Petulle, byrek e qofte, scopriamo i sapori di Tirana

di LUISA PECE*

Buon appetito! - Të bëftë mirë!

Dall’Albania ci divide solo l’Adriatico, siamo figli dello stesso cielo e dello stesso mare. E anche nel cibo ritroviamo tanti ingredienti comuni ai paesi che affacciano sul Mediterraneo. Magari serviti e mescolati in maniera diversa. Doverosa premessa: queste sono le impressioni di una non-esperta di cibo, che osserva con affetto.

I tiranini mangiano a tutte le ore del giorno e della notte. Ristoranti, ristorantini, bar, pasticcerie, pizzerie, gelaterie, panetterie, pescherie, negozi di frutta e verdura hanno orari variegati e (per me) incomprensibili. Ho familiarità con la capitale, non so come sia nelle altre città, grandi o piccole.

I bar sono veri e propri centri di aggregazione o sedi distaccate di lavoro. Caffè ottimo, servito con eleganza e poi quella che mi pare sia una passione nazionale: l’acqua minerale vitaminizzata o al sapore di frutta.


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(foto di Luisa Pece)

Un rito a cui non mi sottraggo mai è la prima colazione del sabato, con amici: le petulle, servite con feta, miele, marmellata e a volte la famosa crema di nocciole italiana, accompagnate da caffè e spremuta, servite bollenti.


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(Petulle          foto di Luisa Pece)

La cucina e la gastronomia di Tirana sono saporite e colorate. Nei menù troverete quasi sempre, tra gli antipasti, la burrata, grande passione dei tiranini. Partendo proprio dagli antipasti, i più comuni sono il pane di mais tagliato a fette abbastanza spesse e servito con una salsa leggera a base di yogurt, i meravigliosi peperoni sottaceto agrodolce, anche quelli con salsa allo yogurt, il byrek albanese, un capolavoro di abilità, pasta sottile in vari strati con un ripieno delicatissimo di spinaci, oppure spinaci e formaggio tipo feta, oppure erbette e carne, le immancabili olive condite, carnose e piccantine. 


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(Byrek casalingo               foto di Nada Kallçiu)


Aggiungiamo le qofte, che sono praticamente delle polpette molto saporite con forma allungata, tipo salsiccette, servite con l’immancabile salsa allo yogurt e patatine fritte il più delle volte NON surgelate, ma fatte lì per lì.


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(Qofte                                  foto di MR)

Quasi ovunque troverete vari tipi di pasta, soprattutto negli eccellenti ristoranti di pesce, anche piccoli o piccolissimi, tre-quattro tavolini, dove un piatto di spaghetti allo scoglio può bastare per una famiglia non eccessivamente numerosa. A proposito di pesce, anche a Tirana in molte pescherie il cliente sceglie il pesce che vuole e se lo fa cuocere al bancone. Ho avuto occasione di mangiare, in una zona interna del Paese, anche il pesce di fiume, cucinato alla griglia con varie bacche e spezie, forse retaggio di culture gastronomiche medio-orientali, da leccarsi i baffi.


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(Un banco del pesce cotto a Tirana                        foto di Luisa Pece)

Anche la carne è ottima ma non amandola particolarmente non mi dilungo –predominano capretto e agnello, ma non mancano altri tipi. Le verdure sono un tripudio di gusto: in tavola non mancano mai le insalate, i cetrioli, le olive, i pomodori e la rucola, molto apprezzata. A proposito di verdura (e frutta), i banchi dei mercati e dei negozi e negozietti sono un vero spettacolo . I peperoncini verdi accanto ai limoni, molto diffusi nei paesi balcanici, in realtà non sono veri e propri peperoni, si chiamano Bamje (oppure Ocra), hanno un sapore delicatissimo e si cucinano per esempio con lo spezzatino, oppure da soli con cipolla e pomodoro.


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(Un banco della frutta a Tirana                               foto di Luisa Pece)


I formaggi. Ecco, qui sono un po’ delusa, data la mia passione per i prodotti caseari. Ne esistono pochissimi tipi ‘autoctoni’, quelli più o meno simili alla feta, più o meno morbidi (QUI FOTO FORMAGGI) e vari tipi di Kackavall, di tonalità più o meno gialla ma non molto dissimili, secondo me, l’uno dall’altro. Certo, nei supermercati si trovano formaggi italiani a gogò e quei pochi tipi di formaggio albanese sono gustosi, ma … (uno dei miei pochissimi ‘ma’ quando si parla del Paese delle Aquile).

I dolci in generale sono molto “pannosi” e zuccherini, molto scenografici, sicuramente non da dieta. Un esempio su tutti il Trilece, con panna, latte condensato e latte vaccino. Siccome non è abbastanza dietetico, lo si ricopre di caramello o di cioccolato... Il pane, in tanti formati, dalla pita alla pagnotta, di solito è molto buono e saporito. La scarpetta è un must, quando nel piatto occhieggiano tracce di condimenti mai troppo elaborati ma gustosissimi, grazie anche a un olio d’oliva verdognolo, profumato.

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(Formaggi                          foto di Luisa Pece)

Un discorso a parte riguarda le bevande alcoliche. Sono totalmente astemia, quindi  costretto a rportare opinioni locali. Dappertutto si trovano birre che mi dicono eccellenti, come per esempio la Birra Tirana e la birra Korça. Quest’ultima è prodotta in quello che fu il primo birrificio albanese che, attorno alla fine degli anni Venti del secolo scorso, fu fondato da un imprenditore albanese e da un imprenditore italiano. A Korça tutti gli anni si tiene un Festival della Birra. Molto diffusa tra i giovani anche la Birra Kuqalashe. Infine (ma ce ne sono altre) la Birra Puka, artigianale, prodotta in quantità limitata, molto apprezzata. La produzione di vino è ancora piuttosto ridotta, con alcuni vini di ottima qualità, come lo Shesh, sia bianco sia nero, prodotto sulle omonime colline, oppure il Kashmer, che si produce vicino Berat, entrambi da vitigni autoctoni. Last but not least, il Raki, l’onnipresente grappa albanese forte (molto forte) e profumata

La nota finale, per chi va in Albania dall’Italia, è positiva (non altrettanto per chi percepisce un salario medio di 300-350 euro – Fonte Forex per l’Albania): i prezzi. Tranne che nei ristoranti top del centro e in qualche famoso locale in giro per il Paese, dove i prezzi sono più simili a quelli italiani, si può mangiare spendendo davvero poco. La prima volta che con un amico sono andata fuori a cena in un ristorantino a conduzione quasi familiare, dopo un sontuoso pasto a base di pesce, ho visto il conto e ho pensato che avessero dimenticato uno zero…

*LUISA PECE (nata a Bologna tanto tempo fa, malata di adolescenza senile, appassionata viaggiatrice, attrice per diletto, un passato lavorativo tra i libri - Il Mulino - , poliglotta, curiosa come un gatto rosso)


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