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Delfini e essere umani, campagna contro le spadare illegali

2021-04-14 15:09

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Ambiente, Legambiente, Ue, delfini, spadare, life Delfi, Cnr, Università di Padova, Università di Siena, Blue world, Filicudi Wildlife conservation, aree marine protette,

Delfini e essere umani, campagna contro le spadare illegali

di REDAZIONE


È possibile la convivenza tra delfini e pescatori nei nostri mari? Si può, ma bisogna cambiare radicalmente tecnologie e pratiche economiche, cominciando per esempio a rendere effettiva la lotta alle spadare, le maxireti che nelle onde tutto travolgono e imprigionano. 


E'  questa l'indicazione scaturita da un webinar online organizzato dal team del progetto europeo Life Delfi, cofinanziato dal programma Life dell’Unione Europea e coordinato da CNR-IRBIM in occasione della Giornata Mondiale dei Delfini. Durante l'incontro è stato illustrato il lavoro di squadra organizzato dai partner delle Università di Padova e Siena insieme alle Aree marine protette (Egadi, Punta Campanella, Tavolara, Torre del Cerrano) e alle associazioni Filicudi Wildlife Conservation, Legambiente Onlus e l’Ong croata Blue World Institute.


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In Italia dal 2015 al 2019 sono circa 200 i delfini che ogni anno si spiaggiano. Spesso la morte è dovuta a virus e parassiti,  ma fra i killer ci sono anche attività umane, la pesca in particolare. Gli animali costieri finiscono vittime del bycatch, la cattura accidentale: per procurarsi il pesce dalle  reti dei pescherecci, i delfini si feriscono con le attrezzature o vanno addosso alle imbarcazioni,  o restano impigliati. 


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Il fenomeno è studiato da tempo ma il gruppo di lavoro del progetto Life Delfi stavolta ha  intervistato 209 pescatori nelle diverse aree pilota del progetto. Per la maggioranza degli intervistati (il 74,2%) la presenza dei delfini in mare è aumentata e con essa anche gli incontri ravvicinati: la riduzione delle risorse ittiche, infatti, spinge i cetacei ad avvicinarsi volontariamente ai pescherecci per cercare prede. Fra le modalità di interazione viene indicato il danneggiamento del pescato (56%); il danneggiamento delle reti (41,6%), e la depredazione della rete (54,1%). La quantificazione economica del danno va da un minimo di 500 fino a 10mila euro. Un terzo degli intervistati  ha dichiarato di aver catturato almeno una volta accidentalmente un delfino. Alla domanda sull’utilizzo dei dissuasori acustici (pinger) quasi la totalità (l’81%) ha risposto di non averli mai usati, né di aver provato nessun altro accorgimento per allontanare i delfini dalle imbarcazioni (76,5%).


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Nella Giornata Mondiale dei Delfini, i rappresentanti di Life Delfi hanno anche voluto accendere i riflettori sull’uso delle reti derivanti illegali, meglio note come “spadare”, vietate da oltre 20 anni ma ancora utilizzate in maniera fraudolenta. Si tratta di veri e propri “muri” di rete, dall’altezza di più di 30 metri e lunghe oltre 10 chilometri, usate principalmente per la pesca del pesce spada e del tonno. Delle trappole in mare aperto per i delfini ma anche per tante altre specie, come tartarughe, elasmobranchi e cetacei di grossa stazza. Life Delfi ha inviato una nota alla Direzione generale della pesca marittima e ai ministeri competenti per proporre delle nuove e più efficaci misure per contrastare l’uso delle spadare.


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(fonte: ufficio stampa Legambiente)



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