Oggetti - La Tac, i bambini e la balena del Pausillipon

di VINCENZO SALVI*

Nel 1999 fui chiamato dall'Istituto dei Tumori della Harvard Medical School, il Dana Farber, per una collaborazione inerente il follow up dei bambini con patologie oncologiche. Fui ricevuto con grande simpatia e subito mi misi al lavoro. Mi resi conto che le terapie effettuate erano esattamente come le nostre e che i percorsi diagnostici erano simili. Ma non uguali. Loro avevano una attenzione notevole al contenimento delle spese. Da noi invece si faceva tutto il possibile senza badare a spese. Di fatto il risultato era analogo. Le guarigioni per tipologia di tumore pressoché uguali.

Una cosa attirò subito la mia attenzione. I bambini facevano le chemioterapie su poltrone accanto alle finestre. Chiesi il perché ed il Direttore del Dana Farber, Larry Shulman, mi disse "sai Vincenzo le finestre danno sul parco. È un luogo tutto verde che deve dare il senso della vita. È importante per i nostri pazienti"

Dopo quasi due anni tornai alla mia Università e poco dopo vinsi il Concorso per Primario di Radiologia dell'Ospedale di Oncologia Pediatrica "Pausilipon" di Napoli. Era il maggio del 2002. Chiesi però che mi dessero attrezzature nuove. E le ottenni. Ma non riuscivo a dimenticare le parole di Larry Shulman. Dare il senso della vita.

Un pomeriggio, dopo che i tecnici addetti al montaggio della nuova TAC erano andati via, entrai in sala TAC e pensai: "Chissà come un bambino vede tutto questo". Mi misi in ginocchio e pensai di essere un bambino. La TAC mi sembrò come una specie di balena e il gantry, quel grosso buco in cui si mette il paziente, come una bocca di balena.

Da poco il mio caro amico Mimmo Paladino mi aveva mandato delle grafiche che aveva fatto per la nascita del suo primo nipote. Ebbene, sembravano fatte da un bambino. Gli stilemi di Mimmo erano scomparsi. Quindi un artista poteva decorare un ambiente come fosse un bambino. E se poteva dovevo fare di tutto perché ciò accadesse. Chiesi a Mimmo e a suo zio Salvatore Paladino, artista e maestro di Mimmo, se mi volevano aiutare. Subito dissero di sì.

pausilliponjpg

Ma non potevo cambiare l'estetica di un apparecchio medicale senza il consenso della Casa madre. Andai a Roma alla sede della Toshiba ed il Direttore alla mia richiesta rispose: "Guardi, le smontiamo la macchina e gliela portiamo direttamente allo studio dell'artista". 

Mancava il consenso del Direttore Generale. Lo invitai a cena insieme a Salvatore Paladino e lui disse subito sì. Mi chiese solo di fare una nota e farla avere al Presidente della Regione. Antonio Bassolino fu entusiasta dell'idea. Potevo cominciare. Mimmo Paladino mi fece la parete della sala di attesa con le immagini che aveva già fatto per il nipotino. Salvatore si mise al lavoro sulla macchina.

Salvatore Paladino è stato un illustre esponente dell'Arte Ludica degli anni '60. Era perfetto per quel compito. La Tac divenne un gioco. Una allegra giostra di piccoli personaggi fantastici. Il gantry, dove gira il tubo radiogeno con un rumore di sibilo, divenne un girotondo luminoso. La ditta incaricata dei lavori di edilizia mi portò a scegliere il colore del fondo della stanza. Io chiesi un particolare disegno: "Ma queste sono le stanze dei bambini. Non sono previste per le diagnostiche radiologiche..".  Videro la Tac e dissero: "Dottore, faremo esattamente come lei vuole". E tutta la stanza divenne un luogo di gioco.

Alle pareti bambini sorridenti. La Tac al centro un insieme di colori e forme. Il carrello di Anestesia un polipo colorato. E così la stanza dell'ecografia, la stanza di anestesia, la sala di attesa. La voce si sparse e vennero i giornalisti. Anche Lello Esposito, l'artista dei pulcinella napoletani, volle collaborare. E con loro una ditta di televisori.

Qui mi venne un'altra idea. Mettere un grosso schermo in sala attesa in cui si proiettava un film per bambini. Poi un altro schermo nella saletta per l'attesa della Tac in cui si proiettava lo stesso film che il bambino poteva seguire. Ed infine uno schermo di fronte alla Tac perché il bambino una volta steso sul lettino potesse essere distratto dalla visione di quel film. Fu tutto realizzato con una spesa modesta. 

Era il primo esempio al mondo di diagnostica radiologica realizzata come un grande gioco. Solo dieci anni dopo, nel 2012, il Children Hospital di New York fece una cosa analoga.

* VINCENZO SALVI (Napoli, 1947. Medico radiologo in pensione. Collezionista compulsivo di tutto ciò che ha a che fare con la Storia, in particolare libri antichi e numismatica; ma anche oggetti di varie epoche che siano testimoni di periodi o personaggi storici)

clicca qui per mettere un like sulla nostra pagina Facebook
clicca qui per rilanciare i nostri racconti su Twitter
clicca qui per consultarci su Linkedin
clicca qui per guardarci su Instagram