RECENSIONE - Pievi e castelli, la via Francigena in Toscana

di TINA PANE*

Se mi avessero chiesto, da bambina, cosa significa pellegrinaggio, avrei risposto senza esitare “Quando mamma è andata a piedi a Pompei a ringraziare la Madonna”. Perché mamma, che aveva chiesto e ottenuto una grazia, aveva sciolto il voto recandosi appunto a piedi da Napoli al Santuario della Beata Vergine (rimanendo poi per giorni e giorni coi piedi piagati e un forte mal di schiena, elementi che divennero importanti nel racconto dell’impresa al pari della devozione e della gratitudine).

Ma oggi la parola pellegrinaggio ha molte altre sfumature, è un contenitore laico in cui trovano posto motivazioni che si chiamano turismo sostenibile, rispetto per la natura, curiosità per storia, tradizioni e buona tavola, recupero delle origini, viaggio interiore…

La Via Francigena, per esempio, quante volte l’abbiamo sentita nominare? Era un pellegrinaggio medievale che collegava Canterbury a Roma (circa 1800 chilometri), documentato per la prima volta nel 990 dall’arcivescovo Sigerico che nel suo diario aveva annotato le 80 tappe percorse in altrettanti giorni. Sigerico lo scrisse ritornando a Canterbury, ma molti pellegrini dopo di lui, scendendo verso sud,  proseguirono fino agli imbarchi pugliesi per la Terrasanta. Impossibile oggi pensare di farla tutta, ma un pezzetto sì, e allora ci viene in soccorso una guida.


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(Lucca      foto pixabay)


“La Via Francigena in Toscana”, edizioni Terre di mezzo, autrice Roberta Ferraris, pag. 112, € 15,00 (e aggiungerei meno di 200 grammi di peso!) è il baedeker perfetto anche per chi si mette alla prova per la prima volta con un’esperienza di cammino. Da Lucca a Siena con la Val d’Orcia fino a Radicofani, la guida presenta un itinerario di complessivi 220 chilometri che si può scegliere anche di fare in parte o in momenti diversi.

In questo agile librettino, corredato anche di molte belle fotografie, trovate tutto quello che serve. C’è una compendiosa parte introduttiva che racconta le origini storiche del Cammino (riscoperto in chiave moderna nel 1994 per iniziativa del Ministero del Turismo e delle regioni interessate), ci sono le indicazioni per riconoscere in un toponimo o un breve tratto di antica viabilità le tracce del paesaggio com’era mille anni fa, c’è un modo nuovo per visitare la Toscana da viandanti: un territorio davvero ricchissimo di arte e natura che aveva affascinato a tal punto l’Arcivescovo Sigerico che nel suo diario aveva dedicato ben 23 tappe (delle complessive 80 da Roma a Canterbury) a questa regione.

Il cammino è diviso in nove tappe di lunghezza variabile dai 13 ai 32 chilometri, per affrontare le quali la guida comincia dalla preparazione pre-partenza: le indicazioni per la scelta di zaino (check list incluso), scarpe, calze, equipaggiamento, abbigliamento e altri accessori utili sono basilari per una buona gestione del cammino.

Per ciascuna tappa sono indicati il grado di difficoltà, i dislivelli, i servizi di trasporto pubblici, la rete dei “punti tappa” dove trovare accoglienza per la notte a prezzi da pellegrini, bar e negozi dove approvvigionarsi di acqua o viveri senza deviare dal percorso. Ogni tratto di cammino è dettagliatissimo e punteggiato di veloci descrizioni e molti approfondimenti (per seguirli tutti si rischierebbe di non rispettare nessuna tappa, è il richiamo irresistibile del deviare dalla via maestra) ma per stare più sicuri ci si può collegare a https://www.percorsiditerre.it/tracce/ e scaricare le tracce del percorso e gli eventuali aggiornamenti determinati da lavori in corso, deviazioni o altri imprevisti


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(“La Via Francigena in Toscana”, edizioni Terre di mezzo, autrice Roberta Ferraris, pag. 112, € 15,00)


Da nord a sud, il tracciato toscano della Via Francigena presenta pievi, castelli, centri storici, opere d’arte, reliquie e naturalmente il paesaggio rurale: le chiese romaniche di Lucca, le torri di San Gimignano, la cerchia tonda delle mura di Monteriggioni o la Rocca di Radicofani che vigila sulla Val d’Orcia, tutto è immerso in quell’ambiente di colline, vegetazioni e colori che da fotografia si fa realtà sotto gli occhi del pellegrino.

È un percorso facile e ben indicato, adatto anche a famiglie con bambini e cani, purchè - come avverte la guida - si abbia sempre tanta cura dei propri piedi, esposti al rischio delle temute vesciche, da prevenire con una cura quotidiana a base di pietra pomice, oli essenziali e creme specifiche per la pelle.

Da non dimenticare, prima di partire, la credenziale del pellegrino, una sorta di passaporto nominale e numerato che si arricchisce ogni sera del timbro di un luogo e che finirà per essere uno dei ricordi più preziosi del pellegrinaggio. Sulla guida, naturalmente, tutte le indicazioni per procurarselo, e anche per ottenere il Testimonium dalla Basilica di San Pietro.

A prenderci gusto, i Cammini da scoprire -  i Romei, quelli per Santiago, quelli sulle orme dei Santi
o incentrati su determinati territori e loro caratteristiche - sono veramente tanti, come è facile vedere dal sito http://www.camministorici.it/it che anche la guida cita. Perché a mettersi, o rimettersi, in cammino per fortuna c’è tanta “terra dove andare”.  

 

* TINA PANE (Napoli, 1962. Una laurea, un tesserino da pubblicista e un esodo incentivato da un lavoro per caso durato 30 anni. Ora libera: di camminare, fotografare, programmare viaggi anche brevissimi e vicini, scrivere di cose belle e di memorie)


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