di VITTORIO RAGONE* Si comincia da Stendhal, che parlò del Lago in "Storia della pittura in Italia" e una cui frase qui è come il motto di casa: "Se per caso si ha un cuore sensibile, bisogna vendersi anche la camicia pur di vedere i dintorni del Lago Maggiore". E si prosegue fino a Marguerite Yourcenar (assidua negli anni Ottanta) passando per Ernest Hemingway (ambienta qui il finale di "Addio alle Armi") e Georges Simenon (ambienta qui "Corte d'assise"), Piero Chiara e Mario Soldati. Perchè uno degli atout del lago Maggiore e dei suoi borghi è aver ospitato - in qualche caso divenendone seconda patria - il fior fiore dell'intellettualità e delle élites europee dell'Ottocento e del Novecento. Giù per la napoleonica strada del Sempione e attraverso assi di collegamento via via più moderni, per terra e per acqua, Intra, Pallanza e gli altri nuclei che daranno poi origine a Verbania beneficiarono di un flusso di celebrità che portò prestigio e ricchezza. Un catalogo sterminato: Byron, Turner e Andersen; Dumas, Gogol e Balzac; Listz, Wagner e Leoncavallo; Garibaldi, Cavallotti; D'Annunzio, Lina Cavalieri e Eleonora Duse, con corredo di citazioni letterarie, epistolari e attoriali. Fino al cuore del secolo scorso e a Arturo Toscanini, epigono di una lunga tradizione di agiato affetto e ospitalità. Dovendo scegliere un riferimento, è proprio questa Belle Époque lunga due secoli, con gli alberghi e le ville sontuose che ospitarono grandi menti, talenti artistici, dinastie industriali e regnanti d'Europa, la suggestione più vivida della candidatura di Verbania.
La candidatura del "Paradiso Verbania" (come l'ha definita la sindaca Silvia Marchionini) ha i suoi sponsor illustri. Ma a leggere il dossier presentato al Mibact, con una seduta spiritica ne potrebbe contare di ancora più celebri.

C'è un corollario non da poco: l'eccellenza botanica e florovivaistica che partendo dalle ville e dal culto dei giardini seppe trasformarsi in un filone economico che il dossier dell'aspirante Capitale non manca di sottolineare. Nuove produzioni, specializzazioni (camelie e azalee, piante esotiche), un mondo di fiori e verde ospitato intorno a luoghi da sogno: l'orto botanico di Villa Taranto, ventimila specie che ne fanno "il giardino più bello del mondo"; l'Isola Bella; il terrazzo, la darsena e le decorazioni liberty di Villa Giulia (famiglia Branca, gli inventori del fernet); i giardini dei sentimenti (la Mestizia, la Letizia, i Sospiri) di Villa San Remigio, dove il marchese Silvio della Valle dei Casanova e la moglie Sofia Browne ospitarono i loro salotti musicali davanti alle vedute a perdita d'occhio del lago Maggiore. clicca qui per mettere un like sulla nostra pagina Facebook e.... clicca qui per iscriverti alla nostra newsletter
Dovendo scegliere un riferimento, è proprio questa Belle Époque lunga due secoli, con gli alberghi e le ville sontuose che ospitarono grandi menti, talenti artistici, dinastie industriali e regnanti d'Europa, la suggestione più vivida della candidatura di Verbania.
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