Tirana città di teatri, così le ruspe distrussero un gioiello

di LUISA PECE*

Il cinema e soprattutto il teatro hanno sempre avuto un ruolo importante nella quotidianità di Tirana.

La città vantava un numero notevole di sale cinematografiche, fin dagli anni Trenta del Novecento, anche grazie alla presenza (occupazione?) degli italiani che ne favorirono la costruzione. Oggi sono quasi tutte scomparse, restano solo un paio di multisala e un paio di cinema singoli. Ogni anno, dal 2003, la città ospita il Tirana International Film Festival (quest'anno 24-30 settembre, www.tiranafilmfest.com). Sotto il regime, la produzione cinematografica era abbondante anche perché non si “importavano” film stranieri e comunque tra le righe delle produzioni cinematografiche autoctone si leggeva sempre un messaggio propagandistico. Oggi il settore sta riprendendo vigore anche se purtroppo finora non ha trovato grande diffusione all’estero, ma qualcosa si sta muovendo. Per esempio, alla manifestazione Cinelido (16-18 luglio 2021, Porto Turistico di Roma) erano presenti alcune produzioni albanesi nell’ambito della cinematografia mediterranea, in collaborazione proprio con il TIFF.

Il teatro (i teatri), invece, sono (erano) parte integrante dei luoghi di svago e cultura della città, molto frequentati. Ho assistito a una matinée presso il Teatro Sperimentale e il pubblico, attentissimo, era assai variegato: studenti, signore con la borsa della spesa, ragazze elegantissime, signori in giacca e cravatta. Il biglietto costava l’equivalente di tre euro e lo spettacolo, nonostante fosse in albanese, lingua per me ancora misteriosa, era molto intrigante, per pathos, scenografia, luci.

In piazza Scanderbeg ha sede il Teatro Nazionale dell’opera e del balletto.

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(Teatro dell’Opera      foto di Linda Mëniku)

Lungo il grande viale che porta al Politecnico, esempio di architettura mussoliniana, opera di architetti italiani 

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(Il Politecnico      foto di Luisa Pece)

si trova il Palazzo dei Congressi, dove si tengono concerti ed esibizioni musicali. Il Teatro ArTurbina, così chiamato perché l’edificio che lo ospita era in origine un fabbrica di turbine idrauliche, è nato nel 2018, due belle sale per circa 550 posti, con uno spazio per mostre di artisti albanesi e internazionali. Un altro teatro, il Metropol, sorge invece nel 2008 e ospita spettacoli sperimentali e per bambini. Per i piccoli c’è anche una struttura dedicata, il Teatri Kombetar i Kukullave, cioè il teatro delle marionette, che iniziò i suoi spettacoli nel 1950, poi passò attraverso alterne vicende e oggi continua ad essere frequentatissimo. 

Proprio intorno all'amore verso i teatri la città si divise immediatamente prima della pandemia, e fino a oggi: fu la vicenda eclatante dell'abbattimento del Teatro Nazionale, effettuato in nome di un presunto rinnovamento e miglioramento edilizio, che invece ha di fatto distrutto un luogo simbolo per tutti i tiranini.

A partire dal 1938, l’architetto italiano Giulio Berté, traendo spunto dall’arte metafisica di Giorgio De Chirico, costruì l’edificio che fino a qualche tempo fa conteneva il Teatro Nazionale Albanese (Teatri Kombëtar i Shqipërisë) e il Teatro Nazionale Sperimentale (Teatri KombetarEksperimental “KujtimSpahivogli”), un esempio di architettura razionalista che si inseriva perfettamente nell’armonioso complesso architettonico in pieno centro a Tirana.

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(Il Teatro nazionale        foto di Luisa Pece)

Il materiale utilizzato era prevalentemente il cosiddetto populit, costituito da agglomerati porosi  di sostanze vegetali, generalmente fibre di legno truciolato, alghe marine, ecc. impastati con cemento ad alta resistenza, con cui si costruirono in Italia gli elementi prefabbricati poi assemblati a Tirana.

L’interno, in cui ho avuto l’onore di entrare quando già era in odor di distruzione, era un tempio sontuoso, con un’ottima acustica e suggestive sfumature di rosso. Forse l’insieme non era l’edificio più bello del mondo, aveva senz’altro bisogno di restauri, ma lo si sarebbe potuto salvare, mantenendo così l’aspetto unitario della Piazza dei Teatri. Tanto che anche Europa Nostra aveva fatto sentire la propria voce per salvaguardarlo e lo aveva inserito tra i 7 siti culturali più minacciati d’Europa: “Europa Nostra ritiene che l’eccezionale valore europeo di questa proprietà pubblica superi di gran lunga qualsiasi beneficio a breve termine che si otterrà con la sua demolizione”. Al suo posto avrebbe dovuto sorgere una incongrua futuristica struttura a contenere il nuovo teatro ipermoderno più un complesso residenziale con annesso centro commerciale, progetto che il governo aveva affidato a uno studio danese. Ma al momento la situazione è in stallo per un recentissimo pronunciamento della Corte Costituzionale Albanese su questioni relative al trasferimento di proprietà dei terreni dove sorgeva il teatro.

Alle prime avvisaglie di abbattimento, era partita la “resistenza” di attori, artisti, maestranze, pubblico, gente comune, riuniti sotto l’insegna della Aleanca pro MbrojtenTeatrin (Movimento per la Difesa del teatro) che dal 2018 in sordina e dal luglio 2019 con grande risonanza pubblica avevano formato i picchetti: dormivano nel teatro, tutte le sere parlavano a chi si sedeva ad ascoltarli e li sosteneva con affetto e senso civico.

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(La protesta  per il Teatro nazionale     foto di Luisa Pece)


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(La protesta      foto di Luisa Pece)  


La mattina del 26 novembre 2019, dopo il terribile terremoto (magnitudo 6.5) che aveva devastato la zona vicino a Durazzo, gli stessi che facevano servizio di sorveglianza per impedire l’abbattimento diedero il via a un’incredibile opera di solidarietà e da lì partì la prima raccolta di beni di prima necessità per i villaggi colpiti. 


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(Solidarietà      foto di Luisa Pece)

C’ero anch’io, e amici generosi dall’Italia avevano subito provveduto a creare un piccolo fondo (che poi sarebbe cresciuto nei mesi successivi) da destinare ai primi aiuti. Centinaia di persone si alternavano a raccogliere, dividere, imballare, caricare e trasportare quanto veniva lasciato sulle panche antistanti il teatro. Fu, nella tragedia, un’esperienza meravigliosa.

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(L'abbattimento    foto di MK)

Ma la forza della disperazione nulla ha potuto contro la forza delle ruspe, inviate nottetempo a distruggere un simbolo della cultura albanese, alle 4.30 del 17 maggio 2020….


*LUISA PECE (nata a Bologna tanto tempo fa, malata di adolescenza senile, appassionata viaggiatrice, attrice per diletto, un passato lavorativo tra i libri - Il Mulino - , poliglotta, curiosa come un gatto rosso)


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