"Albero europeo dell'anno", sul podio il Platano calabrese di Curinga

di BIANCA DI GIOVANNI*

L’Italia conquista un altro podio europeo: quello dell’albero dell’anno 2021. Il millenario platano di Curinga (in provincia di Catanzaro) è arrivato secondo nella selezione internazionale, alle spalle soltanto del leccio spagnolo di Huesca (Aragona), un suo coetaneo che a dire la verità gli somiglia molto per posizione (sulle pendici di un monte) e imponenza. Il platano calabrese ha battuto 12 avversari di tutto rispetto. Al terzo posto si è piazzato un sicomoro russo, di “appena” 284 anni, che per “mestiere” da secoli fa il custode di una moschea in Daghestan.

platano di CuringaJPG

(Il platano di Curinga)

Il concorso “Tree of the year – Europe” entra quest’anno nella sua seconda decade di vita. Sono stati centinaia, finora, gli alberi del vecchio continente presentati alla manifestazione, con le loro antiche storie e tradizioni. Alberi delle streghe, rami degli innamorati, tronchi per i neonati, piante completamente isolate in mezzo alla tundra, o ostinatamente resistenti a protezione di una città in due guerre mondiali. Tutte piante importanti per la natura, ma anche per le tradizioni locali. “Cerchiamo alberi con una storia” spiegano gli organizzatori presentando la premiazione, che fino a due anni fa si teneva nella sede del Parlamento europeo e oggi causa Covid è trasmessa in streaming.  Altrettanti “campioni” delle foreste selezionati in futuro, con un obiettivo ambizioso della Commissione: piantare tre miliardi di alberi in tutta Europa entro il 2030. Così le storie millenarie del passato preparano un mondo migliore per il futuro.


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Il platano di Curinga è arrivato in Calabria portato dal medio oriente dai monaci Basiliani, che piantarono l’albero a poca distanza dall’eremo di Sant’Elia. La sua longevità è dovuta all’esposizione felice, affacciato sul mar Tirreno, e alla presenza costante dell’acqua di un ruscello che scorre ai suoi piedi.


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La sua altezza è imponente: oltre 30 metri. E la circonferenza tocca i 15 metri. Il suo tronco è completamente cavo e presenta un’apertura di circa tre metri. Avvicinandosi sembra di entrare in una ampia grotta boscosa, tanto che è stato usato come rifugio nei secoli da tutti i viandanti. Ci hanno soggiornato i briganti, i pastori, i contadini, che all’interno della corteccia millenaria hanno anche acceso fuochi per i giacigli notturni. Oggi accoglie nelle sue cavità i bambini che giocano. Le dimensioni della sua conferenza ne fanno il platano più grande di Italia. E’ lui l’albero italiano dell’anno 2020, e oggi il secondo in Europa, grazie agli oltre 78mila voto ricevuti.

la Carrasca di LecinaJPG

(Il leccio di Huesca)

A sfondare quota 100mila è stato il leccio spagnolo. Viene considerato il “guardiano” della regione aragonese, per la sua imponenza e la sua longevità. Ma la caratteristica che lo contraddistingue è la tradizione che lo indica come l’albero attorno a cui si radunavano le streghe. Sarà anche grazie a loro che l’albero ha battuto tutti.

 


*BIANCA DI GIOVANNI (Ha frequentato per 30 anni i Palazzi del potere economico per seguire i numeri della finanza pubblica per l’Unita’. Oggi si dedica alla natura estrema e incontaminata e alla lotta al riscaldamento climatico seguendo un progetto di sviluppo sostenibile su arte e natura nell’Abruzzo interno, Regione in cui è nata)

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