Bella Italia dei viaggi, fisici o virtuali
di GIGI SPINA*
Il VaD è l’alternativa perfetta all’impossibilità del VaR (ATTENZIONE: da non confondere con il VAR, che è acronimo di ben tre sostantivi e quindi è tutto in maiuscole). Il VaD è il Viaggio a Distanza e il VaR è il Viaggio a Ridosso, quello cui eravamo da sempre abituati. Qualcuno potrebbe obiettare: “Ma il viaggio è sempre a distanza”. Errore! Al massimo è da distanza, o per coprire una distanza. Perché distanza non è un concetto operativo, è profonda materia filosofica. Tant’è vero che quando è cominciata la DaD, Didattica a Distanza, alcuni filosofi hanno cominciato a sclerare: il loro pensiero, cioè, si è indurito, spezzandosi poi in mille frammenti. E così i filosofi in questione sono tornati indietro, all’epoca dei Presocratici o degli Stoici, che pensavano in frammenti, e frammenti ci hanno lasciato.
Pensare a distanza,
infatti, è complicato, perché bisogna esser-ci
(il famoso da-sein) per pensare,
altrimenti si rischia di non sentire il proprio pensiero. Qualcuno, infatti,
scrisse una volta: “Esserci e pensar vedrai insieme”, una bella sinestesia. Se
non si sente il proprio pensiero e il proprio pensare, si rischia grosso. Può
capitare, come scrisse una volta il filosofo per immagini Altan: “Mi vengono in
mente idee che non condivido”. E se non le condivide neanche il filosofo che le
pensa a distanza, figuriamoci se le possono condividere quelli e quelle
che a distanza lo leggono. Insomma, se a
suo tempo qualcuno avesse provveduto a dire anche: “Ama il prossimo tuo come a
distanza”, ora saremmo più pronti ad affrontare l’emergenza.
Ma tutto questo, perché lo sto elucubrando? Ah, ecco, parlavo del Viaggio a Distanza. Del viaggio virtuale. Che in fin dei conti esiste da sempre, prima solo grazie alle parole di chi raccontava e faceva vedere con gli occhi della mente, poi con le diapositive degli amici (momento drammatico, lo sappiamo, ma, diciamoci la verità, anche ricco di occasioni), poi con i filmini amatoriali e finalmente con i video artistici in rete. Solo che, con la nostra spocchia di gente cui riesce tutto, di gente normale, molti lo snobbavano. Facciamocelo raccontare, invece, da chi magari non poteva viaggiare per i motivi più vari, come era contento di poter diversamente-viaggiare. Ora, facendo finta di niente, si va a curiosare sui siti di viaggi, come quello che mi è capitato di visitare, Italiatourvirtuali (anche pagina facebook)
Lo so, sicuramente qualche filosofo, che magari nel tempo libero gestisce un’agenzia di viaggi spirituali, lancerà l’allarme: “Prima o poi lo renderanno obbligatorio, il VaD, e del VaR rimarrà solo un tenue ricordo”.
Allora, da filosofo de noantri, un po’ anche magnogreco ma non frammentario, sapete che vi propongo? Cominciate a mettere da parte i soldi per i prossimi VaRs (plurale: Viaggi a Ridosso) e intanto smanettate sul sito: troverete, come recita l’accoglienza, “Città, musei, chiese, luoghi storici, piazze, parchi, mostre, territorio, aree turistiche, escursioni, relax, svago, divertimento, arte, cultura e tanto altro”. I video sono quelli tipici di google streetview, panoramiche e visite virtuali.
Pare si possano anche inserire i propri tour
virtuali, perché, dicono, il sito è in continuo aggiornamento (si spera solo ci
sia un controllo sulla qualità delle proposte, non tutti sono registi e
artisti). Le venti regioni italiane sono rappresentate tutte, ma con evidente e
sensibile disparità numerica,dovuta alla disponibilità delle offerte. Ho subito
controllato, per esempio, se c’era la mia
Tomba del Tuffatore del Museo di Paestum ma non l’ho trovata. Magari qualcuno
la metterà. Io non ci penso proprio, perché a me piace scrivere. Magari
corredando con qualche foto o video.
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Ma non è polemica, questa, perché in fin dei conti, da studioso del mondo antico, so che molti scrittori argomentarono la necessità della loro opera col fatto di mettere insieme in un sol posto (o libro, come le Notti Attiche di Aulo Gellio) quello che si trovava sparso un po’ dovunque. E quindi, fin quando non si potrà di nuovo e comodamente Viaggiare a Ridosso, e a vantaggio di chi comunque ha serie difficoltà a viaggiare, sarà bene usare il VaD senza la puzza sotto il naso.
Che poi si voglia e si sappia scrivere, accompagnando lettori e lettrici per viaggi particolari, nel tempo e nello spazio, attraverso il filtro del proprio ricordo - purché non sia criptico, ma aperto agli occhi e alle menti altrui - rimane un’ulteriore conferma che il mondo è bello perché è vario e che in ogni emergenza c’è sicuramente chi ha davanti a sé un bicchiere mezzo pieno e chi invece un bicchiere mezzo vuoto. E che la Vita e il Viaggio sorridano a entrambi.
*GIGI SPINA (Salerno, 1946, è stato professore di Filologia Classica alla università Federico II di Napoli. Pratica jazz e tennis. Gli piace pensare e scrivere, mescolando passato e presente)