Staglieno memoria di Genova: amore, morte e interni di famiglia
testo di DONATA BONOMETTI*
foto di ROBERTO ORLANDO*
Le frange della poltrona, i calzini con l'elastico molle, il velo che scopre il seno, i ricami del mandillo sulla testa di nobildonne e popolane, i monili nel dettaglio della filigrana, gli occhi vuoti dell'angelo vendicatore, lo sguardo terrorizzato dell'adolescente che balla con lo scheletro. L'espressione timida della moglie la cui fedeltà è indicata dal cagnolino ai suoi piedi, la mamma con il ventre ancora prominente che nelle mani ha una cuffietta che racconta di una vita che non ci sarà. Il bambino che corre con il cerchio, svolazzante il suo vestito da marinaretto, ma una mano esce da un cespuglio pronto a ghermirlo. L'angelo che ammaina le vele della barca, perchè ha concluso il suo viaggio mondano. L'architetto che guarda soddisfatto la sua opera monumentale, la tomba di Mazzini, e vi si fa seppellire davanti. Il campione olimpionico in una corsa che è un volo. L'acconciatura di Ester, una ragazza di oggi.
(Statue al cimitero di Staglieno)
Questa folla pietrificata vi viene incontro nel cimitero monumentale di Genova. Gli americani, quando negli anni Sessanta sbarcavano nel porto con le prime crociere, pare che sollecitassero subito una meta: Sta-g-leno la chiamavano, racconta un anziano taxista, testimone. E il gruppo punk inglese dei Joy Division negli anni Ottanta mette sulla copertina dell' album Closer la tomba della famiglia Appiani. Come spesso capita, questo straordinario cimitero monumentale fra i più importanti d'Europa è meno conosciuto e frequentato in patria. Detta appunto con tifo partigiano, a Staglieno di Cristi Velati per cui fate la coda a Napoli ne trovate ovunque. Effigi femminili soprattutto, avvolte nel velo di marmo che segue le forme, i riccioli, il profilo, donne adagiate con la grazia di una Paolina Borghese, ma sul sarcofago, a coprire il loro stesso corpo in corruzione.
(La tomba Oneto)
La necropoli di Staglieno, su progetto di Carlo Barabino e Giovan Battista Resasco, inaugurata nel 1851, è patrimonio vastissimo, di grande impatto scenico. Duemila e più statue dei migliori scultori dalla fine dell'Ottocento agli anni Trenta, dunque altro che di museo all'aperto si tratta.... Sono quelle scene di vita, gioia o dolore, che vi abbiamo descritto all'inizio, immortalate nella città dei morti.
Ma a Staglieno c'è ancora di più, nelle ricostruzioni di interni di dimore benestanti che diventano tombe. Nell'aldilà mi porto la quotidianità e te la mostro perchè tu sappia quanto ero arrivato, amato, soddisfatto, ben circondato, altoborghese. Anzi: visitatore che mi guardi con stupore, ti annetto come comparsa in questa fiction del congedo che si gira nella stanza di casa mia. Che scaturisce dal bronzo o dalla pietra in dimensioni naturali, con tutta la famiglia attorno al capezzale del patriarca, dove la coperta scivolando mostra la ricercatezza del tessuto. In marmo, in bronzo. Ma come facevano?, mi chiedo tutte le volte che mi aggiro per i porticati monumentali e mi stupisco della duttilità di quelle materie prime fra le più dure in natura.
(Tomba Badaracco)
Gli scultori cooptati in questa impresa magniloquente, rappresentanza di una città che stava economicamente esplodendo alla fine dell'Ottocento, sono tra i migliori di quei decenni, e spaziano dal realismo al simbolismo, dal deco al liberty al razionalismo - Monteverde, Orengo, Baroni, Saccomanno, Bistolfi, Varni, Scanzi Gaggini, Barabino, Rivalta... E nelle tombe monumentali ci sono famiglie altolocate, cito per tutti i Dufour, i Doria, i Raggio, gli Oneto, i Piaggio...
(Tomba Celle)
Personaggioni. Come Giuseppe Mazzini, Gilberto Govi, De Andrè, Edoardo Sanguineti, Nino Bixio, Ferruccio Parri, Fernanda Pivano, Michele Novaro, i garibaldini che parteciparono all'impresa dei Mille e qualche altro centinaio dello stesso calibro. A visitare Staglieno si registrano Mark Twain, Guy de Maupassant, Nietsche, Saramago....
Ma andiamo oltre gli elenchi di nomi importanti, perchè le storie di sconosciuti sono altrettanto coinvolgenti. Ve ne racconto alcune volandoci sopra, perchè questo è un posto che ti rende per forza verbosa e incontenibile. Peraltro la visita di per sè richiede almeno cinque ore.
Francesca Delmas muore a 25 anni agli inizi del Novecento in un incidente d'auto. Il padre commissiona una tomba che è il trionfo dell'amore sensuale, lei nuda nella morte, i capezzoli appuntiti, la mano poggiata sull'inguine, l'amante semi nudo a sua volta che la adagia sulle sue gambe, da palestrato. E la bacia. Trattenendola. Malinconia, sesso e sentimento, giovinezza spezzata, l'elegia dell'amore-morte. Io sono rimasta colpita da un bicipite di lui, con una vena in rilievo.
(Tomba Campodonico)
Caterina Campodonico, venditrice di noccioline e ciambelle, ordina la sua tomba allo scultore Lorenzo Orengo richiestissimo dalla borghesia genovese. La donna indossa le sue vesti migliori, il grembiule più ordinato, i pesanti orecchini, e nello studio dello scultore si presenta cosi, con le collane della frutta secca. Cosi come l' armatore esibisce sul suo sarcofago le carte nautiche lei mostra orgogliosamente i simboli del mestiere. La sua statua viene collocata in Staglieno con Caterina ancora viva e vegeta e che girava per i mercati. Una operazione di marketing? Certo è che andavano alla sua bancarella per conoscerla da viva, dopo averla ammirata da morta.
La terza è la tomba semplice di Mary Constance Lloyd, giovane donna che muore di tisi, forse, a Bogliasco. E' nel cimitero degli inglesi e chi si recherà a Staglieno deve per forza farsi coinvolgere dalla bellezza austera di questo settore. Il padre di Constance volle che non comparisse il cognome del marito, che era Oscar Wilde. Il quale, rinchiuso in carcere per omosessualità, l'anno dopo la morte della moglie, a cui era stato legato da un reciproco intensissimo sentimento che aveva dato vita a una famiglia con due figli, copri la tomba di rose rosse. E successiva è l'incisione Wife of Oscar Wilde.
(Tomba di Mary Constance Lloyd-Wilde)
Questa storia rappresenta negli anni Novanta un mio piccolo scoop sul Secolo XIX dove lavoravo in cronaca. Un commerciante della zona di Staglieno, Eugenio Bolleri, nelle ore libere dal lavoro amava frequentare quel posto che è comunque piacevole, segue i dettami del Romanticismo immerso nel verde e rampante su una collina, con l'arte che ci convive. Bolleri cominciò a ripulire le tombe dai rovi. Le riportava a nuova vita. Emerse tra le altre la tomba di Constance, telefonò al giornale. La storia di questa donna commosse la città. Ci fu un seguito di omaggi e celebrazioni anche da parte del consolato inglese. Bolleri capì che questa strada di recuperare le tombe andava intrapresa. Perchè di monumenti senza proprietari oramai si tratta, gli eredi, se ci sono, non hanno in animo di spendere denaro nè per ripulire le statue nè per sradicare il verde invasivo.
(Tomba Raggio)
Cosi Bolleri ha dato vita, negli anni, ad una associazione "Per Staglieno onlus". I soci ripuliscono sistematicamente tombe straordinarie che rischiano di essere completamente coperte dalla vegetazione. Instancabili e organizzatissimi questi volontari, affiancati anche dagli studenti dell'istituto agrario Marsano che in questo parco funerario applicano la formula scuola lavoro. Ultimamente si sono fatti riprendere in gruppo vicino alla tomba Raggio, di fatto una chiesa neogotica con pinnacoli svettanti e dunque pericolosi se lasciati all'incuria. Ora il monumento è di nuovo avvicinabile.
(Tomba Pienovi)
Bolleri è diventato uno studioso di riferimento per Staglieno, ha scoperto storie dimenticate risalendo dai nomi e dalle date, bazzicando archivi. Ha ritrovato in magazzini abbandonati o destinati agli utensili antichi progetti e documenti, persino le bandiere che sventolavano al funerale di Mazzini, forse il primo funerale di massa, centomila persone in una Genova che contava 150 mila abitanti. Certo i complessi statuari sono altre faccenda e il loro restauro è opera molto complessa. La patina grigiastra che include le polveri dell'inquinamento sta cominciando a corrodere il marmo, un benefattore americano ha già fatto ripulire alcune statue che appaiono nel loro bianco ritrovato quasi abbacinanti nei porticati dove il nero prevale. Ma ben poca cosa in confronto all'immensità di Staglieno. Che aspetta da decenni un percorso normativo e il relativo finanziamento per un restauro più complessivo.
(Tomba Gnecco)
Se volete visitare il cimitero monumentale di Genova tenetevi in contatto con il sito del Comune di Genova, www.staglieno.comune.genova.it perchè solitamente a maggio si organizzano visite guidate con percorsi scanditi da letture di poesie. Sulla pagina facebook della associazione Per Staglieno troverete tutte le notizie che cercate per una conoscenza dettagliata del sito monumentale.
*DONATA BONOMETTI (40 anni di lavoro nei giornali. Di Padova negli anni '70, e a seguire di Genova. Oggi famigliolanza, volontariato, viaggetti italiani - ho paura di volare - e passeggiate in questa Liguria, musa aspra e generosa. Quando si potrà, mostre, musei, arte. Ero un' archeologa, sono stata una cronista. Comunque ho sempre scavato)
*ROBERTO ORLANDO (Nato a Genova in agosto, giornalista professionista dal 1983. Ultimo capocronista del Lavoro. Dopo uno scombinato tour postrisorgimentale che lo conduce in molte redazioni di Repubblica è rientrato tra i moli della Lanterna. Viaggia, fotografa e scrive. Meno di quanto vorrebbe)
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