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Ambiente e strage dei datteri di mare, Marevivo si appella a Draghi e Cingolani

2021-03-29 12:14

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Ambiente e strage dei datteri di mare, Marevivo si appella a Draghi e Cingolani

di REDAZIONE


In seguito all'allarme per i Faraglioni di Capri attaccati dai pescatori di frodo di datteri di mare e ai successivi arresti, l'associazione ambientalista Marevivo ha chiesto con una lettera aperta al Presidente del Consiglio Draghi e al Ministro della Transizione Ecologica Cingolani di inserire nel Comitato Interministeriale alla Presidenza del Consiglio per la Transizione Ecologica (CITE) una consulta che riunisca i dicasteri che hanno competenza sui temi del mare. Dalla dismissione del dicastero della Marina Mercantile - sostiene infatti Marevivo - "non esiste più una politica forte ed integrata su questo tema".


L’Italia con i suoi 8000 chilometri di coste, 32 aree marine protette, 9 arcipelaghi, 27 isole minori, oltre 500 tra porti e approdi e un’economia legata al mare che contribuisce per il 3% al Pil del Paese - ricorda la lettera aperta -  non possiede un ministero che gestisca questo immenso patrimonio. Le materie relative sono divise infatti fra sette dicaseri. Ne deriva che l'impegno per salvaguardare il mare è solo "episodico". 


Marevivo ricorda che già nel nel 1988 chiese al ministro della Marina Mercantile, allora Giovanni Prandini, di vietare la pesca "devastante": "Il Ministro in soli tre mesi emanò un decreto di proibizione con severe sanzioni che fu poi integrato con la proibizione alla detenzione e all’importazione".  Ma la legge non basta, e infatti prosegue "l’attacco all’integrità del mare". Mare che secondo l'associazione ambientalista è assente  Nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) che dovrebbe portare alla transizione ecologica, e è assente  "nei 6 obiettivi del Comitato interministeriale in via di costituzione alla Presidenza del Consiglio per la Transizione Ecologica.


"Siamo ancora un paese che non ama il mare, che lo vede solo come un fornitore di risorse (inclusi i datteri) o di ricavo economico a scopo turistico", è l'amara conclusione. Perciò Marevivo si appella al Green deal europeo e contesta il fatto che in realtà l’ambiente in Italia non rientri mai "nelle priorità strategiche". 


(fonte: ufficio stampa Marevivo
foto Franco Banfi )


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