Ostelli della gioventù verso il fallimento. Lettera aperta alle istituzioni: "Aiutateci a sopravvivere"

di REDAZIONE 

Ricordate gli ostelli della gioventù? Per generazioni di giovani e meno giovani sono stati (spesso insieme con l'Inter-rail) una alternativa economica agli spostamenti e alla scoperta del mondo molto prima della globalizzazione.

Gli ostelli italiani erano già all'epoca organizzati nella A.I.G., associazione nata nel 1945 per impulso di Aldo Franco Pessina e con la "simpatia" di De Gasperi e Einaudi. Sotto quella sigla, collegata alla organizzazione internazionale sorella,  convivevano paraalberghi di ottimo livello e sistemazioni più precarie, notti in bellissimi castelli e soggiorni in bed&breakfast orientati a una ospitalità solidale.

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Come l'intero comparto turistico, anche Aig ha sofferto i colpi del Covid. Ma la crisi aveva colpito già negli anni precedenti, tanto che da giugno l'Associazione è sotto procedura fallimentare. Ora il presidente, Filippo Capellupo, tenta l'estrema carta: una lettera aperta con richiesta di intervento al presidente Mattarella, ai vertici di Camera e Senato Fico e Casellati, al premier Conte e ai ministri "affini" (Di Maio, Franceschini, Azzolina, Spadafora).

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Capellupo ricorda la storia dell'Aig e le sue glorie, rivendicandone la natura di anticipatori del "low cost": una "rete capillare" per studenti, giovani, famiglie che altrimenti non avrebbero potuto permettersi i viaggi.  L'AIG si oppone al falllimento, e la faccenda ha già prodotto interrogazioni parlamentari e proposte di soluzione, ma senza esito al momento. Così, "dopo 75 anni gloriosi la rete degli Ostelli con la sua grande storia sociale si avvia purtroppo verso la probabile chiusura, fiaccata dalla crisi e in attesa di essere debitamente sostenuta".

Ma serrare l’Aig, "lasciarla spegnersi, buttare all’aria la sua storia, la sua esperienza, la sua organizzazione - scrive Capellupo - vorrebbe dire non solo procurare un danno serio e irreversibile a chi ci lavora, ma, sia ben chiaro, all’intero sistema-Paese, già a pezzi, e che da questa pandemia uscirà comunque assai malconcio, con un’economia disastrata che non dovrebbe essere, appunto, pure privata di un’imprescindibile opportunità di accoglienza e mobilità per tutti, quella assicurata da AIG per 75 anni. Per poter così tornare a muoversi e trovare pronta, cordiale ed economica accoglienza, senza dover spendere necessariamente una fortuna. Per poter tornare a incontrarsi, a confrontarsi, a progettare, a costruire sviluppo e rinascita".


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