Belle Époque lungo la Mosa

di GIULIA GIGANTE*

Argentea d’estate, cinerina d’inverno, la Mosa scorre sinuosa per un lungo tratto attraverso il Belgio, dopo esservi giunta dalla Marna francese, prima di tuffarsi nel mare del Nord. In un’ansa del fiume si trova Waulsort, paesino dall’aria apparentemente inoffensiva, che nel tempo è stato il refugium peccatorum di una serie di illustri villeggianti. Con le sue casette di pietra grigia tendenzialmente austere, seppur talvolta allietate da fiori e piante, il villaggio sembra a prima vista confondersi con tanti altri tipici borghi rurali della Vallonia, ma la musica cambia non appena ci si allontana dal nucleo originario, sorto - come da tradizione - intorno alla chiesetta romanica di Saint-Michel (anch’essa in pietra grigia).

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Una serie di ville, una più bella dell’altra, in stile Belle Époque, che qui prende il nome di “stile mosano”, si susseguono inattese, quasi sempre circondate da sontuosi giardini, a volte protetti da cancellate con elaborati ghirigori in ferro battuto. Le ville mosane vennero costruite tutte tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento secondo un’architettura che mescola la sobrietà dell’Art Déco con gli elementi decorativi, curvilinei e floreali dell’Art Nouveau (Liberty) aggiungendovi la nota più tipicamente locale dello stile cosiddetto “balneare” con i ballatoi o porticati in legno bianco protesi verso le acque della Mosa.

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A trasformare, verso la fine dell’Ottocento, il paesino addormentato sul fiume in una località alla moda fu il passaparola. A mettere in moto il processo fu un disegnatore, François Roffiaen, che, capitato per caso da queste parti, fu colpito dal contrasto tra le rocce scoscese a picco sull’acqua di una riva e il paesaggio bucolico dell’altra e s’innamorò perdutamente del luogo, decidendo di farne il suo buen retiro. Fu così che l’ignota Waulsort (il cui nome, di origini celtico-germaniche, significa “Fortino dei valloni”) diventò rapidamente un ritrovo di artisti e un ambìto luogo di villeggiatura, frequentato da intellettuali ed esponenti della borghesia belga. Numerosi gli ospiti famosi di questa località, come lo scrittore fiammingo Henri Conscience e il pittore Félicien Rops, amico di Baudelaire e noto caricaturista, che fu uno dei promotori più attivi del villaggio.

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Anche se l’epoca d’oro di Waulsort come rifugio degli artisti è tramontata, la maggior parte delle ville è ancora lì e si segnala per il suo pregio architettonico. A ciò va aggiunto anche che il borgo è il punto di partenza di numerosi sentieri che permettono di esplorare la zona inoltrandosi tra prati e boschetti, calando verso il non lontano castello di Freyr o avventurandosi verso le rocce suggestive che sovrastano l’altro versante del fiume e che celano delle pittoresche Cascatelles.DSC_0011jpeg

A completamento della visita non può mancare una sosta alla “Villa 1900”, uno dei superstiti edifici Belle époque trasformato in “museo vivente”, ma anche in spazio conviviale con un locale (dotato di un grande pianoforte a coda) sempre aperto a tutti per lo scambio di libri e di musica e una brasserie con prodotti gastronomici della regione.


*GIULIA GIGANTE (nata a Napoli, vive attualmente a Bruxelles, ama andare alla ricerca di nuovi mari, venti e conchiglie, di altri modi di vivere e di pensare, di tracce di passati remoti e recenti. Conosce dieci lingue, ma a tutte preferisce il russo ed è convinta, con Dostoevskij, che “la bellezza salverà il mondo”)

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