Perdersi nelle brughiera, fra Belgio e Olanda

di GIULIA GIGANTE*

Come un francobollo, nell’angolo in alto a destra della cartina del Belgio, dove un tempo c’era la Toxandria o Taxandria cui dedica una breve descrizione già Plinio il Vecchio nella Naturalis Historia, c’è ora una regione chiamata molto più banalmente Campine. Ed è proprio a cavallo tra la poco nota Campine e la confinante Olanda che si trova una riserva naturale di circa milleottocento ettari e di grande bellezza paesaggistica: De Zoom-Kalmthoutse Heide. Per chi appartiene alle generazioni memori di un’epoca in cui c’era ancora il muro di Berlino e per viaggiare occorreva quasi sempre un passaporto, il fatto di attraversare più volte la frontiera senza neanche rendersene conto, mentre si cammina tra pini e cespugli di brughiera, dà ancora un brivido. Per la prima volta, la sigla Benelux non rimanda a un concetto astratto, ma acquista una consistenza concreta sotto i nostri piedi…

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(foto di Giulia Gigante)

La riserva, la cui parte belga inizia una trentina di chilometri a est di Anversa, è attraversata da più di venti sentieri diversi. Chi li percorre, vagando tra le brughiere in stile Cime tempestose, ha la sensazione di perdere la dimensione del tempo, pur senza smarrirsi lungo il cammino. I passi affondano silenziosi in un terreno sabbioso che ci ricorda un passato remoto in cui il mare arrivava fin qui. Le acque rimaste oggi sono solo quelle di alcuni laghetti la cui superficie già ghiacciata fa da specchio all’insolito paesaggio. Una torre panoramica permette di farsi un’idea dell’estensione e della varietà del territorio: non solo brughiera e dune, ma anche boschi di conifere e altre piante sempreverdi, da sempre paradiso di una grande varietà di uccelli.

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(foto di Giulia Gigante)

Non si può andare via da questa provincia delle Fiandre senza visitare l’arboreto di Kalmthout, un vero e proprio giardino dell’eden situato a due passi dalla riserva naturale. L’arboreto, ideato nel 1856, ospita una sequoia gigantesca, cedri del Libano e del Giappone, tuie canadesi e numerosi altri alberi e piante dalle più varie provenienze geografiche disposti in modo da creare angoli di grande suggestione. Vi sono fiori per ogni stagione e adesso è il momento dell’hamamelis, un fiore venuto dall’Oriente, dalla singolare forma sfilacciata e dai colori sgargianti. E, per chi volesse prolungare l’esperienza estetica portandosi a casa un frammento di questo microcosmo botanico, c’è la possibilità di acquistare alcune delle piante incontrate lungo il percorso nel vivaio annesso all’arboreto.


*GIULIA GIGANTE (nata a Napoli, vive attualmente a Bruxelles, ama andare alla ricerca di nuovi mari, venti e conchiglie, di altri modi di vivere e di pensare, di tracce di passati remoti e recenti. Conosce dieci lingue, ma a tutte preferisce il russo ed è convinta, con Dostoevskij, che “la bellezza salverà il mondo”)

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