A view from my window, finestre social contro la pandemia

di MANUELA CASSARA'*

C'è una pagina di Facebook - no, non storcete subito il naso, voi  integralisti  No Social - che in questi mesi di pandemia mi ha tenuto compagnia. Lo so, me lo dicono i miei amici più smart: Facebook fa vecchio, fa Social squincio. Vuoi mettere Twitter, dove si comunica con poche parole e chi lo fa, spesso ma purtroppo non sempre, ha qualcosa da dire? oppure Instagram, che parla per immagini, che fa giovane a prescindere? Nessuno osa consigliarmi Tik Tok , per ovvi motivi di target. Facebook invece, mi dicono, è un posto per anziani. O per astiosi. O per postatori seriali di gattini e nipotini. Non avendo nessuno dei due non corro quel pericolo, quindi no, non mi sento chiamata in causa. A mio avviso Facebook, per parafrasare le memorabili parole di Forrest Gump,  “stupido è se stupido fai”.  Il che vale per qualsiasi cosa. Sempre a mio modesto parere.

C’è questa pagina, per esempio, A View From My Window si chiama. Ci sono arrivata per caso, sarà stato probabilmente quell'impiccione di algoritmo di quel furbone di Zuckerberg.  Ma non mi lamento, ci ha visto giusto, aveva capito che era un posto adatto a me. Una finestra sul mondo che mi mancava, su quegli spazi desiderati, diventati da qualche mese proibiti. Una pagina fatta a misura di gente impicciona. Come me. Gente che adora curiosare nelle case degli altri, io che amo quelle nei paesi nordici perché prive di persiane e tapparelle, che non resisto al richiamo di una finestra aperta, per cogliere, per un attimo, la vita di sconosciuti.

Barbarajpeg


Mi sono permessa questo parallelismo personale non per protagonismo, non credo almeno, ma perché sento di avere qualcosa in comune con chi l’ha creata, questa pagina: un’intraprendente signora. Qualcosa in comune che non è l’età e l’aspetto, lo anticipo prima che i maligni vedano la foto, che è quella di una giovane e bella biondina belga, domiciliata ad Amsterdam, di nome Barbara Duriau, globetrotter frustrata e curiosa, che nel Marzo  del 2020 si è inventata questo modo per valicare i confini che ci sarebbero stati  a lungo interdetti per colpa del Covid 19.  

Immagino che Barbara un giorno si sia chiesta: chissà che succede dall’altro lato del mondo, cosa vedono dalla loro finestra tutte quelle casalinghe, come me inquiete, come me ridotte al domicilio coatto? Io, per esempio, e questa è un’altra delle differenze tra noi,  non me lo sono mai chiesto. Mi sono sempre e soltanto accontentata di osservare, annoiata, la mia dirimpettaia cercando pure di non farmi vedere. 

Perciò ci ha visto lungo, questa signora. Insofferente come me, ma sicuramente più intraprendente di me: oggi la sua pagina conta due milioni di iscritti.   Questo dichiara M.me Duriau, sul suo sito. Sui numeri, però, prima di procedere aprirei una parentesi. Perché ora sono confusa.  Essendo impicciona a tutto campo, deformazione professionale, ho scoperto che è un dato un pochino controverso. Intanto su Facebook  di pagine simili, anzi addirittura omonime,  ce ne sono una caterva. Dopo la ventesima ho smesso di contare. In pole position c’è sicuramente la Madre di tutte le View from My Window,  quella con 2,9 milioni di iscritti, tra cui la sottoscritta. Poi ce n’è un’altra View From My Window,  e sono iscritta pure a questa,  non chiedetemi percome o perché, che invece  fa capo a una certa A.J. Rekhy, amministratrice di Toronto, con 287.854 membri dichiarati;  poi c’è  A View from My Window con 183.119 iscritti e anche The View From My Window  come si vede l’articolo fa la differenza.


Florida per gradirejpeg


Per confondermi ulteriormente le idee ci sono un View from My Window-WORLD con 3.412 membri  e via di seguito con: VFMW Italy,  Kentucky, Kashmiris Worldwide, Australia, International, Everyday, Aotearoa  (che è la Neo Zelandese, lo dico con cognizione di causa) e ultima prima di dare forfait per esaurimento e confusione mentale VFMW Shitty, che trovo molto simpatica e alla quale credo che m’iscriverò, perché mi sembra il mio genere.

Chi sono questi cloni? sono “legalmente” autorizzati dalla VFMW originale?  ne fanno parte? Il mistero s’infittisce e qui non avrete la risposta. Non ci penso proprio a contattare Madame per approfondire la materia e svelare l’arcano. Misteri del Web. Una cosa è certa, si tratta  di un fenomeno mondiale, fidatevi.  

Torniamo agli iscritti, a prescindere dal numero. Forse sarebbe il caso di dire di “iscritte” perché è abbastanza evidente, viste le poche eccezioni, che si tratta di un’adesione al femminile. Barbara, essendo, come si diceva, una signora intraprendente, ha pensato bene di cavalcare l’onda e unire  quegli spaccati di vita in un primo libro: 400 pagine, 260 foto, suddivise in dodici capitoli dai titoli evocativi: Strade Deserte, Domani è un Altro Giorno, All you need is Love, etc. etc. raccolte in un’ elegante copertina rigida, edizione in inglese, perché quella è la lingua del post, e in francese, il tutto ad un accettabile prezzo di € 32, che avrà avuto come primi clienti, immagino, gli stessi  partecipanti. Quindi tiratura e vendite assicurate. Furba, la Madame.


Gatto e vista pandemicijpeg


“Da New York a Moscow via Brussels, Tokyo, Venice, Kuala Lumpur, São Paulo, Sydney, Darjeeling… queste foto, proclama il sito, sono speciali e le storie che l’accompagnano sono coinvolgenti e divertenti.”

La cosa ha funzionato e così il 17 novembre di quest’anno è uscito il secondo libro: questa volta di 370 pagine seppure a parità di prezzo. Anche questa una confezione molto elegante, patinata, genere coffee table, book da leggere per ritrovarsi o per conoscere chi era sfuggito.

Pensandoci bene, dato che le foto sono gratis, i commenti pure, che immagino non ci siano diritti d’autore e che la grafica probabilmente è stata fatta in casa dalla medesima signora, che quello fa di mestiere, darei un doppio applauso a Barbara, una che non butta via niente.

Diciamo che è brava, ma non ha fatto proprio tutto da sola. Sul suo sito la Duriau, educatamente, ringrazia i 3146  finanziatori crowdfunders che le hanno dato una mano: gratitudine elencata in un lungo e dettagliato ordine alfabetico. Si capisce che sono un pochino invidiosa?

A piede del sito, scorrono in un lungo, e assolutamente casuale loop, i nomi dei Paesi, dove anonime sconosciute hanno aderito, entusiaste, all’appello. Sono tanti, impossibile citarli tutti: si passa dall’ Algeria al Cile, dalla Tunisia al Costa Rica, al Sudan, a Taiwan, Mauritius, Trinidad & Tobago  e poi la Russia, ovviamente ogni stato degli Stati Uniti, quelli Europei con l’Italia, faccio notare, che un pochino scarseggia, l’Asia,  più altri e svariati luoghi isolati, insomma il Mondo.


Greetings from tasmaniajpeg


La signora è diventata un caso nazionale in un panorama globale, e il suo Credo è semplice: uno sconosciuto è un amico che non hai ancora incontrato.  Un credo con un’ambizione: fare in modo che la pagina, oltre ad essere un luogo d’incontro, per curiosare e comunicare, sia anche un modo di viaggiare, di conoscere e conoscersi con immagini, racconti, storie personali.

Giusto, alla luce dei fatti e di un fattuale e attuale bisogno, al quale mi sento di aderire.

Sebbene  ci sia stata una certa evoluzione estetica, soprattutto all’inizio le foto erano banali. Scatti qualsiasi,  bruttini, persino sfocati: una persiana aperta sul mare in lontananza, alcune zoomate  compiaciute sui  vasi di fiori del proprio giardino, queste con la sottintesa aspettativa di un like per il proprio pollice verde, qualche dimessa vista del o da il proprio terrazzino, qualche desolata back yard trascurata. Poi sono arrivate quelle WOW: scorci dalla Florida, dalla California, dalle Fiji, da Rotorua, dalle Isole Cook, dal deserto di Sonora, dal Mar Morto, dalla casetta fronte mare a Kauai,  Hawai.  Case per lo più ricche, alcune eleganti, altre semplicemente  borghesi;  vite garantite, accomunate dal benessere di quelle location paradisiache, quelle che mi facevano regolarmente pensare: ma guarda te  quanti fortunati ci sono al mondo, pensa viverla così la pandemia, con quella vista, con quell’infinito davanti.  Poi per consolarmi, mentre guardavo i panni stesi ad asciugare della mia dirimpettaia, mi dicevo: però dopo un po’ che palle, ogni sera  un  tramonto pirotecnico,  sempre tutto questo sole, giorno dopo giorno, che fa sempre la stessa cosa, si puccia sempre nello stesso punto, con le stagioni si sposta solo un pochino, cambia di colore solo un pochino, sempre senza vedere un’anima viva… voglio dire, il confino è confino, anche quando si tratta di una Caienna dorata.


Il librojpeg


Lo dico per chi fosse interessato: per aderire al Club basta iscriversi e attenersi a poche e chiare regole: aspettare l’accettazione, pubblicare una sola foto, indicare dove è stata scattata e non fare i furbi per fare pubblicità gratuita al proprio b&b.  C’è gente che le pensa tutte.  Chi pubblica, invece, chiede soltanto una cosa: da dove mi stai guardando?. E’ buona educazione ricordarsi di scriverlo. Fa piacere. 

Parrà strano, ma  View From My Window è una pagina al 100% buonista.  Il che sfata la maligna diceria che sul Web circolino solo cattiverie.  Non so se ci siano filtri per Haters e Trolls, ma qui non trovano spazio.



La fondatricejpeg


Qui le persone danno il meglio di sé: gente che si affretta a confortare la proprietaria di un cortile fatiscente perché quello passa il convento e non è il caso di vergognarsi; è pur sempre casa. Umile, dimessa, ma conquistata a fatica, magari pagata  con gli over time da madre single, mollata da un marito ubriacone. Storie strappalacrime. Mi verrebbe da dire che sono in aumento, forse perché sono quelle che attraggono la maggiore empatia. Post dove la foto passa in secondo piano, anzi il suo squallore, la sua desolazione, comunicano la tristezza di chi scrive, aumentano la commozione di chi legge.

Post  con vista  sul parcheggio di un ospedale, dove chi posta racconta di essere  al capezzale della mamma appena spirata, del marito appena operato, della moglie in chemio,  del figlio uscito dalla sala operatoria, della figlia stremata dai travagli del parto.  E fioccano i like, i commenti di sostegno, gli inviti alla speranza, i cuoricini e gli abbracci. Barbara d’Urso al confronto è una principiante.



Mount Jacksonjpeg



Mica tutti hanno panorami mozzafiato, gazebo fioriti,  piscine lussuose da offrire. Ma molti sì. Come non fare un complimento ad un giardino lussureggiante, ad un parco ben curato, frutto di anni di lavoro e soldi. Come non commuoversi quando la foto inquadra gli occhioni umidi di un tenero cerbiatto, un gattino sorpreso a giocare,  un cane che scodinzola al  ritorno del padrone,  un alce curioso venuto a curiosare,  un goffo orso bruno dall’aria paciosa a rubare le ultime mele avvizzite,  una simpatica iguana corpulenta di nome Dolores che si è accaparrata la poltrona più comoda del portico.  Sorprendente quanto la pandemia abbia aperto le porte allo zoo di Madre Natura, quanto la mancanza di umani abbia invitato le creature dei boschi a riprendersi il territorio perduto, a riprendersi le periferie, a esplorare l’habitat di quell’’uomo che ha invaso il loro. Dall’Australia arrivano le più divertenti, quelle che fanno fare un OOOH di sorpresa e raccapriccio: il primo piano di un ragno gigante sul vetro di una zanzariera, il serpente curioso che cerca di intrufolarsi tra gli infissi, il canguro cazzuto che si guarda intorno con aria di sfida.


Nuovi amicijpeg


Io ovviamente sono tra questi. Io partecipo. Io rispondo emotivamente, empaticamente. Io mi metto nei panni di chi posta.  Incoraggio chi mette le foto più banali con un like benevolente, aggiungo un cuoricino a quelle più tenere.  A tutti coloro che hanno perso un affetto, mando sempre l’emoji  con il mio abbraccio. Ma se manco le conosci? Le mie amiche, specie se più giovani, mi guardano con disgusto, indecise se togliermi l’amicizia. Per fortuna hanno pietà. Non ti vergogni?  No.  Certo che no. Ne hanno bisogno.  E non sono la sola a capirlo. Anche molti altri fanno così, come me e più di me, che un po’ mi tengo per pudore: tutti solidali, rassicuranti, amorevoli, rispettosi, affettuosi, calorosi.

Ma ci sono pure le volte che mi entusiasmo, che partecipo con risposte in prima persona, perché alcuni post mi coinvolgono, quelli che arrivano da Paesi dove sono stata.  Alla signora islandese, per esempio, quella che già dall’anno scorso aveva capito di avere un’audience affamata di storie e leggende, e che perciò posta, giorno dopo  giorno, le statuine degli Yule Lads, folletti birichini che visitano le case per fare i dispetti pre Natalizi, a lei ho fatto sapere il mio entusiasmo per la bellezza dell’Islanda, dove, ho aggiunto, spero di tornare d’inverno, quando tutto sarà finito. Alla signora indiana, chiaramente molto abbiente, che pubblica le immagini del suo giardino tropical, dall’alto di un ben tenuto condominio di Mumbay,  foto che accompagna con  ricordi e   racconti di vita di famiglia, ho scritto frasi di esaltato entusiasmo, per farla partecipe del mio perenne amore per l’India, nazione del cuore. Se mai tornassi a Bombay, chissà, magari mi metto in contatto. 


Una pensionata dal belgiojpeg


Lo so, starete scuotendo la testa.  Me ne rendo conto. E’ voyerismo allo stato puro. Avete ragione, è peggio del  peggior reality trash,  ma io, come due e passa altri milioni di persone negli angoli più remoti del mondo, e non sono tutti anziani perditempo come me,  non so resistere, e  quindi non faccio mai mancare il mio “Ciao from Torino, Italy”, che  è il mio commento base, quello che metto di default, per far vedere che ci sono, che io ascolto, che non si è soli.

Un consiglio: date un’occhiata: Ma attenzione, è contagioso.

*MANUELA CASSARA’  (Roma 1949, giornalista, ha lavorato unicamente nella moda, scrivendo per settimanali di settore e mensili femminili, per poi dedicarsi al marketing, alla comunicazione e all’ immagine per alcuni importanti marchi. Giramondo fin da ragazza, ama raccontare le sue impressioni e ricordi agli amici e sui social. Sposata con Giovanni Viviani, sui viaggi si sono trovati. Ma in verità  anche sul resto)


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