Ripopolare la Piccola Italia, venti milioni ciascuno a 21 borghi
di TINA PANE*
Rocca Calascio (Aquila), Monticchio Bagni (Potenza), Gerace (Reggio Calabria), Sanza, (Salerno) Campolo (Bologna), Borgo Castello (Gorizia), Trevinano (Viterbo), Borgo Castello (Savona), Livemmo (Brescia), Montalto delle Marche (Ascoli Piceno), Pietrabbondante (Isernia), Elva (Cuneo), Accadia (Foggia), Ulassai (Nuoro), A' Cunziria (Catania), Castelnuovo in Avane (Arezzo), Cesi (Terni), Fontainemore (Aosta), Recoaro terme (Vicenza), Palù del Fersina (Trenta) e Stelvio (Bolzano): sono i 21 borghi italiani che ricevono dal Ministero della Cultura un finanziamento da PNNR da venti milioni ciascuno.
(Fontainemore)
“Non c’è un chilometro quadrato del nostro paese che non abbia le caratteristiche per attrarre turismo e residenzialità”. Così ha assicurato Giuseppe Roma, del Comitato Borghi, durante la conferenza stampa di presentazione oggi 18 marzo a Roma. E già nel video, che mostra per pochi secondi ciascuno dei paesi selezionati, si vede, come ha sottolineato in apertura dell’incontro con la stampa il ministro Franceschini, “la ricchezza e la varietà del nostro territorio”.
Creare sviluppo e crescita sostenibile in tutto il paese è l’idea centrale perseguita da questo bando che stanzia un miliardo di euro per la cosiddetta Italia minore, composta di centinaia e centinaia di luoghi bellissimi e spopolati, o in via di spopolamento.
(Trevinano)
“Sul PNRR bisogna correre”, afferma Franceschini, mentre spiega come il progetto si componga di due segmenti: una linea A più “tradizionale”, che finanzia interventi specifici per il recupero di luoghi, strade ed edifici e per la quale sono arrivate quasi 1800 domande da altrettanti comuni; e una linea B più “innovativa”. In questo secondo caso sono state le Regioni, attraverso un processo partecipativo e sulla base di criteri precisi (comuni di aree interne con meno di 300 unità immobiliari), a scegliere i Comuni che avranno la possibilità di riscrivere la propria storia invertendo quel processo di spopolamento o di abbandono che a partire dalla seconda metà dello scorso secolo ha interessato molte aree del nostro paese.
La priorità di questa linea B è quella di individuare una vocazione specifica per ciascun comune che con i finanziamenti ottenuti potrà attivare dei progetti che creino opportunità di lavoro, attraggano di nuovo la residenzialità ma anche i turisti, restituiscano insomma al territorio attività produttive: hotel diffusi, residenze per anziani, centri per il coworking, centri di ricerca o campus universitari.
Sarà necessario naturalmente attivare la banda larga per consentire a quanti saranno attratti dalla possibilità di scegliere un piccolo centro per vivere, di poter lavorare in smart working senza problemi.
È una sfida insomma su cui tutti gli attori istituzionali sono chiamati a collaborare. Lo ha detto Massimiliano Fedriga, nella sua qualità di presidente della Conferenza delle Regioni, che “il PNRR si declina sul territorio, da valorizzare come elemento di sviluppo economico del nostro Paese”, lo ha ribadito il presidente dell’ANCI Antonio Decaro: “Il tema dello spopolamento è una nostra storica battaglia e la straordinaria partecipazione dei piccoli comuni a questo bando , unita alla collaborazione e alla rapidità con cui si sono mosse le istituzioni ci fa ben sperare in una inversione di tendenza, in un contro-esodo sostenuto anche dagli investimenti privati”.
21 comuni, uno per regione, 21 esperimenti pilota per far rivivere il tessuto sociale ed economico di quella piccola Italia che forse dalla pandemia ricaverà un’occasione per rinascere. Per mantenere il focus sull’argomento, e per far conoscere al grande pubblico i borghi selezionati, a fine maggio il FAI dedicherà loro due giornate speciali.
* TINA PANE (Napoli, 1962. Una laurea, un tesserino da pubblicista e un esodo incentivato da
un lavoro per caso durato
30 anni. Ora libera: di camminare, fotografare, programmare viaggi anche
brevissimi e vicini, scrivere di
cose belle e di memorie)
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