Clean cities, Italia in ritardo sui bus elettrici
di REDAZIONE
L’Italia è in forte ritardo sugli investimenti in mobilità elettrica. Lo sostiene uno studio - diffuso da Legambiente - di Transport & Environment, una ONG ambientalista promotrice della campagna Clean Cities cui collabora appunto anche Legambiente.
L’analisi riguarda 17 Paesi europei e illustra la percentuale di
immatricolazione di nuovi autobus a zero emissioni. L’Italia è in fondo alla
classifica, con solo il 5,4% di nuovi bus entrati in servizio nel 2019 a
idrogeno o elettrici. Fanno peggio dell'Italia Grecia, Svizzera, Irlanda e Austria.
(Immagine di shadesofnate da Pixabay)
Il dato - afferma Legambiente - si fa ancora più preoccupante perchè il nostro paese è uno tra i principali acquirenti di autobus in Europa: Italia, Polonia, Germania, Regno Unito, Spagna e Francia acquistano circa il 70% dei bus urbani europei, e la loro mancata conversione a una mobilità più sostenibile provoca un impatto altissimo sull’ambiente. Ma mentre l’80% degli investimenti tedeschi del 2020 sono destinati ad autobus elettrici, e la Polonia annuncia che nelle città con una popolazione di 100.000 o più persone tutto il trasporto pubblico sarà elettrico entro il 2030, l’Italia resta indietro. Secondo i dati dell'Associazione della filiera automobilistica, nel 2019 sono stati immatricolati da noi solo 63 bus elettrici e a idrogeno: 16 in Sicilia, 15 in Lombardia, 13 in Piemonte, 10 in Liguria.
A guidare la classifica europea di bus a emissioni zero sono Danimarca, Lussemburgo e Paesi Bassi. Il 78% degli autobus danesi immatricolati nel 2019 è elettrico o a idrogeno, come il 67% di quelli lussemburghesi e il 66% degli olandesi. Anche Svezia, Norvegia e Finlandia sono tra i primi, i cui autobus elettrici rappresentano rispettivamente il 26%, 24% e 23% degli immatricolati.
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