dare un via libera anche solo sperimentale? 


JOBY


Anche Wisk Aero, società partorita da Kitty Hawk nel 2019, sta testando il suo velivolo:  a due posti,  per costruire in futuro un aerotaxi autonomo, senza pilota. C'è infine Joby Aircraft,  prototipo molto più grande di Heaviside, con più spazio in cabina e rotori più grandi lungo le ali. L'azienda afferma che entro il 2024 il suo aeromezzo sarà un taxi che sorvolerà città come Los Angeles o Miami. Un altro Uber dei cieli, ma chissà se lo vedremo davvero fra tre anni....



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