RECENSIONE - Quando lei ha voluto la bicicletta

di TINA PANE* 

“Nell'anno in cui apparentemente non siamo andati da nessuna parte” Mariateresa Montaruli –giornalista, interprete e blogger - ha scritto un libro che non solo ci porta da parecchie parti, ma suggerisce e fornisce tutte le indicazioni utili per farlo in bicicletta.

“Ho voluto la bicicletta” (Vallardi Editore, pag. 228, € 15,90) è una guida tra itinerari, ciclovie e percorsi spesso poco conosciuti, ma è soprattutto un trattatello sul mondo della bicicletta che fin dalla prima riga dichiara la passione dell’autrice per il mezzo di trasporto più ecosostenibile che esista (e che nell’annus horrribilis della pandemia ha avuto un picco straordinario di diffusione e vendite).

Siamo tutti ciclisti, dunque? Non è così semplice, e anche se le strade delle nostre città sono sempre più affollate di ciclisti a pedalata assistita, che svicolano impavidi tra le auto anche in assenza di piste ciclabili e percorsi dedicati, quella di andare in bicicletta è un’arte da imparare non solo per muoversi in sicurezza ma per acquisire un nuovo punto di osservazione sul mondo.

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(Maria Teresa Montaruli sul Falzarego)



Il libro è diviso in tre parti - Come sono diventata blogger di bicicletta, Cose che ho imparato con la bicicletta e Esperienze a pedali- e comprende, in chiusura, un utile prontuario che fornisce istruzioni di base a chi si avvicina da profano alle sue prime uscite.

“Dopo anni di ciclismo urbano e di spesa nel cestino”, l’autrice racconta di come sia rimasta folgorata dal casuale ritrovamento di una vecchia bici da corsa abbandonata in un cortile, divenendo letteralmente una Ladra di biciclette - che poi è anche il titolo del suo blog - e una instancabile viaggiatrice a pedali.

Un po’ manuale, ricco di consigli utili e annotazioni ironiche sull’uso della bicicletta, un po’ guida turistica, con una corposa e dettagliata parte dedicata a una serie di itinerari che toccano molte regioni italiane con qualche puntatina all’estero, “Ho voluto la bicicletta” è soprattutto la spiegazione di una grande passione - l’esplorazione su due ruote - declinata al femminile.


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(Ho voluto la bicicletta di Mariateresa Montaruli   Vallardi Editore, pag. 228, € 15,90)


Dai consigli sull’uso delle mutande (e di che tipo e tessuto sceglierle) quando si monta in sella per un certo numero di ore fino alla descrizione paesaggistica e tecnica di strade e percorsi che le sono rimasti negli occhi e nel cuore, Mariateresa Montaruli propone una visione femminile del tema della bicicletta, perchè “non è solo una questione di performance, ma di riappropriazione di tempo, spazi e desideri”.

I temi che tornano, così attuali in questo periodo, sono quelli di guardare i nostri dintorni e l’intero Paese con occhi diversi e più benevoli, di preferire mezzi di spostamento a basso impatto ambientale, di scegliere quell’andamento sufficientemente lento da consentire l’incontro con le persone oltre che la condivisione della fatica e delle emozioni con i propri compagni di pedale.

È per questo che la lettura del libro, soprattutto nelle prime due parti, risulta interessante (e divertente) pure per chi non ha pratica di bicicletta o si limita a essere un ciclista da villeggiatura. Perché fa intravedere molto bene le potenzialità del mezzo, elogiate dal punto di vista di una donna: “La bicicletta, imparai presto, libera la mente, ammazza la stanchezza e la malinconia, ci fa sentire a caccia”.

A caccia, appunto, perché più nessuno si azzardi a pensare che la caccia è roba da uomini.


* TINA PANE (Napoli, 1962. Una laurea, un tesserino da pubblicista e un esodo incentivato da un lavoro per caso durato 30 anni. Ora libera: di camminare, fotografare, programmare viaggi anche brevissimi e vicini, scrivere di cose belle e di memorie)


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