Capitale della cultura, verso la città regina: un milione di euro, fondi "liberi" e tanta pubblicità

di VITTORIO RAGONE*

All'inizio, l'estate scorsa, furono 28. Per il titolo di Capitale della cultura tricolore cominciarono la corsa Ancona, Arezzo, Arpino, Bari, Carbonia, Castellammare di Stabia, Cerveteri, Fano, Isernia, L’Aquila, Modica, Molfetta, Padula, Palma di Montechiaro, Pieve di Soligo, Pisa, Procida, San Severo, Scicli, Taranto, Trani, Trapani, Tropea, Venosa, Verbania, Verona, Vigevano e Volterra. Cinque pugliesi, quattro siciliane, tre ciascuna in Toscana e Campania, due nelle Marche e nel Lazio, una sola in Sardegna, Molise, Abruzzo, Veneto, Calabria, Basilicata, Piemonte, Veneto e Lombardia. Nomi già celebri della bellezza e della tradizione italiane, con il Sud all'assalto del titolo e un Nord decisamente sottorappresentato.  

la candidata:     CERVETERI
la candidata:     PIEVE DI SOLIGO

la candidata:     TARANTO

la candidata:    ANCONA

la candidata:     TRAPANI

la candidata:     PROCIDA

la candidata:     BARI

la candidata:    VERBANIA

la candidata:    VOLTERRA

la candidata:    L'AQUILA


Dopo l'annus horribilis del Covid - e con la nomina "slittata" al 2022 - sono rimaste in dieci, come in un giallo della Christie:  Ancona, Bari, Cerveteri, L’ Aquila, Pieve di Soligo, Procida, Taranto, Trapani, Verbania e Volterra. Dieci città e aree territoriali che aspirano a diventare regine della Cultura. Il riconoscimento è più che simbolico, si accompagna a discrete opportunità: un milione di euro cash e la "liberazione" delle risorse investite dai vincoli del patto di stabilità europeo. In più un intenso battage d'immagine, incluso francobollo celebrativo e riflettori fissi su un anno di mostre, convegni, appuntamenti e eventi vari. 

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Un sostegno e una pubblicità di cui si sono avvantaggiate finora, in questa sorta di moderno Campanile sera (la trasmissione nazionalpopolare che furoreggiò nell'Italia del boom) Cagliari, Lecce, Perugia, Ravenna e Siena (2015); Mantova (2016);  Pistoia (2017);  Palermo (2018). Infine Parma, che per le tristi ragioni sanitarie si fregia del titolo nell'intero biennio 2020-2021.  All'origine del concorso ci fu Matera, che partecipò al contest Ue e fu poi designata dall'Unione capitale europea della cultura molti anni dopo, nel 2019: sulla base di quella direttiva il ministro Franceschini già nel 2014 avviò una più ristretta competizione nazionale. L'obiettivo dichiarato era "stimolare una cultura della progettazione integrata" e  diffondere "lo sviluppo culturale come paradigma del progresso economico" delle città. In due parole: il ministero richiede non solo un elenco di luoghi, di meriti e di omaggi alla tradizione e al turismo, ma anche un progetto di sviluppo, una governance all'altezza e una dimostrabile quadratura dei conti.

Le aspiranti regine hanno così schierato al via quel che avevano, ognuna il suo parterre di concittadini illustri e il suo dossier, spesso dal nome immaginifico:  "Alle origini del futuro", "La cultura lascia il segno",  "Crocevia di popoli", "Rigenerazione umana" e via titolando. I comitati organizzatori hanno costruito, pur nelle immaginabili difficoltà del 2020, palinsesti di eventi, "ideologie" ad hoc e siti specializzati. In autunno lo sfoltimento a dieci concorrenti, e a gennaio - il 14 e il 15 , ormai ci siamo - ognuna delle prescelte discuterà al Mibact, davanti alla giuria che guida il concorso, le proprie ragioni, sperando di sconfiggere una concorrenza che - a scorrere i nomi - è come sempre agguerrita, nel paese delle cento città. A Franceschini (di nuovo lui) verrà "raccomandata" dai giurati - il presidente  Stefano Baia Curioni con Salvatore Adduce, Francesca Cappelletti, Roberto Livraghi, Cristina Loglio, Franco Iseppi e Giuseppe Piperata - una vincitrice, o una rosa, chissà; e il ministro proclamerà. 


IL CALENDARIO DEGLI SCREENING
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Foglieviaggi offre ai lettori una carrellata pre-traguardo, in maniera che ognuno possa farsi un'idea del valore delle singole candidature e gli esclusi alla fine possano più agevolmente tirare le somme. Per ogni città c'è un breve identi-kit "anagrafico", il manipolo dei sostenitori, i materiali video e per quanto possibile i riferimenti del dossier.

Le differenze tra una candidatura e l'altra sono rilevanti sia in termini di impegno istituzionale sia in termini di capacità comunicativa, e questo già dice qualcosa sulle migliori chance di vittoria. Accanto a vere e proprie fortezze si muovono candidature più "semplici" e meno pubblicamente strutturate. Col 2021, anno primo del dopo Covid - così si spera - una delle dieci riceverà una bella spinta economica e mediatica. Le altre, semmai: non hai vinto, ritenta.    


*VITTORIO RAGONE (ha fondato foglieviaggi. Nato a Castellammare di Stabia nel 1955, ha lavorato prima all'Unità poi a Repubblica. Ama il trekking e l'opera, lo appassionano le nuove tecnologie e la fantascienza. Tifa Juve Stabia e Napoli, in sequenza)

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