Capitale italiana della cultura - TRAPANI / Cous cous e integrazione
Ci sono tanti modi per fare cultura. Uno di questi è il
cibo: anzi come dice uno dei testimonial di Trapani capitale della cultura
2022, l’attore palermitano Pif, a Trapani c’è la dimostrazione che con la
cultura si mangia. E
si mangia bene.
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Il cibo che non solo fa cultura ma diventa scambio, integrazione e anche festa è il cous cous. Un alimento povero che negli ultimi anni è diventato un motore di crescita, di sviluppo e di commercio, ad esempio con il Cous cous fest di San Vito Lo capo dove, a fine settembre, arrivano migliaia e migliaia di turisti che totalizzano le stesse presenze del mese di agosto.
Ma soprattutto il cous cous trapanese tradizionale , quello di pesce, è il simbolo dell’integrazione possibile di Mazara del vallo. La cittadina che ha la flotta peschereccia più grande d’Italia, una delle più importanti d’Europa, da oltre 40 anni è un modello per la convivenza tra siciliani e nordafricani con i suoi equipaggi, la Casbah con la sua moschea, in una miscela che rappresenta una realtà sostenibile e anzi futuribile.
Il
cous cous è diventato il collante e il carburante dell’integrazione: a San Vito
Lo Capo arrivano da tutto il mondo. Nell’ultima edizione su strada, 2019 (nel 2020 è stata annullata per il COVID) erano rappresentati 46 paesi, dall’Africa
all’Asia al Sud America. E' per questo che costituisce uno dei punti di forza del dossier
di Trapani 2022 insieme all’ambiente, dalle riserve naturali alla
straordinaria presenza archeologica di aree come Segesta.
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