RECENSIONE - Trekking Italia, venti vacanze a piedi per tutti nelle regioni italiane

di TINA PANE* 
(foto tratte da Trekking Italia)

La parola trekking, che viene dall’inglese (e prima ancora dall’olandese “tirare” riferendosi a un viaggio su un carro tirato da buoi) è un termine ormai entrato nell’uso comune, ma che solo una quarantina di anni fa suonava esotico se non sconosciuto.

Che cosa sia il trekking, quale diffusione abbia in Italia, quali sono le sue origini, le sue regole e soprattutto i suoi obiettivi, è materia non scontata che viene affrontata in un piccolo e prezioso libro (ma anche guida e manuale) dall’inequivocabile titolo Trekking Italia – 20 vacanze a piedi per tutti nelle regioni italiane a cura di Roberto D’Agostino e Carlo Rubini, Ediciclo Editore, pag. 144, € 14,00.

Ma anima del libro è l’Associazione Trekking Italia (https://www.trekkingitalia.org/) che ha lo scopo istituzionale di promuovere il cammino e la cui attività si basa quasi esclusivamente sul lavoro dei volontari. “Per noi l’attività di trekking - scrive il presidente Franco Napoli nell’introduzione - non rappresenta solo un divertimento e uno strumento di equilibrio psicofisico, ma anche una modalità per costruire relazioni, per conoscere i territori, la loro identità, vocazione, storia, e per apprezzarne la bellezza (…). È un cammino di tipo riflessivo, che intende anche valorizzare le aree marginali e i borghi storici poco frequentati, fornendo quindi anche un contributo per la sostenibilità economica e lo sviluppo di queste aree”.


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Così, dal Tour del Gran Paradiso in Valle d’Aosta al Cammino di Santa Rosalia in Sicilia, la guida offre venti proposte di trekking italiano, uno per ciascuna regione, con le indicazioni dell’itinerario e delle tappe, i posti dove mangiare e dormire e naturalmente il grado di difficoltà, che si misura in termini di distanza chilometrica, ore di cammino, dislivelli, natura del terreno, zaino e allenamento.

Quello del trekking infatti è in primo luogo un turismo responsabile, non solo verso il territorio ma prima ancora verso se stessi. Ed è per questo che gli autori dei venti percorsi proposti nella guida hanno attinto a piene mani alla loro esperienza diretta di accompagnatori dell’Associazione, per la prima volta impegnati a trasmetterla per iscritto e non sul campo.

“L’itineranza a piedi fa memoria del nostro passato - scrive Carlo Rubini, co-curatore del libro - ma va chiarito che non ne ha nostalgia, se è vero che il camminare del passato era sinonimo di fatiche, di stenti e non certo di tempo libero, come lo è oggi”. Quindi, accanto alla suggestione paesaggistica - lo stupore di fronte alla visione di un’altura o di un tratto di costa, quella sensazione di apertura visiva che tanto ci ripaga del quotidiano stare davanti agli schermi dei device - c’è per chi cammina in maniera consapevole “l’apprendimento del territorio”, che va dalla percezione della sua orografia alla capacità di soffermarsi su piccoli particolari, come “un gatto al sole, un lavatoio, una vecchia cabina telefonica”.


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Fare trekking sugli itinerari proposti significa dunque riappropriarsi di una pratica che ossigena corpo e mente e orienta a scoprire un’Italia dimenticata, alternativa e in qualche modo complementare ai luoghi turistici più famosi. Una pratica che pone la natura al centro, come fonte di vita, di cultura e di relazione.

Camminare, come dicono i curatori, è “un’esperienza globale” e il trekking una sfida. Con se stessi, perché mette alla prova le proprie capacità fisiche e mentali, e con l’ambiente, che è sempre un misto di natura e cultura, di meraviglie e di oltraggi, di accoglienza e respingimento.

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Trekking Italia – 20 vacanze a piedi per tutti nelle regioni italiane

a cura di Roberto D’Agostino e Carlo Rubini, Ediciclo Editore, pag. 144, € 14,00.


Come nella vita di tutti i giorni - lo diceva anche il poeta, Caminante no hay camino/ se hace camino al andar - sui sentieri del trekking si tratta di trovare il passo e la calzatura giuste, e di predisporsi alla scoperta. E questo libro offre tanti spunti per provarci.


* TINA PANE (Napoli, 1962. Una laurea, un tesserino da pubblicista e un esodo incentivato da un lavoro per caso durato 30 anni. Ora libera: di camminare, fotografare, programmare viaggi anche brevissimi e vicini, scrivere di cose belle e di memorie)


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